Spie russe in Italia per raccogliere dati, il “ricatto” di Putin: cosa rischiamo

Si teme che la missione umanitaria di Mosca in Italia del marzo 2020 sia stato un pretesto per carpire informazioni riservate. Che potrebbero essere usate "per ritorsione"

Pubblicato: 5 Giugno 2022 10:13

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Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

La guerra in Ucraina ha provocato un vero e proprio terremoto nelle relazioni tra la Russia e tutti gli altri Paesi del mondo. Alcuni si sono avvicinati a Mosca, altri si sono allontanati. In quest’ultimo gruppo sembra essere finita anche l’Italia. Il ministero degli Esteri russo ha infatti attaccato il nostro Paese in una nota ufficiale, dubitando della “moralità” di alcuni rappresentanti delle autorità pubbliche e dei media italiani.

Secondo gli analisti, l’inasprirsi della tensione con Roma potrebbe spingere Putin a “ricattare” il Governo guidato da Mario Draghi. Il rischio riguarda informazioni riservate e dati sensibili acquisiti nel marzo 2020. E non è la prima volta che la Russia minaccia l’Italia.

La missione russa in Italia: cosa è successo a marzo 2020

Il 22 marzo 2020 all’aeroporto militare di Pratica di Mare, alle porte di Roma, atterra un aereo con a bordo personale russo decollato da Mosca. Ad attenderlo c’è il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. La delegazione russa comprende anche 123 soldati, che restano nel nostro Paese due mesi. L’accordo per la missione è stato preso il giorno precedente con una telefonata tra l’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il presidente russo Vladimir Putin.

In quel momento il livello dei rapporti tra Italia e Russia è all’apice. Nel luglio precedente lo “zar” è stato ricevuto con tutti gli onori a Villa Madama per una cena che ha unito imprenditori e politici. Quando ha inizio la missione, l’Italia è però in piena prima ondata Covid. E difatti l’accordo stabilisce la fornitura da parte russa di umanitari e apparecchiature per fronteggiare l’emergenza sanitaria. Arrivano mascherine, ventilatori e una squadra di medici e infermieri. In realtà in Italia vengono inviati soldati russi specializzati che potrebbero aver raccolto notizie sensibili.

Soldati russi in Italia a caccia di informazioni segrete

Nella nota diramata di recente dal ministero degli Esteri russo si legge: “Il tentativo dei media italiani di dipingere la missione russa anti-Covid in Italia nel 2020 come un’operazione di spionaggio danneggia le relazioni tra Mosca e Roma”. Di fatto però il dubbio resta ed è oggetto di un’indagine del Copasir. Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, assicura che i militari russi “sono sempre stati controllati”. Sono stati ascoltati anche il sottosegretario Franco Gabrielli e i vertici dei servizi segreti.

Nonostante gli sforzi italiani, i soldati di Mosca potrebbero però essere riusciti, in oltre due mesi di permanenza nel nostro Paese, a carpire informazioni semplicemente entrando in contatto con altri soldati e ascoltando i colloqui.

La questione Covid

Le relazioni tra Russia e Italia sono proseguite anche l’anno seguente, con l’intesa tra l’Istituto Spallanzani di Roma e l’Istituto Gamaleya di Mosca per la ricerca sul vaccino. Come riporta il Corriere della Sera, nonostante lo Sputnik non sia stato approvato dalle autorità, i ricercatori russi hanno lavorato per mesi nell’istituto romano, dove hanno avuto accesso al sistema informatico. Le notizie, anche riservate, che Mosca avrebbe potuto far sue sono dunque numerosissime.

Spie russe in Italia: politici nel mirino?

Il timore degli analisti è che la missione umanitaria anti-Covid russa potrebbe essere stata soltanto un pretesto per inviare spie. La loro presenza nel nostro Paese non è purtroppo una novità ed è stata confermata già all’epoca dell’arresto per spionaggio del capitano italiano Walter Biot, il 30 marzo 2021. Nel mirino dei servizi segreti russi potrebbero essere dunque finiti anche dati e informazioni riservate della sfera privata di politici e personalità influenti.

La minaccia della Russia: cosa rischiamo?

Ora che le relazione tra Italia e Russia si sono inevitabilmente raffreddate (al punto che a Mariupol è stata sequestrata una nave italiana), si teme che Putin possa “vendicarsi” o “ricattare” il nostro Paese per la sua scelta di schierarsi al fianco dell’Ucraina. Le informazioni carpite dalle spie e durante la missione potrebbero dunque essere usate per “ritorsione”.

Mosca potrebbe inoltre continuare a far circolare documenti riservati attraverso una rete di “fedelissimi” che in Italia continua a essere molto attiva.