Rapinato l’uomo che vinse 5 milioni al Gratta e Vinci: bottino record

La vicenda che sta monopolizzando l’attenzione dei media arriva dalla provincia di Torino: lo scasso senza precedenti compiuto ai danni di un imprenditore

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Redazione

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La storia che sta richiamando l’attenzione dei media nazionali arriva dal Piemonte e in particolare dalla provincia di Torino. L’oggetto della notizia era stato un vero e proprio colpo di fortuna (leggendo capirete perchè viene utilizzato il passato), risalente a circa un anno fa, con la vincita di cinque milioni di euro tramite un Gratta e Vinci da parte di un uomo di giovane età. Oggi quell’aneddoto si ripropone ma con tutta un’altra veste.

La rapina in provincia di Torino e il valore choc del bottino

Parliamo infatti di una rapina, compiuta con modalità piuttosto rudi, nella tarda serata di venerdì (27 maggio), quando tre soggetti malviventi appartenenti ad una nota banda del torinese hanno aspettato che la vittima rientrasse a casa. Una volta avvistato l’uomo all’interno della propria abitazione, hanno fatto irruzione e lo hanno colpito con una pistola dopo averlo fatto sdraiare sul pavimento assieme alla sua compagna.

Le vessazioni però non sono terminate: i criminali infatti lo hanno obbligato a dichiarare dove custodisse le sue fortune, riuscendo a farsi consegnare ben otto chili di lingotti in oro, per un valore totale di oltre 600 mila euro, a cui vanno aggiunti anche 20 mila euro in contanti. Un bottino difficilmente immaginabile e auspicabile per qualsiasi gruppo professionista di attività illecite, ma questa volta le responsabilità non sono proprio tutte da addossare alla banda criminale.

Chi è la vittima del furto da record compiuto in Piemonte

L’uomo protagonista di questa vicenda da film è un imprenditore di 33 anni che vive a Torre Pellice, tranquillo borgo di circa 4 mila abitanti nella Valle del Pellice, la zona del territorio torinese che più si avvicina al Monviso e al confine con la Francia. Da queste parti sono in molti quelli che sussurrano come l’uomo fosse stato poco accorto nel tenere quel basso profilo consigliabile, se non obbligatorio, in caso di grosse vincite.

Sono diverse le ragioni di chi sostiene questa tesi: l’utilitaria subito cambiata per un Suv superaccessoriato, il lavoro da dipendente mollato i giorni successivi all’incasso per avviare un’autonoma attività imprenditoriale nel settore dei trasporti. E infine il modesto appartamento lasciato dopo l’acquisto della bella villa divenuta teatro della rapina.

Il furto precedente e il valore complessivo dello scasso

Il furto con violenza tra l’altro non può nemmeno essere archiviato come un caso isolato, in quanto lo stesso 33enne era finito vittima di un altro episodio simile (anche se di portata minore): lo scorso Natale, in una sua seconda abitazione sita a Nichelino (sempre nel torinese) gli erano stati sottratti altri quattro lingotti per una somma complessiva di 250 mila euro. Ad oggi dunque l’ammontare complessivo sfiora la quota record di 900 mila euro.

Anche le poche misure cautelative adottate dall’uomo non sono servite a nulla: un trasmettitore satellitare posizionato tra i lingotti ha infatti guidato gli investigatori fino a Torino, ma si trattava di una falsa pista. Probabilmente infatti i malviventi, che se ne sono andati portandosi via anche una bottiglia di Dom Pérignon e una collezione di costosi profumi ancora impacchettati, si sono accorti della trappola e sono riusciti a disfarsi del rilevatore Gps.