La situazione dei Campi Flegrei continua a generare preoccupazione tra i residenti. Al tempo stesso si respira un clima di profonda apprensione su scala regionale e nel governo. La situazione resta sotto controllo ma le condizioni del vulcano non sono affatto stazionarie.
Lo dimostra il fatto che il ministro per la Protezione Civile, Nello Musumeci, sia intervenuto in maniera pubblica per evidenziare le possibili prospettive: “L’attività vulcanica nei Campi Flegrei risulta essere in costante evoluzione. Non si esclude che, perdurando tale situazione, si possa passare al livello di allerta arancione”.
Campi Flegrei: nuovo allarme
La situazione dei Campi Flegrei continua a essere sotto stretta osservazione da parte del governo. Una rassicurazione che il ministro Musumeci si è sentito di fare. Parole che giungono in seguito a un’evoluzione dell’attività bradisismica. Da giorni, infatti, si è intensificato notevolmente il lavoro di dipartimento nazionale, commissione Grandi Rischi e Istituto di geofisica e vulcanologia.
Il 27 e 28 ottobre scorsi si è tenuta una riunione speciale della commissione Grandi Rischi – Settore rischio vulcanico. Sono così iniziate le audizioni di una serie di esperti con esperienza specifica sui Campi Flegrei. Il risultato è il seguente: “I dati scientifici rafforzano l’evidenza del coinvolgimento di magma nell’attuale processo bradisismico di sollevamento del suolo”. Non solo, dal momento che il quadro d’insieme spinge a ritenere possibile un’ulteriore evoluzione dei processi in atto.
Non si respira ancora un clima di allarmismo ma è chiaro come si sia messo piede in una differente fase. Allo stato attuale si prende seriamente in considerazione l’ipotesi di un rapido peggioramento, dinanzi al quale non è minimamente pensabile farsi trovare impreparati. Ciò vuol dire anche “prepararsi all’eventuale necessità di passare rapidamente verso un livello d’allerta superiore rispetto all’attuale giallo”.
Allarme Campi Flegrei
Il Dipartimento della Protezione Civile, sulla base di tali aggiornamenti, ha chiesto ai Centri di competenza, con particolare riferimento all’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, di perfezionare il sistema di monitoraggio. Si spera di riuscire a rilevare in maniera sempre più tempestiva ogni minima variazione nelle condizioni del vulcano. Ciò in connessione con la possibile risalita di magma.
Quest’ultimo potrebbe trovare la giusta via, attraverso i terremoti, per raggiungere la superficie, il che si tramuterebbe in una vera e propria eruzione. Allo stato attuale si registra un crescente clima d’allarme nella popolazione, anche perché le parole di Musumeci, da sole, fanno presagire un imminente disastro.
La domanda che molti locali si pongono è la seguente: perché parlare di allerta arancione, se non ci fossero chiari segnali d’allarme imminente? È dunque necessario chiarire un aspetto. In caso di imminenza reale dell’allerta arancione, sarebbero già in atto dei preparativi concreti per allontanare i cittadini dalle proprie abitazioni.
Se è vero che siamo in una nuova fase, con controlli più serrati e una generale apprensione, è altrettanto vero che non sono previsti tracolli nell’immediato. La vera novità è rappresentata da maggiori monitoraggi e da una quasi totale assegnazione di responsabilità a specialisti del settore, al fine di evitare scelte errate.
A porre la parola fine all’improvviso allarmismo registrato tra i cittadini dei Campi Flegrei è l’Ingv. In relazione al bollettino settimanale 23-29 ottobre 2023, si spiega come siano calati i terremoti e la magnitudo. Rallentati inoltre i fenomeni di sollevamento del suolo. Occorre attendere l’evoluzione della caldera ma, ad oggi, si spiega: “Non si evidenziano elementi tali da suggerire significative evoluzioni a breve termine”.