Accordo tra Chiara Ferragni e Codacons, fino a 150 euro per chi ha comprato il pandoro

L'accordo tra Chiara Ferragni e il Codacons prevede risarcimenti per i consumatori del pandoro "Pink Christmas" e una donazione a favore delle donne vittime di violenza

Foto di Giorgia Bonamoneta

Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Pubblicato: 29 Dicembre 2024 10:25

Chiara Ferragni, il Codacons e l’Associazione utenti servizi radio-televisivi hanno trovato un accordo, si conclude così una parte della vicenda del pandoro Gate che ha coinvolto la più nota influencer italiana. Secondo l’accordo, Chiara Ferragni dovrà versare una cifra di risarcimento ai consumatori che hanno denunciato la vicenda del pandoro Pink Christmas. Saranno anche risarcite le diverse associazioni che hanno sostenuto le spese legali. Infine, l’imprenditrice ha scelto di donare una somma a favore di un ente con iniziative che supportano le donne vittime di violenza.

La fine del pandoro Gate: l’accordo

Il pandoro Gate si chiude, almeno in parte, con l’accordo. Tra Chiara Ferragni e il Codacons torna un clima sereno, anche se mai troppo amichevole. Dopotutto, alla base di questo ritrovato bel tempo c’è un accordo che pone fine alle contestazioni, ma che prevede il versamento di diverse centinaia di migliaia di euro da parte dell’influencer e imprenditrice.

Il Codacons, in particolare, ha chiesto a Chiara Ferragni di aggiungere una somma di 200mila euro a favore di un ente, che in accordo è stato decretato essere uno con iniziative a supporto delle donne vittime di violenza.

Il tema è sempre stato caro all’imprenditrice, che fa sapere si troverà insieme a Codacons a un evento nazionale. Il progetto si chiama “Oltre il silenzio” e vuole assistere e supportare le vittime di violenza di genere in Italia.

Carlo Rienzi, presidente del Codacons, si dice soddisfatto per l’accordo raggiunto, per la donazione concordata che aiuterà molte donne in condizioni di fragilità e per la partecipazione di Chiara Ferragni all’evento di respiro nazionale.

Cosa prevede l’accordo: rimborsi fino a 150 euro

In una seconda comunicazione per la stampa, il Codacons ha comunicato ulteriori dettagli dell’accordo che prevede il risarcimento dei consumatori traditi dalla comunicazione di Chiara Ferragni. Oltre al piano giudiziario, il caso pandoro Gate ha visto i consumatori coinvolti cercare giustizia e risarcimento.

Grazie all’accordo con Chiara Ferragni, tutti i consumatori che avevano acquistato il pandoro Pink Christmas riceveranno un rimborso. Questo sarà possibile solo per chi si è rivolto a Codacons per denunciare quanto accaduto.

Rienzi spiega che gli acquirenti del pandoro Balocco che chiedevano un rimborso di 5,69 euro (differenza tra il prezzo del pandoro tradizionale pari a 3,68 euro e quello griffato di Ferragni 9,37 euro) riceveranno invece un rimborso pari a 150 euro.

Tutto l’indennizzo andrà ai consumatori e non al Codacons, che nell’accordo non riceverà nessun rimborso da parte di Chiara Ferragni oltre alle spese legali sostenute per il procedimento giudiziario (previsto per legge).

Rienzi commenta:

Un risultato che va oltre ogni aspettativa, perché in caso di processo i consumatori coinvolti avrebbero dovuto avviare una lunga trafila giudiziaria per costituirsi parte civile, con spese legali ed enti del tutto incerti, dal momento che i giudici, come spesso avviene in Italia, avrebbero potuto negare qualsiasi rimborso o risarcimento alle parti.

L’accordo quindi sembra far felici tutti, dal Codacons che si dice pienamente soddisfatto, a Chiara Ferragni che può riprendere leggermente fiato. I consumatori riceveranno un rimborso, anche se solo coloro che hanno presentato denuncia presso l’associazione.

Ricordiamo che l’accordo serve soltanto a riconoscere i danni subiti dai consumatori, che credevano di aver acquistato il pandoro Balocco devolvendo il costo maggiorato all’ospedale Regina Margherita di Torino. L’accordo però non cancella le accuse mosse dall’Antitrust, che prosegue il proprio lavoro.