Inchiesta Liguria, dopo le dimissioni di Toti si chiede (di nuovo) la revoca dei domiciliari

Dopo le dimissioni di Giovanni Toti, l'avvocato ha richiesto la revoca dei domiciliari. I giudici decideranno entro una settimana le sorti dell'ex presidente

Foto di Francesca Secci

Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Pubblicato: 30 Luglio 2024 07:34

Sembra che ormai l’inchiesta in Liguria si stia avviando verso una parabola discendente e a una conclusione, dopo le dimissioni ufficiali dell’ex presidente della Liguria Giovanni Toti, ai domiciliari dal 7 maggio scorso con l’accusa di corruzione.

L’avvocato dell’ormai ex governatore ha fatto nuovamente richiesta di revoca dei domiciliari, domanda che le volte scorse era stata respinta dai Pm per la possibilità di inquinamento di prove. Questa possibilità sembra ora essere decaduta dal momento che non copre più alcuna carica istituzionale.

Istanza di revoca deposita dall’avvocato Stefano Savi

L’avvocato di Giovanni Toti, Stefano Savi, ha presentato ufficialmente la domanda di revoca degli arresti domiciliari. La richiesta è stata inviata via Pec e si basa sui nuovi sviluppi nella situazione legale del politico.

“Non ci sono più i presupposti per mantenere la custodia,” ha dichiarato l’avvocato Savi. “Dopo le dimissioni e con la chiusura imminente delle indagini, i requisiti per mantenere Toti ai domiciliari non sussistono più.”

Ora la palla passa ai pm Federico Manotti e Luca Monteverde, che avranno due giorni per esprimere il loro parere sulla richiesta di revoca. Successivamente, il giudice per le indagini preliminari (Gip) avrà cinque giorni per prendere una decisione definitiva sulla questione.

Le dimissioni di Giovanni Toti

Giovanni Toti, che è agli arresti domiciliari dal 7 maggio, dopo mesi di pressioni ha rassegnato le sue dimissioni da presidente della Regione Liguria. L’annuncio ufficiale è stato fatto il 26 luglio, giorno in cui l’assessore regionale Giacomo Giampedrone ha consegnato all’ufficio protocollo della Regione Liguria la lettera di “dimissioni irrevocabili” per conto di Toti.

Nella lettera di dimissioni, Toti ha spiegato le ragioni della sua scelta. “Dopo tre mesi dall’inizio dei miei arresti domiciliari e la sospensione dall’incarico affidatomi dagli elettori per due mandati, ho deciso sia giunto il momento di dimettermi irrevocabilmente da presidente della Giunta Regionale della Liguria,” si legge nella lettera.

Antonio Tajani: “Tentativo di influenzare il voto”

Le dimissioni del presidente della Liguria hanno acceso il dibattito politico. Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha espresso la sua opinione in un’intervista a La Stampa, lamentando di come la situazione possa influenzare negativamente l’opinione degli elettori.

“Mettere Toti nella condizione di scegliere tra le dimissioni e l’uscita dagli arresti domiciliari rappresenta un tentativo di condizionare il voto dei liguri,” ha dichiarato.

Tajani ha evidenziato come la vicenda possa alterare l‘esito delle prossime elezioni. “Questa vicenda rischia di condizionare il voto dei liguri. Costringendo Toti a dimettersi, si è creata una situazione che influisce sulla libertà di scelta degli elettori,” ha aggiunto.

Ha inoltre espresso preoccupazione per la percezione di colpevolezza automatica degli arrestati, accusando un mancato garantismo nel sistema giudiziario.

Il futuro del centrodestra della Liguria. Rixi: “Non mi candido”

Edoardo Rixi, viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha dichiarato in un’intervista al Corriere della Sera di non essere disponibile per una candidatura alla presidenza della Liguria. “Non mi candido. E non cambierò idea al riguardo”, ha affermato il leghista.

Rixi ha spiegato che il centrodestra ligure deve trovare altri candidati validi e che lui stesso ha già un ruolo importante al Ministero. “Se mi dicono che non è una priorità, ne prenderò atto. Ma senza cambiare idea. Non ritengo opportuna la mia candidatura,” ha aggiunto.

Ha inoltre ribadito che non ci sono accordi predeterminati sul suo nome e che il suo ritiro dalla candidatura mira a evitare divisioni all’interno dell’elettorato di centrodestra.

Il viceministro ha parlato poi della necessità di una campagna elettorale costruita dal basso, per garantire la solidità del progetto politico del centrodestra. Rixi ha espresso la sua volontà di continuare a lavorare per le infrastrutture della regione e supportare gli amministratori locali come il sindaco di Genova, Marco Bucci.