Nel 2023 in Italia il maltempo e le cause naturali hanno provocato un record di danni: oltre 6 miliardi, come riporta il dossier dell’Ania (Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici) presentato il 2 luglio. La presidente Maria Bianca Farina ha parlato di dinamiche naturali “sempre più estreme, frequenti e distruttive, che mettono a rischio un numero sempre maggiore di persone e beni”. Ma si tratta, purtroppo, di una stima per difetto: la cifra è riferita unicamente a quanto pagato dall’industria assicurativa e non tiene conto dei beni non assicurati e del cosiddetto lucro cessante, ovvero i mancati incassi di cui imprenditori e lavoratori non hanno potuto beneficiare per danni alle strutture aziendali o ad infrastrutture pubbliche come ponti crollati e strade interrotte.
I danni dell’alluvione e del maltempo
L’assemblea annuale dell’Ania si è svolta alla presenza del Presidente della Repubblica presso l’Auditorium Parco della Musica a Roma.
In Italia si parla dunque di oltre 6 miliardi di danni a beni assicurati, di cui 5,5 miliardi causati da eventi atmosferici e 800 milioni dalle alluvioni in Emilia-Romagna e in Toscana. Si tratta del massimo storico.
L’Ania non è l’unica a presentare la conta dei danni dovuti al cambiamento climatico, recentemente Federcarrozzieri ha evidenziato come i danni sulle auto causati dal maltempo siano raddoppiati in 10 anni.
Risarcimento danni da calamita naturali nel mondo
“Nel 2023, l’industria assicurativa nel mondo ha pagato quasi 100 miliardi di euro per sinistri legati a catastrofi naturali”, ha dichiarato la presidente dell’Ania, Maria Bianca Farina, nel suo intervento all’assemblea dell’associazione precisando che “il cambiamento climatico è una sfida cruciale”.
Il ruolo dell’Europa
Il rapporto ha evidenziato come Eoipa (Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali) stimi che in Europa sono assicurate solo il 25% di tutte le perdite legate alle catastrofi climatiche. L’Ania ritiene che tale percentuale debba “necessariamente aumentare” a fronte di danni sempre più frequenti legati al cambiamento climatico che in Italia colpisce con particolare durezza a causa della fragilità del territorio.
L’Europa, suggerisce l’Ania, dovrebbe “fare la sua parte” sviluppando un nuovo approccio su come gestire collettivamente questi rischi con tutti i soggetti interessati, a partire dalle autorità pubbliche.
Il divario con l’Europa
I premi assicurativi sono cresciuti del +6,6% rispetto al 2022. Nel complesso i premi diversi dalla Rc auto sono cresciuti del +7,7%, con una progressione molto sostenuta per le polizze salute. Tale crescita è spiegabile tenendo presente l’andamento dell’inflazione che si è riflesso sul costo dei risarcimenti. La crescita, viene puntualizzato, è stata inferiore a quella media degli altri Paesi europei. Il divario fra il premio medio Rc auto in Italia e quello europeo è stato di 36 euro nel 2023.
Assicurazioni principali investitori pubblici
Nel corso dell’incontro è emerso come anche nel 2023 le imprese di assicurazione si sono confermate il principale investitore istituzionale in Italia: alla fine dell’anno, gli investimenti in polizze vita rappresentavano il 14% del risparmio delle famiglie italiane. Nel complesso, il totale degli investimenti è stato pari a quasi 960 miliardi, di cui circa 250 in titoli di Stato italiani.