Bolla calda verso l’Europa, temperature su fino a 36 gradi

Un'ondata di caldo arriverà nell’Europa sudoccidentale, per poi diffondersi gradualmente in tutto il continente

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Assistiamo ancora una volta all’avanzamento di un potentissimo promontorio anticiclonico subtropicale proveniente da Marocco e Algeria, diretto verso l’Europa occidentale. La bolla di calore africana raggiungerà la sua massima espansione tra domenica e lunedì, con il suo centro d’azione in quota posizionato tra Spagna e Francia, mentre al suolo avremo la massima pressione atmosferica tra l’area alpina e l’Europa centrale, alimentata dalla costante presenza di un flusso d’aria calda e stabile. Inevitabilmente, in queste situazioni, l’anticiclone verrà in parte indebolito dall’arrivo di correnti perturbate atlantiche costrette a spingersi verso latitudini più settentrionali. Questo porterà come diretta conseguenza l’estensione del flusso di calore, prima verso il Mar del Nord e poi in direzione degli Stati orientali, persino raggiungendo le regioni baltiche.

Temperature in aumento in tutta Europa

Quindi, ci troveremo ancora una volta ad assistere all’arrivo di un flusso d’aria eccezionalmente caldo e umido per questa stagione, proveniente direttamente dalle regioni subtropicali. Inizierà come abbiamo menzionato precedentemente, colpendo prima il Portogallo, la Spagna e la Francia, con un coinvolgimento marginale anche dell’Inghilterra. In seguito, saranno interessate l’Olanda, il Belgio, la Germania, la Danimarca, l’area alpina e persino la Polonia, l’area Baltica e, in generale, l’Europa orientale fino ad arrivare addirittura all’area di Mosca (seppur in forma attenuata) entro metà della prossima settimana.

Il termine “eccezionale” è appropriato, considerando che le previsioni dei modelli meteorologici classificano questo evento come estremo, soprattutto per l’Europa occidentale e l’area alpina. Le temperature a una quota di circa 1500 metri potrebbero risultare addirittura 8-10°C al di sopra della media trentennale del periodo 1981-2010, un aumento significativo. Inoltre, la quota dello zero termico sarà notevolmente elevata, raggiungendo addirittura i 5000 metri o lievemente oltre in alcune zone come i Pirenei, un valore insolitamente alto anche per il periodo estivo. Le Alpi non saranno risparmiate, con lo zero termico che supererà i 4200-4400 metri, creando condizioni meteorologiche straordinarie.

Picchi di temperature in Europa, cosa sta succedendo

Nei prossimi giorni, ci aspettiamo temperature massime straordinariamente elevate, con punte che raggiungeranno i 34°C nella regione sud-occidentale della Francia, picchi di 35-36°C in Spagna e Portogallo, e persino valori superiori nell’Andalusia. Inoltre, in Marocco, potrebbero nuovamente toccare i 40°C. Questi sarebbero valori record per il mese di ottobre e seguono una serie di record già battuti nei mesi precedenti: a settembre, agosto e luglio abbiamo assistito a un rapido e frequente battimento di record di temperatura, con aumenti talvolta di 2-3°C rispetto alla media.

Anche se le temperature previste saranno leggermente inferiori nell’Europa centrale, i valori rimangono notevoli per questo periodo dell’anno. Città come Parigi, Monaco di Baviera, Ginevra, Vienna, Praga e Cracovia potrebbero avvicinarsi ai 27-28°C tra il 2 e il 4 ottobre.

Certamente, anche l’Italia sarà coinvolta dal flusso caldo subtropicale, soprattutto nelle regioni del Centro-Nord, dove ci attendiamo le maggiori anomalie termiche. Per almeno altri 4-5 giorni, dovremo affrontare temperature massime tipiche dell’estate, con punte che supereranno i 28-30°C. Tuttavia, le previsioni indicano anomalie ancora più significative in quota sulle Alpi, dove le temperature raggiungeranno valori che sarebbero già fuori misura persino durante l’estate, figuriamoci ad ottobre. Sono previsti fino a 12-13°C a 2800 metri e 9-11°C a 3000 metri. Come hai già sottolineato, lo zero termico si manterrà a quote molto elevate, generalmente intorno ai 4300-4500 metri, ma potrebbe addirittura sfiorare i 4600-4800 metri sulle Alpi occidentali. È importante ribadire che questi valori sono eccezionali anche per il periodo estivo, ma sono previsti all’inizio di ottobre e potenzialmente rappresentano record per questo mese.

Come sta cambiando il clima in Europa

È indubbiamente evidente come l’Europa, in particolare la sua regione occidentale, sia sempre più soggetta a flussi d’aria non solo molto caldi ma anche umidi direttamente derivati dalle regioni subtropicali o dall’Atlantico tropicale. Queste masse d’aria portano con sé un surplus significativo di energia, che può avere un impatto notevole su vortici e perturbazioni atmosferiche, creando il potenziale per eventi meteorologici estremi.

Questo flusso caldo e umido segue spesso una traiettoria ben definita, interessando inizialmente Spagna, Francia e il Mediterraneo occidentale, e successivamente pulsando tra Mediterraneo centrale e Sud Italia o spostandosi verso l’Europa centrale e il Centro-Nord Italia. Questi schemi meteorologici possono portare a situazioni climatiche estreme, come le grandinate devastanti che hanno colpito il Nord Italia la scorsa estate. Inoltre, è evidente che molte regioni d’Italia stanno sperimentando con maggiore frequenza fasi di caldo molto afoso, il che richiede una maggiore attenzione e preparazione per affrontare gli impatti associati a tali eventi climatici estremi. La comprensione di questi modelli meteorologici è cruciale per prevedere e gestire meglio le situazioni meteorologiche estreme nel futuro.

Cambia la frequenza di eventi eccezionali

Configurazioni bariche simili abbiano fatto parte della storia meteorologica passata. Tuttavia, negli ultimi decenni, siamo testimoni di un cambiamento notevole nella frequenza, nella durata e nell’intensità di tali eventi, con un aumento significativo dalla prima metà degli anni 2000, un trend amplificato in modo ancora più marcato nell’ultimo decennio.

Il principale motore di questa evoluzione climatica è senza dubbio il riscaldamento globale. Nonostante le configurazioni bariche possano mantenere una certa somiglianza con quelle del passato, il nucleo degli anticicloni subtropicali risulta ora mediamente più caldo anche alle alte quote troposferiche. Questo è in piena coerenza con l’aumento delle temperature globali che sta caratterizzando il nostro pianeta. È importante sottolineare che questo non significa che non vi siano più periodi di tempo freddo e temperature al di sotto della media. Tuttavia, questi periodi tendono ad essere meno intensi, meno duraturi e meno estesi rispetto alle fasi di caldo che si verificano in modo sempre più frequente.

Un esempio tangibile di questa dinamica è il passaggio di fronti freddi incisivi, come quello avvenuto lo scorso settembre, che possono portare temperature al di sotto delle medie stagionali per un breve periodo. Tuttavia, è importante notare che queste fasi fredde spesso sono seguite da fasi successive di caldo eccezionale, con temperature ben al di sopra delle medie stagionali. Questa sequenza di eventi climatici è in perfetta linea con il cambiamento climatico in corso, che sta influenzando profondamente il comportamento dei sistemi meteorologici globali e contribuendo all’aumento delle temperature medie su scala planetaria.

In questo contesto, è fondamentale considerare queste tendenze quando si progettano strategie di adattamento al cambiamento climatico e si formulano previsioni future. L’adattamento a eventi meteorologici estremi sempre più frequenti e intensi richiederà sforzi congiunti a livello globale per mitigare gli impatti del cambiamento climatico sulla società e sull’ambiente.