Se c’è un’evidente differenza tra gli eventi musicali live del passato e quelli odierni è senza ombra insita nel mondo in cui li viviamo. In parte siamo lì, in parte nascosti dietro un display. Motivo di polemica/confronto/scontro da anni, ma uno dei pochissimi a grandi livelli ad aver fatto qualcosa in merito è stato Bob Dylan.
Nonostante i suoi 82 anni, infatti, ha mostrato nuovamente la via per aprire le porte a una rivoluzione culturale. Il poeta, premio Oscar, Pulitzer e Nobel, sta tentando di traghettare l’ambiente musicale indietro di 20 anni. Potrebbe sembrare un controsenso, ma non lo è. Riuscire a spingere i propri fan a vivere il momento, realmente, è qualcosa che molti artisti agognano, ma come?
Concerti phone free
L’età non è di certo un limite per Bob Dylan, impegnato nel suo ennesimo tour mondiale, Rough and Rowdy ways, che lo ha visto in Italia per ben cinque tappe. Queste, così come tutte le altre, sono state caratterizzate da un obbligo: divieto assoluto per gli smartphone.
Impossibile affidarsi alla capacità di autoregolarsi del pubblico, in casi del genere. Per questo si è scelto di optare per una specifica sacca, prodotta dall’azienda Yondr, così da rinchiudere il dispositivo per l’intera durata dello show, e con esso il sogno mai realizzato di girare video di 3 minuti, che vedremo ancora e ancora. Tutto verrà apprezzato per una manciata di secondi il giorno dopo, lo sappiamo tutti, per poi finire nel dimenticatoio della galleria.
Guardandosi intorno, invece, si potrebbe avere la chance di cogliere ulteriori dettagli sul palco e non solo, o magari interagire con altri spettatori, appassionati allo stesso modo. In sintesi, la musica ispira e unisce, gli smartphone invece ci isolano.
Limite smartphone: come funziona
Come detto, lo strumento chiave per garantire un concerto privo di smartphone, salvo poche eccezioni caratterizzate da quei furbetti incapaci anche solo di immaginare tale prospettiva, sono le custodie Yondr.
Vietate riprese video, registrazioni audio e lo scatto di foto. Ciò vale per tutti i concerti di Bob Dylan, stanco di vedere tante lucine e volti illuminati dalla retroilluminazione dei loro display. Il suo sogno è che le uniche persone a poter avere prove effettive, mentali ovviamente, di quanto accaduto siano i partecipanti.
La Yondr, cui si è affidato, è un’azienda molto giovane, nata in California nel 2014. Ciò che produce sono custodie magnetiche specifiche per smartphone (vietati insieme con qualsiasi altro dispositivo digitale in grado di effettuare video, foto e registrazioni audio, ndr).
Realizzate in neoprene, queste custodie sigillano il dispositivo, sfruttando un sistema magnetico simile a quello dell’antitaccheggio presente nei negozi, principalmente sui capi d’abbigliamento. Il telefono resta con il legittimo proprietario, anche perché la riconsegna finale sarebbe a dir poco caotica. Prima di andare via, però, ognuno dovrà recarsi presso le postazioni “phone free”, presenti in tutte le tappe del tour. Ciò è possibile anche in caso d’emergenza durante l’esibizione live, e soltanto per la durata della telefonata effettuata o ricevuta.
Quello di Bob Dylan non è un esempio isolato ma neanche così tanto comune, anzi. Si ricordano altri grandi artisti che hanno pretesto questo livello di compenetrazione da parte del pubblico, spinto a non distrarsi. Parliamo dei Guns ‘N’ Roses e di Alicia Keys, ad esempio.
Si è però scatenata una mini polemica web, dal momento che i dettagli dei costi precisano come 5 euro vengano tassati per la custodia Yondr. Ciò vuol dire che la decisione di Bob Dylan ha un effetto economico diretto sul pubblico, chiamato a pagare per subire questa limitazione. Quando ci renderemo conto di quanto tutto ciò sia in nostro favore, forse spariranno anche tali voci dal coro.