Il caso del bambino che si è ustionato bevendo un integratore: cosa sappiamo

Immediato il ritiro dal commercio del prodotto in questione: ecco la spiegazione del ministero sui problemi rilevati

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

È una storia che ha davvero dell’incredibile e dell’inquietante, quella che giunge dalla Campania. Un bambino è stato ricoverato d’urgenza presso l’Ospedale Santobono di Napoli dopo aver bevuto un integratore. Condizioni molto serie, con ustioni a gola e stomaco. Immediato l’intervento del ministero della Salute e dei Nas di Taranto.

Ustioni da integratore

Si è di colpo ritrovato in ospedale un bambino di 6 anni, finito in Pronto Soccorso a causa di un sorso di integratore. Ustioni a gola e stomaco, riportate dal piccolo circa un mese fa a Napoli. La notizia è ora divenuta di dominio pubblico e, fortunatamente, gli aggiornamenti del caso riportano come, in seguito alle cure necessarie, il paziente sia stato riportato a casa dai genitori.

Le sue dimissioni, però, non bastano ovviamente a ritenere chiusa la vicenda. Una situazione allarmante, che ha spinto il ministero della Salute a richiamare tutti i lotti del prodotto dal mercato. Del caso si stanno occupando i Nas di Taranto, insieme con il personale dell’Asl di Brindisi, dal momento che è qui che la società ha sede e produce l’integratore.

Ritiro dal mercato

Prima del ritiro del prodotto dal mercato, è stato necessario un processo d’analisi. Per questo motivo, nonostante il bambino sia stato ricoverato al Pronto Soccorso circa un mese fa, la decisione del ministero della Salute è giunta appena lo scorso 4 novembre.

Il prodotto in questione è AlkaWater Plus Integratore Alimentare. È importante porre in evidenza il nome, dal momento che alcuni cittadini potrebbero avere il prodotto in casa, acquistato in precedenza. Allo stato attuale, infatti, si sconsiglia caldamente l’assunzione, nonostante il caso registrato sia unico.

Si attendono ulteriori aggiornamenti ma, per il momento, è fatto assoluto divieto di commercializzare il prodotto, proposto da Vivere Alcalino srl, società che ha sede a Canosa di Puglia, in provincia di Brindisi. Una realizzazione totalmente pugliese, con produzione e confezionamento affidati a Natural Research snc, società della provincia di Barletta Andria Trani.

Nel provvedimento ministeriale è possibile leggere la chiara motivazione: rischio chimico. Due parole che generano ovviamente uno stato d’apprensione nei consumatori, soprattutto in coloro che hanno già avuto modo di testare l’integratore in questione.

Ma cos’è accaduto, nello specifico? Il documento ministeriale chiarisce i dati accertati dalle indagini dei Nas e degli esperti dell’Asl già indicati. Stando alle rilevazioni dei lotti in commercio attualmente, è stato evidenziato un elevato contenuto di idrossido di potassio.

Stando al sito di Vivere Alcalino, l’obiettivo del prodotto è quello di elevare il pH dell’acqua potabile. In questo modo si garantisce il fisiologico equilibrio acido-basico. Eppure il lotto in questione era talmente “corrotto” che appena 5 gocce ingerite, definite come dose consigliata, sarebbero bastate a determinate un effetto caustico.

Le problematiche sono però differenti. Il ministero ha evidenziato la mancanza del pittogramma di pericolo nel bugiardino. Occorre tener conto, inoltre, di come gli integratori alimentari siano destinati a essere assunti in piccoli quantitativi unitari. La diluzione necessaria di AlkaWater, però, non rispetta tali caratteristiche.

Rifacendoci al sito dell’Efsa, ovvero l’autorità europea per la sicurezza alimentare, gli integratori alimentari sono fonti concentrate di nutrienti o altre sostanze con effetto fisiologico o nutrizionale. Sono commercializzati in forma di “dose”, ma non è questo il caso. Uno dei motivi per i quali la commercializzazione è stata interrotta repentinamente.