A partire da luglio 2025, chi viene colto alla guida con un tasso alcolemico elevato potrebbe dover affrontare un cambiamento importante: l’introduzione di un sistema elettronico che blocca l’accensione del veicolo in caso di positività all’alcol. Questo strumento è chiamato alcolock ed è già adottato in diversi Paesi europei. Sta per diventare parte del panorama normativo italiano, con tutta la burocrazia e le contraddizioni del caso.
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Cosa prevede il nuovo provvedimento che disciplina l’alcolock
Secondo quanto stabilito dalle modifiche al Codice della Strada, il nuovo meccanismo sarà imposto ai trasgressori abituali, con obbligo di installazione a carico del conducente. Il dispositivo, noto come alcolock, misura la concentrazione di alcol nell’aria espirata dal guidatore e impedisce l’avvio del motore se questa supera lo zero.
La normativa è tecnicamente in vigore dal 14 dicembre 2024, ma l’attuazione concreta era sospesa in attesa del consueto balletto del decreto attuativo. Ora, la bozza è stata spedita a Bruxelles e attende il placet europeo entro il 18 giugno. Se tutto fila liscio, il dispositivo entrerà nei cruscotti italiani già nel cuore dell’estate.
Quanto costa e chi sono i destinatari
Il costo dell’installazione sfiora i 2mila euro, cifra che resta tutta sulle spalle dell’automobilista. A questa somma vanno aggiunte le spese accessorie: boccagli monouso, manutenzione e una buona dose di pazienza.
L’obbligo riguarda chi è stato condannato in via definitiva per guida in stato di ebbrezza con un tasso superiore a 0,8 grammi per litro. Due anni di obbligo post-sospensione della patente, che diventano 3 se il livello di alcol nel sangue supera 1,5 grammi per litro.
C’è poi l’effetto collaterale sulle famiglie. Se il veicolo è condiviso con altri componenti del nucleo, ogni guidatore dovrà passare dal boccaglio. Poco importa se non ha mai toccato un bicchiere o se il Codice della Strada gli consente un sorso. L’alcolock in questo caso non fa distinzioni.
Cosa rischia chi non rispetta l’obbligo
Per chi decide di ignorare l’obbligo, il menù sanzionatorio è ben fornito: si parte da 158 euro e si può arrivare a 638, con in aggiunta la sospensione della patente da uno a sei mesi.
Se poi qualcuno ha l’idea brillante di manomettere il dispositivo, le multe raddoppiano. E se, oltre a non averlo montato, si viene pizzicati di nuovo ubriachi alla guida, le sanzioni lievitano ancora.
Responsabilità degli installatori e del conducente
Gli installatori saranno responsabili del montaggio dell’alcolock secondo le indicazioni del produttore. Dovranno applicare un sigillo che, in caso di manomissione, si autodistrugge.
Qui iniziano i primi malumori. Federcarrozzieri protesta: a decidere chi potrà installare l’alcolock saranno i produttori stessi. E i periti dell’Aiped non sono più tranquilli. Temono che un sigillo danneggiato da un incidente venga interpretato automaticamente come prova di alterazione.
Alla fine del montaggio, gli installatori consegneranno il certificato di taratura e le istruzioni. Il decreto chiarisce che l’operazione non richiede la visita della motorizzazione. Ma in caso di controllo su strada, la carta d’installazione e il certificato dovranno essere sempre presenti a bordo.
Toccherà al conducente verificare periodicamente la validità della taratura, secondo le indicazioni del produttore. Un certificato scaduto equivale a una porta spalancata alle sanzioni. La documentazione, in originale, deve essere sempre nel veicolo, pronta per essere mostrata in caso di controlli.