L’indotto delle Atp Finals per Torino e per l’economia italiana

Grandi sponsor e centinaia di Paesi collegati in tutto il mondo, ma anche milioni di turisti in tutta la penisola: i numeri record delle Atp Finals 2023

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Federico Casanova

Giornalista politico-economico

Giornalista professionista specializzato in tematiche politiche, economiche e di cronaca giudiziaria. Organizza eventi, presentazioni e rassegne di incontri in tutta Italia.

Quella del 2023 verrà ricordata senza ombra di dubbio come l’edizione dei record della Atp Finals di tennis. Ci sono davvero tutti gli ingredienti necessari affinché il torneo di fine anno in scena al Pala AlpiTour di Torino finisca dritto negli annali della storia di questo sport. Gli Dei di questa disciplina – e i tantissimi addetti ai lavori assodati dalla Federazione nel capoluogo piemontese – devono essersi impegnati parecchio affinché si verificasse la congiuntura favorevole che sta impressionando gli appassionati di tutto il mondo.

Partiamo da alcuni dati che rendono bene l’idea sulla portata planetaria che l’evento ha saputo conquistare. Per un impianto sportivo che può ospitare in contemporanea fino a 12mila spettatori, sono stati generati circa 160mila biglietti per coprire gli spalti e le tribune durante gli otto giorni di incontri. Risultato: tagliandi finiti in poche ore (e neanche a prezzi modici), con un 60% di acquirenti nostrani e un rimanente 40% suddiviso in particolare tra svizzeri, inglesi, tedeschi e austriaci.

Sinner incanta il mondo, ma la vera vincitrice delle Atp Finals è Torino: tutti i numeri

Che la gloriosa cavalcata di Jannik Sinner abbia galvanizzato un po’ tutti, anche aldilà dei nostri confini nazionali, è fuori discussione. L’affermazione di classe e personalità del giocatore altoatesino (apprezzato per la sua glaciale temperanza – e per le origini comuni – anche dalle parti di Berna e Ginevra, di Zurigo e Vienna, di Lubiana e di Fiume) ha calamitato l’attenzione di mezzo mondo, generando un entusiasmo sportivo come non si vedeva da tempo.

A completare il quadro ci hanno pensato le sue gesta sul campo, a partire dai tre match vinti nella fase a gironi, quando ha messo in fila prima l’altalenante greco Stefanos Tsitsipas, poi il pluri campione di tutto Nole Djokovic, e poi il suo quasi coetaneo di grande crescita Holger Rune. Il tutto con una fermezza di polso e una lucidità mentale da fare invidia ai professionisti più navigati, una consapevolezza che ancora (in parte) non può del tutto essere, visti i soli 22 anni di età.

Si è così arrivati al sabato, quando i dolori alla schiena facevano temere il peggio, soprattutto se dall’altro lato della rete c’è un avversario tra i più ostici dell’intero circuito, il russo Daniil Medvedev (che, tra l’altro, a differenza di Sinner un paio di tornei dello Slam se li è già portati in bacheca). Il risultato di 6-1 con cui Jannik lo ha schiantato nel terzo e decisivo set è stata l’apoteosi di un pomeriggio che ha fatto ricordare l’Italia unita a tifare davanti alla TV durante le partite della Nazionale di calcio ai grandi appuntamenti. La finale – ancora contro Djokovic – ha chiuso il cerchio di un sogno collettivo ad occhi aperti durato lo spazio di una settimana.

Hotel, negozi, musei e mezzi di trasporto: volano gli introiti a Torino con le Atp Finals di tennis

I numeri, dicevamo. Mai così alti quelli del montepremi per gli otto partecipanti (divenuti nove nel momento in cui il polacco Hubert Hurkacz è dovuto subentrare a Tsitsipas per l’ultima partita del Round Robin). Degli emolumenti garantiti ai tennisti presenti a Torino ne abbiamo parlato in maniera approfondita in questo articolo, cercando di analizzare tutte le componenti dei cachet previsti per ogni game disputato. Anche da questo punto di vista, l’edizione 2023 di Torino non ha eguali nella storia delle Atp Finals.

Cosa resta però dopo questa settimana di magia? Per la città, la manifestazione ha rappresentato una vera e propria pepita d’oro, con un indotto complessivo sul territorio che gli esperti hanno stimato attorno a 220 milioni di euro nel solo mese di novembre. Hotel invasi dalle prenotazioni già da inizio anno e ristoranti pieni come non mai (complici le condizioni climatiche del tutto favorevoli). E poi i taxi sempre all’opera, i musei cittadini presi d’assalto e i negozi di artigianato letteralmente svaligiati dai tanti turisti che desideravano tornare a casa con il modellino della Mole Antonelliana o il poster della prima Fiat Topolino.

Dentro e fuori dal campo, le Atp Finals sono una vittoria per Torino e per l’Italia

Anche volendo rimanere strettamente all’interno delle mura del Pala AlpiTour (una delle poche strutture sportive che hanno avuto vita anche dopo le Olimpiadi invernali del 2007, evento per cui il palazzetto venne progettato), la circolazione di capitale ha raggiunto vette del tutto impensabili nel 2021, anno in cui è cominciato il quinquennio che vede Torino come sede del torneo per i tabelloni del singolare e del doppio maschili.

Grazie al contributo economico e materiale – come le navette per lo spostamento logistico degli spettatori – di alcuni grandi sponsor di livello internazionale come l’italianissima Lavazza, la holding giapponese Nitto (leader globale nella produzione di materiali hi-tech derivanti dalla gomma) e altre 26 aziende, il valore complessivo su cui può poggiare l’organizzazione del torneo rende possibile il raggiungimento di ogni sorta di traguardo in termini di marketing e promozione commerciale.

A fare da corredo a tutto questo, ci sono gli accordi per la vendita dei diritti televisivi. La copertura mondiale che le Atp Finals hanno saputo costruirsi permette a Sinner e avversari di comparire sugli schermi televisivi di ben 179 Paesi, con il coinvolgimento di oltre 60 emittenti che hanno inviato in Piemonte i propri delegati. Ne è la prova il via vai irrefrenabile creatosi all’interno delle cabine tecniche, dove hanno gravitato da mattina a sera centinaia di addetti ai lavori tra giornalisti, registi, cameramen, opinionisti e operatori di vario genere.

Atp Finals, cosa succederà in futuro? Torino aspetta e si gode il successo

Dopo i quattro anni nell’avveniristico palazzetto di Shangai (tra il 2005 e il 2008) e le dodici edizioni consecutive disputate presso la O2 Arena di Londra, la scelta di traslocare a Torino sembra essersi rivelata vincente, ora che siamo a metà del periodo stabilito ed è possibile fare un primo bilancio. La città ne ha risentito in positivo, lo sport anche (visto l’appeal crescente anno dopo anno, nonostante le mode temporanee che vedono la comparsa altre discipline più recenti come il padel). Cosa accadrà dopo il 2025 non è dato saperlo, ma quella piemontese pare a tutti gli effetti una risposta ben assestata alla tendenza che vede il Medio Oriente come centro unico globale per le grandi manifestazioni.

La gioia è contagiosa, la soddisfazione è grande e il valore delle Atp Finals di tennis disputate in Europa continua a crescere ora dopo ora. Qualsiasi sarà la sede designata per il prossimo futuro, al momento l’unica certezza ha le sembianze di un giovane ragazzo con i capelli color carota che sta diventando l’idolo della sua generazione. Con umiltà e carattere, Sinner sta facendo bene alla comunità mondiale della pallina gialla: dopo un ventennio di mostri sacri come Roger Federer, Rafa Nadal e lo stesso Nole Djokovic, vincere questo punto (sia per Jannik, che per Torino) non era affatto scontato.