Quanto vale il montepremi record del Six Kings Slam per Sinner, Alcaraz e gli altri

Trattamento da sogno per i sei tennisti volati in Arabia Saudita per partecipare alla competizione dello sceicco Alalshikh: piscina, bodyguard e tanti altri benefit

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Federico Casanova

Giornalista politico-economico

Giornalista professionista specializzato in tematiche politiche, economiche e di cronaca giudiziaria. Organizza eventi, presentazioni e rassegne di incontri in tutta Italia.

Pubblicato: 18 Ottobre 2024 20:08

Inutile girarci intorno: come in ogni ambito della società contemporanea, anche nel mondo del tennis i soldi fanno la differenza in maniera sempre più determinante. Altrimenti non ci sarebbe modo di spiegare la partecipazione di Sinner, Alcaraz, Djokovic, Nadal, Medvedev e Rune al Six Kings Slam, il primo grande torneo al mondo ad ingaggiare i più forti tennisti in circolazione pur non essendo inserito nel calendario dell’Atp World Tour.

La competizione si svolge a Riyadh, in Arabia Saudita, ed è stata organizzata da Turki Alalshik, uno degli uomini più ricchi e influenti dell’intera penisola araba. È lui il deus ex machina dei grandi eventi (sportivi e non solo) che stanno via via traslocando presso la Corte reale saudita, dove Alalshik ricopre l’incarico di ministro e presidente della Gea, che sta per General Entertainment Authority. Ed è sempre lui ad aver predisposto un vero e proprio soggiorno da sogno per i sei partecipanti al Six Kings Slam, che in queste giornate di metà ottobre – pur sempre con lo spirito di competitività che li contraddistingue – stanno vivendo un’esperienza unica nella storia del tennis.

Come funziona il Six Kings Slam, il torneo più ricco e lussuoso della storia del tennis

Non c’è niente di normale nell’esibizione più ricca di sempre. A cominciare dalla formula, che prevede la partecipazione di soli sei tennisti: nel caso specifico, Nole Djokovic e Rafael Nadal (i due atleti più titolati nella storia di questo sport) partivano accedendo direttamente alle semifinali, in cui li hanno raggiunti l’attuale numero uno al mondo Jannik Sinner e il suo acerrimo rivale Carlos Alcaraz (che nell’anno corrente si sono spartiti i quattro tornei del Grand Slam), battendo rispettivamente Daniil Medvedev e Holger Rune nelle sfide dei quarti di finale. Nella giornata di giovedì 17 ottobre, i due giovani astri hanno sconfitto anche i due veterani, qualificandosi per la finale in programma sabato 19 ottobre, con l’inizio del match fissato a partire dalle ore 18:30.

Il nostro beniamino nazionale e il talento spagnolo si sfideranno per il titolo finale, per aggiungere un nuovo capitolo alla loro appassionante rivalità, ma soprattutto per il montepremi record di 6 milioni di euro stanziati dal magnate Alalshik per il vincitore del torneo. Ma non andrà male nemmeno a chi non arriverà primo: infatti, solo per presentarsi a Riyadh e partecipare, la ricompensa è di 1,5 milioni di euro. Numeri da capogiro, che nemmeno palcoscenici come Wimbledon, il Roland Garros, l’Australian Open o lo Us Open sono mai riusciti a raggiungere.

Il dietro le quinte del Six Kings Slam: suite da sogno, piscina e cene di gala a Riyadh per Sinner & co.

Mai come in Arabia Saudita vale la pena utilizzare il termine pascià per descrivere il trattamento riservato ai sei tennisti del Six Kings Slam. Per l’alloggio, Sinner e gli avversari possono disporre di una suite super accessoriata all’interno del fastosissimo St. Regis Hotel, una delle location più gettonate dell’intera Arabia Saudita per quanto riguarda il turismo di lusso. Nelle aree comuni troviamo una grande piscina per i momenti di relax e una sala giochi per le attività di svago. Tutto, ovviamente, compreso nel prezzo di ingaggio dei campioni.

Anche la sicurezza dei sei tennisti è curata al minimo dettaglio, con una squadra di bodyguard personali che li seguono a vista d’occhio durante tutto il soggiorno. Anche perché, in ogni serata del torneo, i partecipanti sono chiamati a presenziare a eventi istituzionali e cene di gala, in compagnia dei rappresentanti più illustri della Corte reale saudita. Gli ingredienti, dunque, ci sono tutti: è ufficialmente partito l’assalto di Alalshik e del governo arabo al grande tennis mondiale. A suon di milioni.