La serie A cambia faccia: addio alle vecchie retrocessioni

Il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, ha in mente una sera riforma del calcio italiano: ecco come cambieranno le retrocessioni

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Il mondo del calcio è in costante evoluzione. I tifosi lo hanno ben capito, purtroppo. Ogni anno occorre fare i conti con un cambiamento. Si va dalle sfumature dei regolamenti al calendario, che nel corso delle ultime stagioni ha fatto del “modello spezzatino” un credo, e non solo. L’ultimo obiettivo prefissato dal presidente della FIGC, Gravina, è quello di portare a termine delle riforme strutturali molto rilevanti. Nel mirino anche le retrocessioni, che potrebbero veder modificata la propria struttura, oltre che il numero.

Le riforme di Gravina

Il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, ha presieduto il Consiglio Federale nella giornata di giovedì 16 novembre. Un appuntamento che ha portato a un’accelerazione del programma di riforme che potrebbe di cambiare faccia al mondo del calcio in Italia.

Il prossimo grande appuntamento, sotto questo fronte, è stato fissato per l’11 marzo 2024. Tra alcuni mesi ci sarà un’Assemblea straordinaria, che avrà come obiettivo la modifica dello Statuto. Lo scopo ultimo è quello di procedere all’eliminazione di quello che viene definito “diritto d’intesa”.

Spieghiamo in breve cosa si intende con quest’espressione: trattasi di un meccanismo che consente a una singola Lega di bloccare la decisione dell’Assemblea, anche se questa è stata ottenuta con il 75% dei consensi. Il tutto è previsto dall’articolo 27 dello Statuto della Federcalcio. In parole povere, il presidente ha deciso di intervenire in maniera netta per eliminare quello che definisce “un blocco che non permette la riforma del calcio italiano”.

Gravina ha sottolineato come un’intesa sulle riforme sia cosa assolutamente necessaria. Si procederà però comunque, anche in assenza di quest’ultima. Ecco a cosa servirà l’Assemblea straordinaria indetta per il 2024. C’è tempo ancora per le varie componenti di trovare un terreno comune. In caso contrario, però, “la scelta strategia di riforma del calcio italiano” avverrà lo stesso.

Cambiano le retrocessioni in serie A

Non resta che comprendere in che cosa consista, esattamente, il programma di riforma che Gabriele Gravina ha in mente di attuare. Tuttosport ha gettato luce sulla situazione, evidenziando come l’intenzione principale del presidente della FIGC sia quella di creare un ambiente che sia economicamente più sostenibile.

Non si punterà a ridurre il numero di squadre. Ciò consentirebbe di certo una redistribuzione migliore delle somme economiche, ma non è una strada presa in considerazione al momento (tale scenario sarà raggiungibile unicamente nel caso in cui i club non riescano a rispettare i criteri di iscrizione, che dovrebbero essere inaspriti nel corso dei prossimi anni).

Pare si guardi alla riduzione delle retrocessioni, come misura importante per il futuro della serie A. Non si tratta di un’operazione facile, tutt’altro. Gli equilibri sono particolarmente fragili. Si potrebbe pensare di ridurre a due il numero dei club che dalla massima lega retrocedono nella serie B. In caso contrario non sarebbe da escludere l’adozione del modello tedesco. In Bundesliga, infatti, si attua uno spareggio tra la terzultima della prima serie e la terza di quella cadetta.

Ridurre le retrocessioni, però, aprirebbe un ulteriore dibattito. Andrebbe infatti ridiscussa la possibile maggiorazione della mutualità dalla massima divisione alle leghe inferiori. Il mondo del calcio in Italia sta cambiando ma, più che le retrocessioni, il vero elemento d’interesse promette d’essere quello appena accennato in precedenza: il processo d’iscrizione al campionato. Ci sarà un nuovo sistema di licenze nazionali per l’iscrizione ai campionati 2024-25.

La procedura d’iscrizione dovrebbe essere anticipata alla prima metà di giugno, ma soprattutto ci sarà spazio per nuovi indicatori di controllo. L’obiettivo ultimo è quello di ridurre l’indebitamento generale dei club. Una situazione insostenibile, che mette in dubbio l’intero sistema calcio in Italia.