Arriva il Salva calcio: quanto vale l’aiutino del governo Meloni ai club

Importanti novità sulla misura che aiuta i club di A nel pagamento dei propri debiti: un successo per il pallone, un po' meno per l'economia

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Federico Casanova

Giornalista politico-economico

Giornalista professionista specializzato in tematiche politiche, economiche e di cronaca giudiziaria. Organizza eventi, presentazioni e rassegne di incontri in tutta Italia.

Da Salva calcio a Salva sport, un passo indietro dovuto per cercare di accontentare tutti e non lasciare indietro nessuno. Sembrerebbe questa la strada che il Governo vorrebbe intraprendere in manovra sulla misura dedicata al mondo del pallone indebitato, con numerosi club di Serie A che avrebbero fatto pressioni affinché tutti i debiti accumulati in queste stagioni influenzate dal Covid possano essere estinti in “comode rate”.

Una vera e propria dilazione da record quella pensata e da inserire in uno degli emendamenti alla legge di bilancio che dovrà andare in approvazione entro il 31 dicembre 2022 per evitare l’esercizio provvisorio, una misura che però potrebbe non riguardare soltanto il calcio.

Da Salva calcio a Salva Sport

Dopo aver avuto una gestazione complicata, con una prima modifica bipartisan sabotata come emendamento al decreto di conversione del Dl aiuti-quater (qui vi abbiamo parlato del decreto) perché accusata di essere apertamente a favore delle società di Serie A che in questi ultimi anni non sono state trasparenti nei conti, il “salva calcio” potrebbe rientrare in legge di Bilancio come richiesta da parte del Governo con un emendamento dedicato che ne potrebbe ampliare la platea dei destinatari potenzialmente ammessi. Infatti si potrebbe presto passare dal calcio allo sport in generale, con società calcistiche in primis, ma anche federazioni, associazioni e società sportive in generale che potrebbero sfruttare la misura.

Si tratta, nello specifico, di una maxi rateizzazione del pagamento a rate dei versamenti tributari e contributivi sospesi fino al 22 dicembre che, dovesse passare l’emendamento, andrebbero dilazionati in rate comode da 60 mesi. Numeri alla mano, quindi, le società avrebbero ben 5 anni di tempo per correre ai ripari per mettere le pezze alla forte difficoltà dopo due anni di pandemia e il forte contraccolpo per i ricavi da biglietto per le misure di distanziamento.

Una misura che, in primis, sorride ai club di Serie A che però dovranno stare attenti a tutte le postille del caso. Infatti il versamento rateizzato a 60 mesi sarà di pari importo, ma verrà implementato con una penale del 3%. Le prime rate, ben 3, dovranno poi essere pagate entro 7 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione.

Un successo per Lotito e il pallone

L’eventuale passaggio da salva calcio a salva sport farebbe sorridere e non poco il mondo del pallone, con un uomo su tutti che si starebbe sfregando le mani. Parliamo di Claudio Lotito, presidente della Lazio nonché senatore eletto nella circoscrizione Molise, che nel biennio recente di gestione sotto pandemia ha visto i conti del club bianconceleste in profondo rosso.

Se tra i club più indebitati al momento, sorvolando la questione scandalo Juve, c’è l’Inter con un buco di 50 milioni, gli aquilotti seguono con 40 milioni di debiti davanti alla Roma (38 milioni. Le big del calcio nostrano, con Napoli e Milan che seguono con negativi di 25 e 10 milioni, hanno infatti risentito della pandemia e la misura modificata e ampliata anche ad altri sport permette di pagare più comodamente i debiti. Un successo per il pallone, un po’ meno per il ministro dello Sport Abodi e per quello dell’Economia Giorgetti se non dovesse passare lo stesso sconto per le altre aziende.