Ricorso Figc contro multa dell’Antitrust da 4 milioni: l’impugnazione davanti al Tar

La Figc ha presentato ufficialmente al Tar il ricorso per la maxi multa da oltre 4 milioni di euro sancita dal Garante per il mercato per abuso di posizione dominanta

Foto di Claudio Carollo

Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Pubblicato: 23 Settembre 2024 23:43

La Federcalcio ha presentato ufficialmente al Tar il ricorso contro la multa da oltre 4 milioni di euro comminata dall’Antitrust per abuso di posizione dominante per l’organizzazione dei tornei giovanili. L’Autorità garante del mercato aveva sanzionato la Figc a luglio con l’accusa di aver escluso da questa attività gli Enti di Promozione sportiva, limitando la loro partecipazione nel settore delle competizioni calcistiche amatoriali. Contestazioni respinte dalla Federazione, che ha sin da subito annunciato l’intenzione di fare ricorso.

Il ricorso della Figc

“La Figc ritiene la sanzione ingiustificata, basata su argomentazioni documentalmente riscontrabili e su un ragionamento giuridico errato” è quanto aveva comunicato in una nota dalla Federcalcio in seguito alla delibera dell’Agcm, che stabiliva una multa rilevante, da 4.203.447,54 euro.

“Peraltro tale sanzione è stata irrogata con le stesse motivazioni con le quali era stata sanzionata la federazione sport equestri in analogo procedimento, decisione poi annullata dal Consiglio di Stato” aveva scritto ancora la Figc, ribadendo “l’assoluta correttezza del proprio operato” e annunciando l’intenzione del ricorso con richiesta di sospensiva, in forza anche dell’annullamento da parte del massimo tribunale amministrativo dello stesso tipo di multa comminata alla Fise.

A distanza di due mesi, l’impugnazione è stata formalmente depositata al Tar del Lazio. Il ricorso amministrativo è stato affidato alla competenza della prima sezione del tribunale amministrativo ed è in attesa della data dell’udienza collegiale in camera di consiglio.

La multa dell’Antitrust

Con la delibera dello scorso 1 luglio, l’Autorità garante del mercato dichiarava di aver accertato come la Figc, almeno a partire dall’1 luglio 2015, abbia messo in atto una “complessa strategia escludente per rafforzare la propria posizione dominante nell’organizzazione di competizioni calcistiche giovanili a carattere agonistico e per estenderla anche al mercato dell’attività ludico-amatoriale, in cui opera in concorrenza con gli Enti di Promozione Sportiva (Eps)”.

“La strategia abusiva si è realizzata innanzitutto attraverso la mancata stipula, da parte della Figc – scriveva la stessa Agcm nella nota – delle convenzioni richieste dal Regolamento Eps del Coni (2014) per lo svolgimento dell’attività agonistica.

“Ciò ha consentito alla Federazione di precludere agli Eps l’accesso al mercato dell’organizzazione di eventi a carattere agonistico, garantendo così a sé stessa una posizione di sostanziale monopolio” è stata la contestazione mossa dall’Antitrust.

“In secondo luogo – aveva specificato ancora il Garante – la Figc ha usato in modo strumentale il proprio potere regolatorio, considerando illegittimamente come agonistica l’attività amatoriale svolta dagli Enti di Promozione Sportiva con atleti compresi tra i 12 e i 17 anni, imponendo anche per gli atleti fino ai 12 anni (per definizione non rientranti nell’attività agonistica) il convenzionamento tra la Federazione e gli Eps e la pre-autorizzazione dell’evento, limitando così la libertà delle Associazioni Sportive Dilettantistiche affiliate alla Figc e dei loro atleti con doppio tesseramento di partecipare ai tornei organizzati dagli Eps”.

Il provvedimento era stato accolto con soddisfazione da parte dell’associazione Uisp (Unione italiana sport per tutti), che si era inserita nel procedimento dopo il ricorso avviato dai colleghi di Centro Nazionale Sportivo Libertas.

A favore alla maxi multa dell’Antitrust alla Figc si era espressa anche Codacons, che aveva accusato la Federcalcio di comportamento “scorretto da punire” a danno del mercato e dei consumatori, aggiungendo di ritenere “che sulla Federazione incombano molte ombre”, con comportamenti che “che hanno rappresentato un danno per i tifosi e per i cittadini appassionati di calcio” impedendo ai “tifosi e alle organizzazioni che li rappresentano” la partecipazione “a qualsiasi procedimento giudiziario o sportivo che veda coinvolto il mondo del calcio”.