Platini e Blatter assolti, l’indagine per corruzione e cos’è l’accordo del 1999

Blatter e Platini erano accusati di frode, cattiva gestione, falsificazione di documenti e appropriazione indebita: erano già stati assolti due anni e mezzo fa

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Pubblicato: 25 Marzo 2025 13:07

La Corte d’Appello svizzera ha confermato l’assoluzione di Sepp Blatter, ex presidente della Fifa, e Michel Platini, ex presidente della Uefa. Entrambi erano accusati di frode, cattiva gestione, falsificazione di documenti e appropriazione indebita.

Sebbene fossero stati assolti due anni e mezzo fa da un tribunale di primo grado, i procuratori svizzeri avevano impugnato la sentenza, chiedendo un nuovo processo.

La ricostruzione della vicenda

I due imputati erano accusati di un pagamento da parte della Fifa di 2 milioni di franchi svizzeri (1,8 milioni di euro) a Platini nel 2011, con il supporto di Sepp Blatter. Platini era stato consulente di Blatter tra il 1998 e il 2002, durante il primo mandato di quest’ultimo come presidente della Fifa, e i due avevano firmato un contratto nel 1999, stabilendo una remunerazione annuale di 300mila franchi svizzeri.

Tuttavia, nel gennaio 2011, Platini, ormai presidente della Uefa (2007-2015), avanzò una richiesta di risarcimento di 2 milioni di franchi svizzeri, considerata dall’accusa una “fattura falsa”. Blatter e Platini hanno sempre sostenuto di aver concordato fin dall’inizio uno stipendio annuo di un milione di franchi svizzeri, tramite un accordo verbale, privo di testimoni, e che le finanze della Fifa non permettevano un pagamento immediato a Platini.

Nel 2015, a causa della stessa vicenda, il comitato etico della Fifa aveva ritenuto Blatter e Platini colpevoli di violazione del codice etico della federazione, infliggendo loro una squalifica di otto anni. Blatter si era dovuto dimettere dalla presidenza, mentre Platini aveva lasciato il ruolo di vicepresidente, pur mantenendo per un altro anno il suo incarico alla Uefa.

Cosa rischiavano i due

Durante il dibattimento di primo grado, nel 2022 a Bellinzona, era stata avanzata l’ipotesi, seppur in modo velato, che il pagamento potesse essere stato finalizzato a garantire il voto di Platini per la rielezione di Blatter nel 2011. Tuttavia, i giudici avevano già respinto qualsiasi dubbio, stabilendo che non era possibile provare con certezza alcuna frode. In secondo grado, a Muttenz, è arrivata la conferma: l’appello della procura è stato respinto e Platini è stato dichiarato definitivamente innocente.

Sebbene permanga la possibilità di un ricorso in cassazione, limitato a questioni tecniche, Platini e Blatter rischiavano entrambi fino a 20 mesi di carcere.

La posizione di Blatter e Platini

I due si sono sempre dichiarati innocenti, vedendo in questo caso una manipolazione mirata a estrometterli dal potere. “Il motivo dell’attuale procedimento (avviato nel 2015 dopo le dimissioni di Blatter, ndr) era esclusivamente impedire a Michel Platini di diventare presidente della Fifa “, ha affermato Dominic Nellen, avvocato dell’ex stella della Juventus e della Francia. Lo scandalo spazzò via anche ogni ambizione di Platini, che anni fa era vicino a diventare presidente della Fifa.

“La persecuzione della Fifa e di alcuni procuratori svizzeri degli ultimi 10 anni è completamente finita”. Sono le prime parole di Michel Platini rilasciate a Bfm Tv poco dopo la sua assoluzione in appello nell’ambito del Fifagate, che lo vedeva accusato tra l’altro per frode. “La storia – ha aggiunto l’ex calciatore e n.1 dell’Uefa – è molto semplice: mi è stato impedito di ridiventare presidente della Fifa“.