Per gli stadi dei Mondiali 2034 l’Arabia investirà 20 miliardi di dollari

Per i match del Mondiale saranno realizzati 15 stadi, di cui 11 completamente nuovi, progettati con soluzioni architettoniche e ingegneristiche all’avanguardia

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Pubblicato: 6 Gennaio 2025 11:27

Lo scorso 11 dicembre la Fifa ha assegnato l’organizzazione dei Mondiali 2034 all’Arabia Saudita, la prima edizione considerata “extra-large”, con 48 squadre partecipanti. L’erede al trono e capo del governo saudita, Mohammed bin Salman, insieme al Principe Abdulaziz bin Turki bin Faisal, suo principale rappresentante per le politiche sportive, ha deciso di investire senza riserve nella costruzione degli stadi necessari per le 80 partite previste dal nuovo formato.

Undici nuovi stadi da realizzare

Sono cinque le città designate per ospitare il  Mondiale di calcio 2034: Riyadh, Jeddah, Al Khobar, Abha e la futuristica Neom. Oltre a queste, i centri sportivi di altre 10 località saranno messi a disposizione per accogliere le squadre durante gli allenamenti pre-torneo e la competizione, richiedendo un totale di 132 strutture di allenamento. Per i match del Mondiale saranno impegnati 15 stadi, di cui 11 completamente nuovi, progettati con soluzioni architettoniche e ingegneristiche all’avanguardia. Secondo gli esperti, l’investimento complessivo potrebbe superare i 20 miliardi di dollari.

Riyadh, la capitale, sarà il cuore del torneo con otto impianti. Tra questi spicca il nuovo King Salman Stadium, progettato dallo studio Populous, che potrà ospitare oltre 92mila spettatori e sarà teatro della partita inaugurale e della finale. Nella vicina Qiddiya sorgerà invece il futuristico Prince Mohammed bin Salman Stadium, caratterizzato da pareti di vetro colorato e schermi Led, situato con vista sulle scogliere di Tuwaiq. Sarà anche rinnovato il King Fahad Sports City Stadium, che vedrà la sua capienza aumentata a 70mila posti.

Jeddah ospiterà quattro stadi, tra cui il nuovo Central Development Stadium, ispirato al quartiere storico di Al-Balad. Il King Abdullah Sports City Stadium, invece, richiamerà le barriere coralline del Mar Rosso. Ad Al Khobar, sulla costa del Golfo Persico, sarà costruito l’Aramco Stadium, che simboleggerà i vortici marini estivi, conosciuti come “Dawwama”. Anche questo sarà progettato da Populous. Ad Abha il King Khalid University Stadium verrà ampliato per raggiungere una capienza di 45mila posti.

Infine, il fiore all’occhiello del torneo sarà il Neom Stadium, situato a oltre 350 metri di altezza. Questo stadio sarà completamente autosufficiente dal punto di vista energetico, grazie all’uso di fonti rinnovabili come il vento e il sole, posizionandosi come un simbolo di innovazione e sostenibilità.

Gli investimenti dell’Arabia nello sport

Gli investimenti dedicati agli stadi rappresentano solo una parte minima dei vasti piani di rigenerazione urbana e sociale che mirano a trasformare il volto dell’Arabia Saudita, destinata anche a ospitare l’Expo 2030. Il calcio e lo sport, infatti, sono elementi chiave del piano Vision 2030 voluto dal principe Mohammed bin Salman, che punta a diversificare l’economia dal predominio degli idrocarburi, modernizzare il Paese e promuovere una graduale liberalizzazione della società, ridimensionando il peso della religione nello spazio pubblico.

Nonostante le accuse di “sportwashing”, provenienti in particolare dal mondo anglosassone e da alcune organizzazioni umanitarie, spesso criticate per la loro scarsa obiettività, l’Arabia Saudita ha investito massicciamente negli ultimi quattro anni, ospitando circa 80 eventi sportivi di alto livello che hanno attirato 2,5 milioni di visitatori. Tra gli esempi più significativi, il Gran Premio di Formula 1 a Jeddah ha generato importanti benefici economici: l’edizione del 2023, ad esempio, ha creato oltre 20mila posti di lavoro e richiamato spettatori provenienti da 160 Paesi. Come sottolineato dal principe Turki bin Faisal, questi eventi rappresentano una leva strategica per lo sviluppo economico del Regno.

E non è un caso che anche l’Italia stia allacciando rapporti con l’Arabia; nei giorni scorsi Luigi De Siervo, amministratore delegato della Lega Serie A, ha affermato che si sta lavorando per portare qualche partita di Serie A in Arabia: “Penso che sarà una partita ‘normale’ di campionato, non una top perché vanno rispettati i nostri tifosi. Ma stiamo parlando di una partita a campionato, intendiamoci”, ha affermato nella conferenza stampa a Riad dell’andamento di questa Supercoppa Italiana.