La stagione fredda è arrivata. Come ogni inverno, per far fronte all’abbassamento delle temperature, tenere la propria casa al caldo diventa una priorità. E soprattutto quest’anno, vista la situazione di crisi economica, rispetto al passato si cerca di adottare lo stratagemma migliore per risparmiare ed evitare bollette da capogiro.
Milioni di italiani per rendere confortevoli gli ambienti domestici utilizzano i termosifoni, ma i dubbi sulla modalità di utilizzo più “virtuosa” persistono. Meglio tenerli accesi alla minima potenza tutto il giorno oppure usarli a intermittenza impostandoli al massimo?
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Termosifone acceso a intermittenza: cosa sapere
In teoria tenere accessi i termosifoni solo per poche ore al giorno e ad alte temperature ha i suoi svantaggi. Innanzitutto occorre considerare che se l’impianto di riscaldamento domestico resta spento per parecchio tempo, fatica poi ad entrare a regime e a raggiungere conseguentemente il calore desiderato, in particolar modo se all’esterno i valori sono molto bassi.
In questo caso arrivare a una temperatura confortevole richiede quindi più tempo ed energia. I termosifoni potranno anche scottare dopo aver raggiunto la massima potenza, ma l’ambiente continuerà a restare freddo perché le mura domestiche devono prima assorbire interamente il calore proveniente dall’impianto. E se questo viene spento nel giro di poco tempo, il freddo torna a invadere la casa.
Da non trascurare inoltre il fattore legato alla caldaia, le cui componenti, se sollecitate di continuo dalla frequente alternanza tra accensione e spegnimento, possono subire danni prematuramente comportando per la riparazione spese non previste.
Termosifone sempre acceso al minimo: i vantaggi
Sulla base di quanto detto finora, sarebbe quindi più saggio optare per mantenere i termosifoni accesi alla minima potenza in modo continuativo per molte ore al giorno. In questo modo la caldaia sarà sollecitata di meno, gli ambienti domestici non avranno sbalzi termici e le pareti avranno il tempo di assorbire tutto il calore emanato.
Evitando di impostare la temperatura al massimo inoltre la sensazione di caldo risulterà essere con il passare delle ore più omogenea nell’intera abitazione, senza alcun eccesso. Questo non significa che gli impianti debbano restare accesi giorno e notte, in quanto si andrebbe incontro a un inutile spreco di energia. Quando però il freddo lo richiede, sarebbe più saggio evitare di metterli in moto e spegnerli continuamente.
Le regole in vigore per il riscaldamento
Ricordiamo che per mantenere un livello adeguato di calore in casa senza avere spiacevoli ripercussioni nell’ambiente e nel portafoglio il termostato di un’abitazione dovrebbe essere generalmente impostato tra i 16-18°C e i 20/21°C.
Quest’anno, rispetto al passato, le regole di accensione degli impianti sono più stringenti. In particolare l’ultimo decreto del Ministero della transizione ecologica ha stabilito le seguenti misure:
- Riduzione di 1° della temperatura ammessa negli ambienti (sia uffici pubblici e privati che nelle case), che passa dai 20° a 19° (con +2° di tolleranza). Per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali ed assimilabili la temperatura massima consentita è invece di 17° (+2° di tolleranza);
- Riduzione di 1 ora del tempo massimo finora consentito per l’accensione giornaliera degli impianti;
- Riduzione dell’intervallo temporale della stagione termica: il periodo di riscaldamento è stato ridotto di 15 giorni complessivi.
Le norme sui consumi non coinvolgono né le utenze sensibili (ospedali, RSA e case di cura) né le strutture come scuole materne, asili nido, piscine ed edifici alimentati a energia solare. In caso di situazioni climatiche particolarmente avverse sono poi previste delle deroghe.