Incentivi auto, arriva la rottamazione per benzina e diesel

Il Governo punta alla rottamazione del parco macchine in Italia sostituendolo con veicoli meno inquinanti, ma incentivando sempre i motori endotermici

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Entro fine aprile il ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, intende stanziare nuovi fondi per gli ecobonus reintroducendo gli incentivi per la rottamazione dell’auto. Nella strada della transizione ecologica, il Governo sembra voler puntare sulla sostituzione di buona parte del parco macchine presente in Italia con veicoli a benzina e diesel meno inquinanti, più che a dare spinta al mercato dell’elettrico. Secondo i dati presentati in Parlamento dal responsabile dell’ex Mise, nel 2022 sarebbero rimasti inutilizzati 127 milioni di euro di risorse per l’acquisto di mezzi a batteria. Che il dicastero vorrebbe convogliare sui motori endotermici a bassa emissione.

Incentivi auto, torna la rottamazione

“Per il periodo 2022-2026 – ha detto il ministro Urso alla Camera rispondendo al question time – abbiamo destinato circa 2 miliardi di euro del fondo automotive per incentivi all’acquisto di veicoli a basse emissioni di CO2. La risposta del mercato è stata eterogenea: su endotermiche a basse emissioni in breve tempo sono stati utilizzati tutti gli incentivi messi a disposizione, mentre gli incentivi sull’elettrico puro non hanno avuto un buon riscontro”.

“Per quanto riguarda il 2023, i 150 milioni per l’acquisto di veicoli con motore endotermico e consumo medio di CO2 tra 61 e 135 gr/km sono terminati in poche settimane mentre dei 425 milioni complessivamente stanziati per le auto elettriche e ibride sono stati utilizzati ad oggi soltanto 33 milioni, meno dell’8%” (qui abbiamo spiegato come avere gli ecobonus previsti per il 2023).

In Parlamento Urso ha espresso la volontà di finanziare un esteso piano di rottamazione riguardante oltre 11mila veicoli circolanti nel nostro Paese, sostenendo che “bisogna incentivare chi ha bisogno dell’auto, i soldi dello Stato devono servire per svecchiare il parco auto, togliere dalla strada gli Euro 0 1-2-3, e per aiutare chi non se lo può permettere, non chi ha le facoltà di comprarsi se vuole, e noi lo auspichiamo, un’auto elettrica” (qui abbiamo parlato del calo del prezzo delle “super auto elettriche”).

Incentivi auto, il confronto con le sigle

Il percorso di rifinanziamento degli incentivi auto passerà dal confronto con le associazioni di categoria, come Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri) e l’Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica) che cercherà di inserire nel programma di rottamazione anche le Euro 4, auto immatricolate prima del 2009, che è presente nel parco macchine italiano con 10 milioni di veicoli.

Per dare maggiore impulso all’acquisto di veicoli elettrici, l’Anfia suggerisce di aumentare il contributo unitario dai 3mila euro, e 5mila con rottamazione, previsti oggi, ad un incentivo di almeno 7 mila euro.

Il ministro Urso ha dichiarato di avere già attivato il confronto con le sigle del settore, per sostituire quello che ha definito “il parco macchine più vecchio d’Europa, 11 milioni di auto da euro 0 a euro 3 , oltre il 25% del circolante”.

In realtà, stando agli ultimi dell’Acea, l’organizzazione europea che raccoglie 15 tra i più grandi produttori di auto e camion nel continente, l’età media di un auto in Italia è pari a 12,2 anni, in linea con la media dei 27 Paesi Ue, e inferiore ad almeno 13 Paesi che hanno un parco macchine con un’età più alta di quella italiana, come la Spagna (13,5 anni).