Dopo un’iniziale luna di miele durante i primi due mesi di attività del governo di Giorgia Meloni, con l’arrivo del nuovo anno l’esecutivo di centrodestra sta affrontando il primo vero periodo di grave difficoltà da quando la premier e i ministri hanno giurato nelle mani di Sergio Mattarella. A mettere in crisi gli esponenti della maggioranza (con anche diverse frizioni fra gli alleati) sono stati i massicci rincari del prezzo di diesel e benzina, che nel 2023 è aumentato ben oltre i livelli a cui ci eravamo abituati negli ultimi mesi dello scorso anno.
Nonostante un’accesa discussione sia in Parlamento che sui principali media del Paese, la causa del rincaro dei costi del carburante va ricercata nel mancato prolungamento del taglio delle accise. Infatti, come ribadito dalla stessa premier con diversi video pubblicati sui suoi canali social officiali, la proroga della norma approvata da Mario Draghi a metà del 2022 avrebbe comportato una spesa di circa un miliardo di euro al mese, soldi che il Consiglio dei ministri a dicembre ha preferito destinare ad altre misure contenute nella legge di Bilancio.
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Bonus benzina, la scelta del governo per contrastare il caro carburante
E così, con il trapasso dal vecchio al nuovo anno, gli italiani che si sono recati presso le stazioni di rifornimento hanno dovuto fare i conti con i valori del diesel e della benzina che sono schizzati alle stelle. “Gli aumenti sono in linea con quanto avevamo preventivato” hanno dichiarato sia i vertici del ministero dell’Economia – presieduto dal leghista Giancarlo Giorgetti – che del dicastero della Sicurezza energetica (il cui titolare è il forzista Gilberto Pichetto Fratin), mentre il vicepremier e segretario della Lega Matteo Salvini ha parlato di “possibili speculazioni operate dai gestori” delle pompe.
E così il governo è dovuto subito correre al riparo per rispondere alle tante critiche avanzate dalle associazioni di categoria e dai partiti di opposizione, con il Movimento 5 stelle e il Partito Democratico che hanno sottolineato come il taglio delle accise fosse uno dei punti inseriti nel programma di Fratelli d’Italia durante la scorsa campagna elettorale. Nello specifico, per evitare di subire nuovi attacchi, il Consiglio dei ministri ha approvato d’urgenza un nuovo decreto (denominato “Trasparenza”) in cui viene riproposto anche per il 2023 il cosiddetto Bonus benzina.
Bonus benzina, quali lavoratori potranno ottenerlo e quanto vale
Inizialmente previsto solo fino a marzo, il prolungamento del Bonus benzina permetterà a milioni di italiani di usufruire di un’agevolazione per sostenere le spese di rifornimento durante tutto il 2023. In particolare, saranno i lavoratori dipendenti del settore privato a poter ricevere un voucher – del valore di 200 euro – per una sola volta nel corso dell’anno.
I vantaggi di questa decisione sono molti, a cominciare dal fatto che per riceverlo non ci sono limiti di reddito. Inoltre, i buoni non sono tassabili in capo ai dipendenti, sono deducibili dal reddito d’impresa e saranno spendibili per tutte le tipologie di carburante attualmente disponibili sul mercato (quindi non solo la benzina, il diesel, il metano e il GPL, ma anche le ricariche delle auto elettriche).
Secondo quanto si apprende leggendo il testo del decreto, “sono esclusi dal trattamento i dipendenti delle pubbliche amministrazioni“, mentre rientrano nella potenziale platea dei beneficiari anche i lavoratori autonomi, purché “dispongano a loro volta di propri dipendenti“. Infatti, il meccanismo che regola la normativa prevede che siano direttamente i datori di lavoro a decidere tempi e modi di erogazione del Bonus benzina per i propri contribuenti.