Bonus acqua potabile, troppe richieste: taglio al credito

Le domande per l’agevolazione sono risultate superiori alle attese, per circa 28milioni di euro sui 5 milioni stanziati, provocando la riduzione dello sconto

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Il credito d’imposta previsto per il bonus acqua potabile si riduce sempre di più. La percentuale sull’agevolazione fiscale, per il filtraggio e l’istallazione di altri sistemi per migliorare la qualità dell’acqua, è scesa al 17,9% dal 50% previsto inizialmente dalla Legge di Bilancio, per raggiunti limiti di spesa. Come ha comunicato l’Agenzia delle Entrate, le richieste del contributo sono state pari a un ammontare di circa 28milioni di euro, cifra di molto superiore ai 5 milioni di euro stanziati dal governo.

Bonus acqua potabile, come funziona

Rinnovato anche per il 2023, il bonus acqua potabile consiste in un credito d’imposta del 50% per l’acquisto e l’installazione, sostenuti nel 2022, di sistemi di filtraggio, mineralizzazione, raffreddamento e/o addizione di anidride carbonica alimentare, finalizzati al miglioramento qualitativo delle acque per il consumo umano erogate da acquedotti.

La misura prevede un importo massimo di spesa, su cui applicare lo sconto, di 1.000 euro a immobile per le persone fisiche e un tetto di 5mila euro per ogni immobile adibito all’attività commerciale o istituzionale, per gli esercenti attività d’impresa, arti e professioni e gli enti non commerciali.

L’importo delle spese deve essere documentato da una fattura elettronica o un documento commerciale in cui sia riportato il codice fiscale del soggetto che richiede il credito. Per i privati e in generale i soggetti diversi da quelli esercenti attività d’impresa in regime di contabilità ordinaria, il pagamento deve risultare tramite versamento bancario o postale o con altri sistemi di pagamento diversi dai contanti (qui per sapere come ottenere il bonus acqua potabile).

Nella norma che disciplina il bonus acqua potabile, per il quale non sono stati stabiliti limiti di Isee, il legislatore ha però precisato che il contributo verrebbe erogato “in misura ridotta rispetto a quella prevista dalla norma qualora l’ammontare complessivo del credito d’imposta derivante dalle comunicazioni validamente presentate risultasse superiore alle risorse stanziate per ciascun anno“.

Per ottenere l’agevolazione i contribuenti interessati hanno avuto una finestra di presentazione della domanda attiva dall’1 al 28 febbraio sul portale dedicato del Fisco (qui abbiamo parlato della scadenza e del bonus acqua potabile e della differenza con il bonus idrico). Richieste che, però, sono risultate di molto superiori alle attese.

Bonus acqua potabile, ridotto il credito d’imposta

L’importo del credito d’imposta, destinato a chiunque abbia compilato seguendo le corrette indicazioni, è stato dunque rivisto sulla base delle risorse disponibili in rapporto alle domande arrivate.

È stata la stessa Agenzia delle Entrate a spiegare, nel provvedimento con il quale taglia la percentuale, che “l’ammontare complessivo dei crediti d’imposta richiesti in base alle comunicazioni validamente presentate dal 1° febbraio 2023 al 28 febbraio 2023, con riferimento alle spese sostenute dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2022, è risultato pari a 27.932.195 euro, a fronte di 5 milioni di euro di risorse disponibili, che costituiscono il limite di spesa”.

Come stabilito dalla norma che istituisce il contributo, quindi, “la percentuale del credito d’imposta effettivamente fruibile da ciascun beneficiario è pari al 17,9005% (5.000.000 / 27.932.195) dell’importo del credito richiesto”.

Come avevamo spiegato qui, anche lo scorso anno l’agevolazione per il bonus acqua potabile, riferito alle spese del 2021, era stato ricalcolato, facendo scendere la percentuale dal 50 al 30,37%.