La nuova variante Centaurus preoccupa: in cosa consiste

Centaurus, la variante indiana di Omicron, tiene tutti col fiato sospeso e gli esperti non intendono sottovalutare la sua contagiosità

Una nuova minaccia tiene tutto il mondo col fiato sospeso, con l’emergenza Covid-19 che sembra proprio non aver fine. Mentre stiamo vivendo l’ennesima ondata della pandemia, la settima per la precisione, dalla Gran Bretagna arriva l’allarme per la sottovariante indiana BA.2.75, ribattezzata di recente con il nome di Centaurus.

Mutazione di Omicron, questa nuova versione del virus preoccupa tanto gli esperti che stanno assistendo da lontano agli effetti che sta avendo in India, dove nelle scorse settimane è stata studiata nel dettaglio dopo numerosi casi registrati.

Centaurus, la nuova variante Covid

Individuata per la prima volta nel mese di maggio in Asia e successivamente arrivata in Europa fino alla Germania e alla Gran Bretagna, Centaurus è la nuova sottovariante di Omicron che non può essere sottovalutata. Mutazione di Omicron 2 (qui vi abbiamo parlato nel dettaglio dei punti in comune con la variante), BA.2.75 dalle prime rilevazioni potrebbe “essere più trasmissibile o associata a malattie più gravi, ma i dati su questo fronte sono ancora deboli”, secondo quanto dicono gli esperti.

La caratteristica della nuova variante è quella di avere ben nove nuove mutazioni della proteina Spike in posizioni chiave dei geni che permettono un’alta evasività all’immunità favorita dai vaccini, ma anche dalle precedenti infezioni anche prodotte da Omicron. Per capire l’effetto che avrà sulla vita di ogni giorno è ancora presto, ma quello che si percepisce è che ci troveremo davanti a un coronavirus del tutto nuovo, con sintomi ben diversi rispetto alla prima tragica ondata del 2019 (qui vi abbiamo parlato della nuova ondata e delle regioni ad alto rischio).

L’allarme degli esperti

Nonostante i pochi dati fin qui a disposizione gli esperti non vogliono sottovalutare la nuova variante che sembra avere un tasso di contagiosità molto elevato. Se già con Omicron 5 ci siamo abituati a fronteggiare un virus subdolo e aggressivo anche con chi aveva già contratto la malattia, con Centaurus il campanello d’allarme suona ancor prima di vederne gli effetti. Infatti i dati preliminari, a causa delle diverse mutazioni registrate, fanno ipotizzare che la capacità di trasmissibilità sarà più elevata di Omicron 5, con l’Ecdc che ha diramato una prima “allerta” lo scorso 7 luglio definendo BA.2.75 una “variante da monitorare” (Omicron 5, come vi abbiamo spiegato qui, ha un sintomo anomalo).

Tom Peacock, virologo dell’Imperial College London che è stato il primo a identificare Omicron come potenziale problema nel novembre 2021, è uno dei primi a lanciare l’allarme: “Non sono tanto le singole mutazioni, ma il numero di combinazioni di mutazioni che ci preoccupano. È difficile prevedere l’effetto di così tante mutazioni insieme, un quadro che conferisce al virus una sorta di proprietà ‘jolly’ in cui la somma delle parti potrebbe essere peggiore di ciascuna di esse”.

Stephen Griffin, virologo dell’Università di Leeds, ha poi osservato: “L’anno scorso eravamo molti convinti che Delta rappresentasse un culmine evolutivo per il virus, ma l’emergere di Omicron e il vasto aumento della variabilità e dell’evasività degli anticorpi è un segno che non possiamo, come popolazione, seguire un piano simil-influenzale per mantenere al passo con l’evoluzione virale”

In Italia è Carlo Signorelli, ordinario di Igiene dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, che ad Adnkronos ha detto la sua sulla nuova sottovariante Covid Centaurus: “Il virus ci tiene sulla corda. Purtroppo le varianti si susseguono e noi ce ne accorgiamo quando ormai girano già. Speriamo che siano sempre meno aggressive. Fino ad ora sono state più contagiose”.