Metapneumovirus, infezioni respiratorie in aumento: cos’è

I CDC americani hanno registrato un’impennata di casi di HMPV, trovato in quasi l’11% dei campioni, in aumento di oltre il 36% rispetto al picco stagionale

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Sale il numero di casi metapneumovirus umano (HPMV) negli Stati Uniti, dove è stato registrato un picco di infezioni respiratorie causato da questo patogeno che dalla sua scoperta nel 2001 non ha finora destato particolari preoccupazioni, ma che ora è finito sotto la lente di ingrandimento degli esperti americani della Sanità. Nella maggior parte dei casi l’HPMV provoca un semplice raffreddore, ma è considerato la seconda causa più comune di infezioni respiratorie nei bambini dopo il virus respiratorio sinciziale.

Il picco di casi negli Usa

I ‘Centres for Disease Control and Prevention’, gli enti deputati al controllo delle malattie negli Stati Uniti, hanno rilevato a metà marzo un’inattesa impennata di casi di HMPV, trovato in quasi l’11% dei campioni testati, per un aumento di oltre il 36% rispetto al picco stagionale medio del periodo registrato prima dell’arrivo della pandemia da Covid-19.

Una delle ipotesi degli esperti per spiegare la crescita dei positivi a questo patogeno, come ad altri virus respiratori, è che ipotizzano l’utilizzo ad oltranza delle mascherine potrebbe aver disabituato il sistema immunitario a riconoscere dei microrganismi e a creare le dovute difese nell’organismo.

Circostanza ancora più vera per i bambini che, per le inevitabili misure di prevenzione anti-Covid, negli anni dell’emergenza sanitaria hanno avuto meno possibilità di entrare in contatto con il virus e a sviluppare le necessarie barriere immunitarie.

Di solito i bambini vengono contagiati dal metapneumovirus e una volta contratta l’infezione rischiano di sviluppare una protezione immunitaria debole o incompleta che li espone al rischio reinfenzione per tutta la vita.

I sintomi del metapneumovirus

L’HPMV circola di norma in inverno e in primavera e se in generale si manifesta come un leggero raffreddore, può sviluppare una malattia più seria appunto nei più piccoli, negli anziani e le persone con condizioni di salute più fragili.

Il virus colpisce soprattutto il tratto respiratorio superiore, causando sintomi come congestione nasale, tosse e respiro corto, respiro difficoltoso e sibilante oltre a febbre e l’infezione può durare dai tre ai sette giorni. Ma l’infezione può avere un decorso più grave andando a interessare il tratto respiratorio inferiore con bronchiolite, che provoca gonfiore, irritazione e accumulo di muco nei polmoni o polmonite.

Secondo uno studio del 2020 pubblicato sulla rivista scientifica Lancet Global Health si stima che tra i bambini di età inferiore ai 5 anni nel 2018 ci sono state più di 14 milioni di infezioni da HMPV, con oltre 600mila ricoveri e più di 16mila decessi.

Cos’è il metapneumovirus

Scoperto nel 2001 nei Paesi bassi l’HMPV è un virus a Rna che fa parte della famiglia dei paramyxovirus, come, tra i più noti, la parainfluenza, virus respiratorio sinciziale (RSV), morbillo e parotite.

Come altri virus respiratori l’HMPV si diffonde attraverso particelle diffuse nell’aria da tosse o starnuti, attraverso il contatto fisico con una persona che ha il virus o maneggiando oggetti contaminati e poi toccando gli occhi, la bocca o il naso e come il Sars-CoV-2 può diffondersi anche quando le persone sono asintomatiche, circostanza che si verificherebbe in almeno il 38% delle infezioni (qui avevamo riportato il punto fatto dall’Oms sulla fine della pandemia da Covid-19 mentre qui le previsioni dell’Oms sul rischio di una nuova pandemia).