La riforma delle professioni approvata dal Cdm del 4 settembre 2025 ridisegna l’universo degli ordini professionali in Italia.
Il nuovo indirizzo riguarda anche le professioni sanitarie. Per i medici e le altre figure, in particolare, è previsto uno scudo penale a meno che l’errore non sia dovuto a colpa grave. Ma cambiano anche i percorsi formativi, fra le altre cose.
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Scudo penale per i medici
Il punto più discusso è lo scudo penale per i medici e gli operatori sanitari: dopo anni di misure temporanee, la riforma rende stabile la norma che limita la punibilità penale ai soli casi di colpa grave, a condizione che il professionista abbia seguito le linee guida e le buone pratiche clinico-assistenziali.
La novità è destinata a incidere profondamente sul contenzioso sanitario: oggi in Italia la medicina difensiva, quella fatta di prescrizioni ed esami richiesti più per timore di denunce che per reali esigenze cliniche, costa circa 11 miliardi l’anno e contribuisce ad allungare le liste d’attesa.
Il Governo punta a garantire ai professionisti la possibilità di operare con serenità. La responsabilità civile e il diritto al risarcimento per le vittime errore medico resta garantita così, come detto, la punibilità in presenza di colpa grave.
Formazione fra scuole di specializzazione e nuove competenze
La riforma delle professioni interviene sul versante formativo con la medicina generale che diventerà una vera e propria scuola di specializzazione, equiparata agli altri percorsi post-laurea. Si prevede inoltre l’istituzione di nuove scuole per chimici, odontoiatri e biologi con l’obiettivo di rafforzare settori cruciali come la medicina forense, l’igiene pubblica e ambientale, e il ricambio generazionale all’interno del Ssn.
Il testo promuove anche la nascita di un Sistema nazionale di certificazione delle competenze sanitarie, destinato a valorizzare le professionalità e a garantire standard omogenei in tutto il Paese. Particolare attenzione è riservata alla formazione manageriale e all’aggiornamento continuo (Ecm), che dovrà tenere conto delle nuove tecnologie e dell’intelligenza artificiale applicate alla Sanità.
Misure per il personale sanitario e incentivi
Uno degli obiettivi dichiarati è contrastare la fuga di medici e infermieri dal Ssn verso il settore privato, spesso più attrattivo per via delle paghe più alte e del minore stress. Per questo, il disegno di legge delega prevede incentivi e misure mirate:
- maggiore utilizzo flessibile degli specializzandi;
- semplificazione delle pratiche amministrative per liberare tempo da dedicare all’attività clinica;
- premi legati alla performance, con focus sulla riduzione delle liste d’attesa;
- sicurezza sul lavoro per tutti i professionisti;
- programmazione più razionale del numero di specializzandi.

Revisione degli Ordini e ruolo sussidiario
La riforma tocca anche gli Ordini professionali, compresi quelli sanitari, introducendo correttivi alla legge 3/2018. Le modifiche puntano a rafforzare il ruolo degli Ordini come organi sussidiari dello Stato, ridefinendo competenze e mandati e valorizzando la governance interna.
L’obiettivo è garantire più trasparenza e partecipazione, anche attraverso regole aggiornate sulle elezioni, la formazione e i percorsi di carriera.
Nuova valutazione della colpa
Sul piano penale, oltre allo scudo condizionato, viene introdotto un nuovo articolo (590-septies c.p.), che amplia i criteri di valutazione della colpa. I giudici dovranno tenere conto non solo del comportamento del singolo sanitario, ma anche di:
- carenza di risorse materiali e umane;
- difficoltà organizzative non evitabili;
- incertezza scientifica;
- complessità del caso clinico;
- urgenza o emergenza.
Si tratta di un cambiamento di prospettiva che mira a contestualizzare l’operato del professionista evitando valutazioni astratte che non riflettano la realtà concreta di corsie ospedaliere spesso sotto pressione.
La vera partita, nel prossimo futuro, si giocherà con i decreti attuativi da approvare entro il 2026: lì si capirà se la riforma delle professioni sanitarie manterrà realmente le promesse di semplificare, sburocratizzare e valorizzare il settore fatte dal Governo Meloni.