La “peste d’acqua” in Italia: cos’è e a cosa stare attenti

Massima attenzione e allerta per la peste d'acqua, la pianta aliena di origine americana che sta infestando i corsi italiani come il Lago Maggiore in Piemonte

Foto di Luca Bucceri

Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Scatta l’allarme in Italia, e soprattutto in Piemonte, per la cosiddetta “peste d’acqua”, una pianta che sta infestando le acque del Lago Maggiore arrivando dal corso Toce, il grande fiume che scende dalla Val d’Ossola. Dopo il granchio blu, infatti, le acque italiane in questa estate sono minacciate da una nuova infestazione che, se non fermata per tempo, può provocare danni irreparabili all’ecosistema. Non si tratta di una vera e propria novità, con i primi avvistamenti che risalgono a mesi fa a Torino e che, nell’ultimo periodo, si è fatta ancora più presente e minacciosa soprattutto con l’arrivo del grande caldo estivo.

Cos’è la peste d’acqua

Quando parliamo di peste d’acqua facciamo riferimento all’Elodea Nuttallii, una pianta che con la sua grande forza infestante sta invadendo le acque italiane. Lo sta facendo nello specifico nella zona del Lago Maggiore in Piemonte, con i corsi d’acqua che risultano infetti dal corso Toce.

Si tratta di una pianta acquatica aliena, ovvero all’ecosistema italiano sconosciuto, che sta prendendo velocemente piede nel nostro Paese. La pianta sarebbe arrivata in questa zona del Piemonte a causa dello svuotamento di acquari casalinghi, nei quali viene usata come ornamento.

Si tratta di una pianta molto dannosa per l’ecosistema, come spiega l’ente di gestione delle Aree protette del Ticino e del Lago Maggiore, in quanto riesce a adattarsi alle condizioni ambientali e di crescere rapidamente. Nello specifico si tratta di una vera e propria minaccia in quanto sottrae ossigeno alle piante autoctone e finisce per sostituirle e soppiantarle.

Già lo scorso anno la crescita spropositata di questa pianta, che molti avevano iniziato a soprannominare proprio “alga aliena”, era sotto gli occhi di tutti e per questo si erano subito organizzate delle operazioni urgenti per eliminarla, soprattutto alle prime manifestazioni nel Po. La diffusione eccessiva, infatti, avrebbe potuto portare a cambiare l’ecosistema del fiume e causare danni anche a chilometri dal punto infestato.

Attenti all’alga aliena

Ecco quindi che l’obiettivo è sconfiggere quanto prima l’Elodea Nuttallii, che se non fermata per tempo può finire per proliferare e prendere il controllo nella zona, diventando tutt’altro che aliena. Ma attenzione, perché se ci si dovesse imbattere nella peste d’acqua, il suggerimento dell’ente di gestione è quello di evitare di rimuovere la piante.

Rimuovere in maniera errata l’Elodea Nuttallii, infatti, potrebbe portare all’effetto contrario. Questo perché intervenire in modo scorretto potrebbe comportare una maggiore diffusione della specie perché anche un piccolo frammento, infatti, potrebbe permettere alla pianta di proliferare in un’altra zona.

Bisogna stare soprattutto attenti con le alte temperature, perché si tratta di una pianta, come detto di origine americana, che cresce rapidamente all’alzarsi delle temperature, anche in una situazione di siccità.

Gli interventi per debellare la pianta sono partiti già nel giugno scorso e sono stati coordinati dall’ente di gestione delle aree protette del Po piemontese. Le operazioni si sono svolte anche con la collaborazione di Enea, agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo sostenibile. Operazioni che erano già state messe in campo in passato, ma che si sono rese vane a causa degli effetti del cambiamento climatico che ha riportato la pianta nelle acque italiane.