Il ministero dell’Economia ha pubblicato le pagelle delle Regioni in fatto di spesa sanitaria. Alcune hanno ottenuto ottimi voti, mentre altre sono state rimandate. Nel secondo caso, l’analisi è basata sulla capacità di raggiungere gli obiettivi dei cosiddetti piani di rientro. Il rapporto illustra quanto le Regioni siano capaci di gestire al meglio il servizio sanitario, nel rispetto dell’equilibrio economico che questo richiede. Nella pratica, i risultati positivi si traducono in Regioni con una sanità funzionante, mentre le Regioni con piani di rientro sono quelle con altre criticità, i cui problemi economici si riflettono spesso anche sull’operatività delle strutture.
Quali sono le Regioni con i risultati migliori e quali si confermano tra le “peggiori”, ovvero sottoposte a obblighi previsti nei piani di rientro o a forme di commissariamento?
Pagella a tema spesa economica: le Regioni migliori
Il rapporto sulle spese sanitarie delle Regioni del ministero dell’Economia si divide in Regioni con esiti positivi, quindi non sottoposte a piano di rientro, e Regioni con risultati critici e necessità di un piano di rientro. I risultati sono prettamente economici, ma come anticipato, questi sono lo specchio di una sanità regionale più o meno funzionante, due dati che tendono a sovrapporsi.
In ogni caso, guardando ai risultati economici, il rapporto ci conferma che le Regioni “migliori” sono:
Regione | Risultato economico |
Piemonte | in avanzo per 21,312 milioni di euro |
Lombardia | in avanzo per 9,427 milioni di euro |
Veneto | in avanzo per 3,389 milioni di euro |
Liguria | in avanzo per 0,006 milioni di euro |
Emilia-Romagna | in avanzo per 0,064 milioni di euro |
Toscana | in avanzo per 0,389 milioni di euro |
Marche | in avanzo per 0,824 milioni di euro |
Umbria | in avanzo per 1,126 milioni di euro |
Basilicata | in avanzo per 0,129 milioni di euro |
Nello specifico, la regione Piemonte nel quarto trimestre del 2023 risultava in disavanzo di 227,7 milioni di euro. Grazie ad alcuni recuperi, è riuscita ad assicurare l’equilibrio economico, ma nel rapporto si legge che si resta in attesa della chiusura delle perdite aziendali e di ulteriori informazioni trasmesse dalla regione, al fine di allineare questi risultati con i bilanci e le verifiche effettuate.
Situazione simile anche per la regione Liguria, che nel quarto trimestre del 2023 risultava in disavanzo per 74,773 milioni di euro. Entro il termine di legge, ovvero il 30 aprile, la regione Liguria ha coperto le spese, riuscendo a evitare un bilancio in rosso con un avanzo di 0,006 milioni di euro. L’esperienza si configura simile ancora una volta per la regione Toscana. Nelle prime riunioni risultava in disavanzo per 251,4 milioni di euro, ma, coperte alcune spese, è riuscita ad assicurare l’equilibrio economico come previsto, evitando così la procedura di diffida.
Anche la situazione in Basilicata non differisce dai precedenti esempi, se non in chiave più critica. Infatti, la regione ha impiegato molto tempo a trovare le risorse per coprire le spese, andando anche oltre i tempi previsti. Per questo, il rapporto continua a sollecitare la Regione per un controllo della gestione del sistema sanitario, che “al momento si dimostra insufficiente” proprio per via della difficoltà nell’assolvere gli obblighi di rendicontazione in maniera tempestiva.
Piani di rientro: le Regioni rimandate
Dopo le Regioni che sono andate bene, quelle che hanno tentennato ma che alla fine ce l’hanno fatta, è il tempo delle Regioni che sono state rimandate e che lo sono da molto tempo. Queste Regioni, in particolare, sono quelle con maggiori difficoltà nella gestione delle spese sanitarie ed è evidente anche per la gestione dei servizi, spesso rimbalzati nelle Regioni di Centro e Nord.
Per queste Regioni in difficoltà è previsto un piano di rientro, ovvero un modello che ha come scopo quello di individuare i punti deboli, i provvedimenti da adottare, la tempistica con cui adottarli e gli effetti economici di questi. Il tutto con lo scopo di raggiungere l’equilibrio economico come le Regioni che sono andate meglio.
Ma come si fa? I principali interventi sono: il contenimento del costo del personale, per esempio con il blocco del turn-over; un efficientamento nel modello di acquisizione di beni e servizi; la rideterminazione dei posti letto ospedalieri; la riorganizzazione della rete ospedaliera; la previsione di tetti di spesa e budget per i soggetti erogatori privati accreditati e, più in generale, vengono potenziati i sistemi di monitoraggio delle criticità. In caso di mancata attuazione del piano di rientro, la Regione rischia la diffida e il commissariamento.
Per esempio, alcune delle Regioni con piani di rientro sono riuscite a terminarlo e risultare tra le Regioni con equilibrio economico, come Liguria e Piemonte, mentre altre Regioni, come Molise e Calabria, proseguono con il piano di rientro e risultano a oggi commissariate. Sono state commissariate anche la Regione Abruzzo fino al 2016, la Regione Campania fino al 2020 e la Regione Lazio fino al 2020. Abruzzo, Campania e Lazio sono rientrate nell’esercizio delle funzioni non emergenziali, ma devono ancora rientrare dai deficit delle spese sanitari e quindi restano sottoposte ai piani di rientro. Solo la Regione Campania ha presentato una richiesta per l’uscita dal piano di rientro, ma sulla base dei risultati dei monitoraggi è stata fatta richiesta di uno specifico programma per poter definire l’uscita dal piano di rientro e la procedura è tuttora in corso.
Per il 2023, le Regioni che ancora sono sottoposte a piani di rientro, affiancamento e monitoraggio trimestrale e annuale per via dell’alta criticità della gestione delle spese sanitarie sono:
- Abruzzo
- Calabria
- Campania
- Lazio
- Molise
- Puglia
- Sicilia