Crisi dei medici, il piano del Governo: assunzioni, stipendi più alti, bonus

Previste 7.300 nuove assunzioni e aumenti in busta paga per medici e infermieri. Schillaci: "Troppa burocrazia, serve più flessibilità"

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

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Per arginare la fuga di medici e infermieri dal sistema sanitario pubblico, il Governo ha messo sul tavolo nuove risorse e incentivi economici. Nella Legge di Bilancio 2026 sono previsti 450 milioni di euro per assumere oltre 1.000 medici e 6.300 infermieri. Sono inoltre previste novità su indennità e retribuzioni per chi già lavora nel settore.

Il ministro della Salute Orazio Schillaci parla di “un segnale chiaro” dell’impegno a investire sui professionisti sanitari. Ha spiegato che non è solo una questione di soldi. La crisi della sanità va cercata anche tra altre cause e i motivi principali della fuga, spiega, sarebbero burocrazia, rigidità contrattuali e carico di lavoro insostenibile.

Il piano assunzioni e aumento della busta paga

Nel dettaglio, la Manovra 2026 prevede 450 milioni di euro per nuove assunzioni nella sanità così da potenziare gli organici. Si prevedono 1.000 nuovi medici e 6.300 infermieri.

Alle assunzioni si aggiungono gli interventi economici già avviati nel 2025, come l’aumento delle indennità di pronto soccorso (50 milioni dal 2025 e altri 50 dal 2026) e il fondo da 120 milioni annui per migliorare il trattamento economico degli specializzandi. Dal prossimo anno accademico (2025-2026), la parte fissa del trattamento economico dei medici in formazione crescerà del 5%, mentre quella variabile salirà del 50% per le specializzazioni meno attrattive.

In parallelo, la nuova Legge di Bilancio introduce un ulteriore aumento delle indennità di specificità (280 milioni di euro in più) che favoriranno maggiormente la categoria degli infermieri.

Secondo la Corte dei Conti, che ha analizzato le cifre durante le audizioni parlamentari, a regime gli incrementi delle indennità saranno di 412 milioni per medici e veterinari e 480 milioni per gli infermieri.

Tradotto in busta paga, si parla di:

  • +3.052 euro lordi annui per i medici;
  • +1.600 euro lordi per gli infermieri.

Inoltre, per gli infermieri è stata introdotta anche una flat tax al 5% sugli straordinari, per incentivare chi resta nel settore pubblico.

Più incentivi per restare nel sistema sanitario nazionale

Oltre agli aumenti, il piano Schillaci punta a migliorare le condizioni di lavoro e la formazione. Per esempio, nel disegno di legge delega sulle professioni sanitarie, è prevista la creazione di una Scuola di Specializzazione in Medicina Generale che sostituirà gli attuali corsi regionali

Altro punto di forza del piano, in questo caso per chi già lavora negli ospedali, è la tutela legale. Sono infatti previste nuove tutele per medici e operatori sanitari che potranno essere perseguiti penalmente solo in caso di colpa grave, se avranno seguito le linee guida e le buone pratiche clinico-assistenziali.

Infine, contro il fenomeno delle aggressioni in corsia, in Manovra è stata introdotta la misura dell’arresto in flagranza differita, che consentirà di intervenire anche dopo l’episodio grazie alle immagini di videosorveglianza.

Il commento di Schillaci: troppa burocrazia

Il ministro Schillaci, intervistato da Rainews24, ha spiegato che il problema non è solo economico:

Ogni volta che incontro medici o ricercatori italiani all’estero, scopro che il primo motivo della fuga è la burocrazia. Vogliono contratti più flessibili e meno vincoli

Per questo, Schillaci propone di riportare i contratti degli operatori sanitari sotto la competenza diretta del Ministero della Salute, così da semplificarli e renderli più aderenti alle esigenze delle professioni.

L’obiettivo che si prefigge è di trattenere chi già lavora nel Ssn e rendere più attrattivo l’ingresso dei giovani in un sistema che oggi fatica a competere con le condizioni offerte all’estero, non solo economiche ma di qualità di vita e lavoro.