Antitrust indaga su 8 case farmaceutiche, le accuse dell’Agcm

Otto case farmaceutiche sono accusate di aver ritardato l'ingresso di un farmaco a basso costo nel mercato italiano: l'istruttoria dell'Antitrust

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

L’Antitrust ha accusato otto case farmaceutiche di avere ritardato l’entrata in commercio di un farmaco per la cura di una particolare malattia degli occhi, il Byooviz, concorrente meno costoso del Lucentis. I due prodotti sono biosimilari ma alcuni gruppi si sarebbero accordati per evitare che il primo potesse essere venduto in Italia, in modo da non danneggiare le vendite del secondo.

Le prime segnalazioni erano arrivate nel 2022, direttamente dall’Agenzia italiana del farmaco. I danni di accordi di questo tipo in Italia pesano soprattutto sulle casse dello Stato, che paga le case farmaceutiche per queste forniture in modo da mettere sul mercato farmaci a prezzo ridotto per i pazienti tramite il Sistema sanitario nazionale.

Le accuse dell’Antitrust a otto case farmaceutiche

L’Agcm, l’agenzia italiana che si occupa di garantire il rispetto delle regole di concorrenza sul mercato, anche detta Antitrust, sta indagando sul comportamento di 8 case farmaceutiche sul mercato italiano. Si tratta di Samsung Bioepis co. Ltd., Samsung Bioepis NL B.V., Biogen Inc., Biogen Italia S.r.l., Genentech Inc., Novartis AG, Novartis Europharm Ltd. e Novartis Farma S.p.A. Queste imprese avrebbero stipulato un accordo per ritardare l’entrata sul mercato di un farmaco, il Byooviz, meno costoso di un prodotto biosimilare, il Lucentis, già in commercio.

Il Byooviz è prodotto e commercializzato da Samsung Bioepis e Biogen, mentre il Lucentis è sviluppato da Genetech e comemrcializzato in Italia da gruppo Novartis. Si basano entrambi sullo stesso principio attivo, il ranibizumab, e servono per la cura di alcune specifiche malattie oculari, tra cui la degenerazione maculare legata all’età.

“Nel settore farmaceutico tali condotte dilatorie dell’ingresso nel mercato di un farmaco biosimilare concorrente a quello originario causano ripercussioni negative sui possibili risparmi per gli acquisti a carico del Servizio Sanitario Nazionale, oltre che pregiudizi nei confronti dei pazienti e dei contribuenti in termini di ampiezza dell’offerta e di prezzi più bassi. Infatti in genere i farmaci biosimilari vengono commercializzati a un costo significativamente inferiore a quello dei rispettivi originatorrecita il comunicato dell’Antitrust.

L’ipotesi di danno erariale e il caso del 2019

Un accordo di questo tipo ha poche conseguenze dirette sui consumatori. È infatti molto raro che un farmaco come il Lucentis o il Byooviz siano acquistati senza una ricetta da parte di un medico. Per questa ragione, in qualsiasi caso, buona parte del costo del prodotto è coperta dal Sistema sanitario nazionale. Il danno è quindi quasi interamente per lo Stato. L’Italia infatti fa accordi con le case farmaceutiche per acquistare i farmaci che poi fornisce a ospedali e farmacie in modo che i cittadini li paghino una frazione del loro prezzo reale.

Il ritardo dell’introduzione di un farmaco meno costoso causa quindi un danno erariale, una circostanza già verificatasi in passato. Nel 2019 infatti le aziende farmaceutiche Roche e Novartis si accordarono per non mettere in commercio un altro farmaco per le malattie oculari, l’Avastin, che avrebbe fatto concorrenza a Novartis. Il danno per le casse dello Stato in questo specifico caso sarebbe stato quantificabile in circa 200 milioni di euro a causa dei costi più alti del farmaco di Novartis.