Stretta nelle PA per i dipendenti: nuove regole in arrivo

Un emendamento al Dl Bollette prevede una media ponderata della temperatura negli uffici pubblici

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Il “dilemma” tra pace e condizionatore posto agli italiani dal premier Draghi nella conferenza stampa sul Def, suscitando molto scalpore, non era poi tanto una battuta buttata lì come dimostra il taglio ai consumi appena deciso dalle pubbliche amministrazioni. Con un emendamento al Decreto bollette, infatti, il governo è intervenuto sugli sprechi negli uffici pubblici in vista di possibili futuri razionamenti dell’energia, imponendo una stretta su termosifoni e condizionatori.

Stretta su termosifoni e condizionatori nelle PA: le temperature negli uffici pubblici

Dal primo maggio 2022 al 31 marzo 2023, il riscaldamento nelle pubbliche amministrazioni non potrà superare i 19 gradi centigradi, con 2 gradi in più di margine, e nei mesi più caldi non dovrà essere inferiore a 27 gradi, con una tolleranza di 2 gradi sull’aria condizionata.

È quanto stabilito nell’emendamento presentato dal M5s al Dl bollette, atteso per la discussione alla Camera lunedì, che è stato approvato dalle commissioni Ambiente e Attività produttive.

La stretta rientra tra le misure finanziate per circa 8 miliardi di euro, 5,5 dei quali stanziati per l’eliminazione degli oneri in bolletta del secondo trimestre per le utenze domestiche e il potenziamento del bonus sociale.

I restanti 2,5 miliardi resto saranno destinati alle imprese, liberalizzazioni per le rinnovabili e l’aumento della produzione di gas nazionale.

Stretta su termosifoni e condizionatori nelle PA: i tagli ai consumi

Nel testo dell’emendamento sul taglio dei consumi negli uffici pubblici si legge nel dettaglio che “al fine di ridurre i consumi termici degli edifici ed ottenere un risparmio energetico annuo immediato, dal primo maggio 2022 e fino al 31 marzo 2023, la media ponderata delle temperature dell’aria, misurate nei singoli ambienti di ciascuna unità immobiliare per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici pubblici non dovrà superare rispettivamente i 19 gradi centigradi, +2 gradi di tolleranza, e non dovrà essere minore dei 27 gradi centigradi, meno 2 gradi di tolleranza”.

Tra le modifiche al Dl Bollette è stato inoltre prevista la Giornata nazionale del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibile fissata il 16 febbraio “al fine – si legge – di promuovere la cultura del risparmio energetico e di risorse mediante la riduzione degli sprechi, la messa in atto di azioni di condivisione e la diffusione di stili di vita sostenibili”.

Scongiurato per ora un piano di razionamenti sui consumi energetici nelle abitazioni private, ma, come ha dichiarato il premier, “la situazione si sta modificando davanti ai nostri occhi” e nonostante le riserve di gas garantiscano una copertura fino almeno al prossimo ottobre, il Paese si trova ad un livello di pre-allerta e uno stop alle forniture dalla Russia dipenderebbe da un’eventuale decisione dell’Unione europea contro Mosca.

Secondo i dati di Selectra, società specializzata nella comparazione tra tariffe di Luce e gas, in media la temperatura interna nelle abitazioni italiana viene mantenuta tra i 21 e i 22,5 gradi durante la stagione invernale che comprendosi un po’ di più si potrebbe abbassare anche a 19 gradi.

Se in tutte le abitazioni riscaldate a gas in Europa si riducesse la temperatura di 3 gradi, si potrebbe fare a meno dell’11,6% delle importazioni di gas russo.