Guerra e gas, Draghi: “Occorre scegliere fra pace e aria condizionata”

Il Consiglio dei ministri ha approvato all’unanimità il Documento di Economia e Finanza che taglia la stima di crescita, conferma quella sul deficit e riduce quella sul debito per l'anno in corso.

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Redazione

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La guerra in Ucraina stravolge il Pil, ma tiene il deficit e cala il debito: il Documento di economia e finanza al varo del Consiglio dei ministri taglia la stima di crescita, conferma quella sul deficit e riduce quella sul debito per l’anno in corso.

Pil in ribasso

La crescita programmatica di quest’anno si ferma al 3,1% contro il 4,8% stimato a settembre. Per il prossimo anno il Pil dovrebbe segnare +2,4% (2,6% la stima di settembre ), nel 2024 1,8% (confermando la stima di settembre) e nel 2025 1,5%. Nel quadro tendenziale il Pil cala al 2,9% quest’anno (contro il 4,3% previsto a settembre); al 2,3% nel 2023 (contro il precedente 2,5%); poi 1,8% nel 2024 (2% la stima di settembre) e 1,5% nel 2025.

Deficit sotto controllo

Il quadro programmatico del Def conferma le stime di settembre: deficit al 5,6% quest’anno; in calo poi al 3,9% nel 2023; al 3,3 nel 2024. Nel 2025 prosegue il calo al 2,8%. In base al quadro tendenziale il disavanzo sarà pari al 5,1% nel 2022; al 3,7 nel 2023; al 3,2% e al 2,7 nei due anni successivi.

Le parole di Draghi

“Noi faremo tutto quel che è necessario per aiutare famiglie e imprese, all’interno di una cornice di equilibrio dei conti pubblici e disponibilità europea, ma la disponibilità del governo c’è ed è totale” ha detto il premier Mario Draghi in conferenza stampa. “Ma altrettanto importante è il messaggio che governo e maggioranza devono dare in termini di fiducia, un messaggio di unità che promana dal governo, dalla maggioranza e dal Parlamento” ha sottolineato Draghi. La guerra in Ucraina e l’inflazione “hanno offuscato le prospettive di fiducia, ma la fiducia dipende anche dalla capacità di esprimere un indirizzo. Questa è una strada che deve portarci ad affermare una governabilità” intesa come “unità di intenti: questo lo vogliono i cittadini. Se i cittadini devono scegliere tra le differenze dei partiti e l’unità di intenti del governo sono certo che scelgono la seconda” ha affermato il presidente del Consiglio.

Prospettive peggiorate

“E’ chiaro che con la guerra in Ucraina c’è stato un peggioramento della prospettiva di crescita, pesano l’aumento costi energia ma anche di altri beni, come quelli alimentari, ma pesa anche la fiducia di consumatori e investitori, che era viva a inizio anno, poi è diminuita molto. E questo non solo per i rincari, ma per la situazione bellica in generale”, con una guerra “vicina a noi, quindi consumatori e imprese vedono un futuro meno positivo. Questo non avviene solo da noi, da noi avviene in maniera significativa” ha detto Draghi.

Gas russo, è l’ora delle scelte

Quanto al gas russo, “noi andiamo con quello che decide l‘Unione europea. Se ci propongono l’embargo sul gas e se l’Unione europea è uniforme su questo, noi saremo ben contenti di seguire, qualunque sia lo strumento che considereremo più importante ed efficace per permettere una pace. Questo è quello che vogliamo. Ci chiediamo se il prezzo del gas possa essere scambiato con la pace. Di fronte a queste due cose, cosa preferiamo: la pace oppure star tranquilli con l’aria condizionata accesa tutta l’estate? Io la metterei in questi termini” ha detto il presidente del Consiglio.