PA, via la norma per “riassumere” i pensionati: il piano Meloni

La premier ha dato l'alt definitivo all'emendamento per fare rientrare ai vertici dell'amministrazione pubblica i "pensionati d'oro", voluto dalla maggioranza

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Giorgia Meloni ha imposto il suo “no” sui cosiddetti “pensionati d’oro” della Pa, vecchi dirigenti ritirati dalle proprie funzioni richiamati o trattenuti in servizio per svolgere nuovamente incarichi negli uffici dell’amministrazione pubblica. Secondo quanto previsto dal decreto Madia del 2014, questi profili in pensione, provenienti anche dal settore privato, non possono ricoprire mansioni o effettuare consulenze per il pubblico, se non a titolo gratuito, e, nel caso di posizioni di vertice, possono rientrare soltanto per un anno. Una norma che la maggioranza voleva sospendere per quattro anni tramite un emendamento al Milleproroghe, che però, dopo alcuni tira e molla, è stato bloccato definitivamente dall’alt in Cdm da parte della premier.

PA, via la norma per “riassumere” i pensionati: l’emendamento

“Comprendo che alcuni di voi vorrebbero trattenere in servizio persone di grande esperienza con le quali hanno costruito un rapporto di fiducia – avrebbe detto ai ministri Giorgia Meloni, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera – ma gli italiani non capirebbero. Dobbiamo fare tutti un sacrificio”.

Stando alle ricostruzioni, alcuni ministri avrebbero cercato di mandare in cantina il decreto Madia e i tecnici avrebbero cercato fino all’ultimo di inserire la possibilità di affidare incarichi retribuiti ai dirigenti pensionati nel decreto per il potenziamento della Pubblica amministrazione (qui avevamo parlato dello sblocco del Dl Pa con 2mila assunzioni arrivo per le forze dell’ordine).

Una bozza iniziale del testo riportava l’eventualità di trattenere in servizio il personale dirigenziale “in possesso di specifiche professionalità” o “conferire incarichi dirigenziali o direttivi retribuiti al personale collocato in quiescenza, per un periodo non superiore a due anni e comunque in misura non superiore al 10 per cento delle facoltà assunzionali disponibili a legislazione vigente”.

Opzione sulla quale le forze di maggioranza promotrici dei “pensionati d’oro” hanno dovuto fare marcia indietro in Cdm, per volere della presidente del Consiglio.

PA, “riassumere” i pensionati: il no di Meloni

Io sono contraria, per una questione di buon senso – avrebbe spiegato Giorgia Meloni al Consiglio dei ministri. Sarebbe ingiusto nei confronti di tanti laureati che hanno studiato e hanno le carte in regola per ricoprire incarichi di vertice nella macchina pubblica”.

La questione sarebbe nata con la conferma di Gian Carlo Blangiardo alla guida dell’Istat per altri quattro anni. Nel quadriennio precedente (esclusi i primi 6 mesi) il professore di Demografia aveva svolto il mandato a titolo gratuito proprio in forza al decreto Madia del 2014, perché già in pensione.

Davanti alla proposta di ricoprire ancora una volta l’incarico di presidente dell’Istituto, Blangiardo avrebbe accettato solo dietro compenso, che, dato il ruolo, sarebbe stato di livello massimo tra le retribuzioni consentite nella Pa: 240 mila euro lordi all’anno.

La norma entrata nella bozza del Milleproroghe, era stata ritirata perché ritenuta non attinente, per poi fare la sua ricomparsa nel decreto Pnrr dedicato allo snellimento delle procedure per l’applicazione del Piano di Nazionale di Ripresa e Resilienza, venendo cassato anche lì (qui abbiamo riportato lo scontro nel governo per i ritardi del Pnrr che mettono a rischio i soldi previsti da Bruxelles).

L’ultimo passaggio è andato in scena durante il Cdm che ha approvato il decreto in materia di Pa, dove la norma per richiamare i “pensionati d’oro” è stata riproposta anche in vista della nomina a presidente del Cnel, il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, dell’ex ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta. Un altro caso come quello di Blangiardo, definitivamente bloccato dallo stop della premier (qui abbiamo parlato della condanna ricevuta da Giorgia Meloni e di quanto dovrà pagare).