Un acceso confronto, poi lo scontro: durante il question time alla Camera ieri, mercoledì 24 gennaio, un faccia a faccia tra Meloni e Schlein in merito ai piani del governo su sanità e privatizzazioni. Alle accuse della leader del PD ha fatto seguito la risposta della Premier, poi – ancora – un’altra replica.
Schlein accusa Meloni
Al centro dell’intervento di Elly Schlein la sanità: “Ci vogliono 45 giorni per una tac urgente che dovrebbero farti in sei e per gli esami non urgenti puoi anche aspettare degli anni. Mancano almeno 30mila medici, almeno 70 mila infermieri, mentre 21 mila medici sono già fuggiti all’estero e tanti verso il privato. I reparti si stanno svuotando, nei pronti soccorso la situazione è insostenibile, il personale è stremato. Gli eroi della pandemia già dimenticati da questo governo sono sottoposti a due turni massacranti. Come pensate, presidente, di abbattere le liste di attesa chiedendo di più o di tappare i buchi assumendo precari o gettonisti che lavorano pagati a ore. L’unico modo per sbloccare le liste d’attesa è sbloccare il tetto alle assunzioni, una norma obsoleta ferma ai livelli del 2024. Le chiedo quindi presidente se il suo governo intenda togliere il blocco alle assunzioni nella sanità pubblica e mettere le risorse per un piano straordinario”.
“Chiedo una cortesia però”, ha aggiunto in conclusione la segreteria del Partito democratico “che non mi risponda come fa sempre ‘eh però potevate farlo voi’, non solo e non tanto perché io al governo ancora non c’ero, ma perché lei è al governo da 16 mesi e l’Italia aspetta delle risposte ora”.
La risposta di Meloni
All’intervento di Schlein ha fatto seguito la risposta di Giorgia Meloni, la quale, sul tema del tetto alle assunzioni e alla sanità, ha detto: “Dunque come giustamente ricorda la collega Schlein e i colleghi che hanno sollevato la questione, il tetto alla spesa per il personale sanitario è stato introdotto nel 2009. E questo ha portato negli anni anche al crescente ricordo dei contratti a termine e al devastante fenomeno dei medici gettonisti che lei citava. E quindi ci troviamo a far fronte a una situazione che si è stratificata negli ultimi 14 anni, quindi non le dirò ‘perché non lo avete fatto voi’, le dirò collega Schlein che considero un’implicita attestazione di stima il fatto che oggi chiediate a noi di risolvere tutti i problemi che voi non avete risolto nei dieci anni in cui siete stati al governo. Grazie per fidarmi di noi”.
“Ci stiamo lavorando“, ha poi aggiunto il premier “quello dei medici gettonisti è un problema di cui questo governo si è occupato dal suo insediamento. Ricordo che è stato il ministro della salute Schillaci a mandare i NAS nelle strutture sanitarie riscontrando delle irregolarità, come il fatto che nello stesso ospedale ci fosse gli stessi medici gettonisti che percepivano per tre volte più degli altri. È un fenomeno odioso su cui siamo intervenuti con il decreto 34-2023 con il quale puntiamo progressivamente ad azzerare questo problema riconoscendo maggiori indennità, prestazioni aggiuntivi e benefici pensionistici ai lavoratori del comparto per lavorare al pronto soccorso”.
“E non ci siamo tirati indietro”, ha concluso Meloni “neanche sul problema della carenza di personale e della necessità di aumentare le risorse per le strutture sanitarie. Anche problemi questi che non nascono esattamente oggi. Ci stiamo occupando e ci occuperemo anche di questa eredità, compreso il superamento del tetto di spesa, che è un obiettivo che abbiamo e che ci proponiamo di raggiungere coerentemente con gli impegni di finanza pubblica, perché per noi assicurare il diritto alla salute dei cittadini è una priorità assoluta. E lo abbiamo dimostrato portando il fondo sanità ai massimi storici, concentrando le risorse ai rinnovi dei contratti pubblici proprio ai contratti dei sanitari, impegno per il quale abbiamo investito 2,4 miliardi di euro, con l’obiettivo prioritario di abbattere le liste di attesa ma anche di consentire a chi lavorare nella sanità di lavorare in condizioni dignitose e di vedere riconosciuto il valore del proprio impegno”.
Schlein replica: “La sua risposta non ci soddisfa”
Alle parole di Meloni Elly Schlein ha deciso comunque di replicare affermando subito: “Presidente la sua risposta non ci soddisfa”.
Il motivo, lo ha spiegato: “Ma lei è andata al governo per risolvere i problemi o per continuare a fare opposizione scaricandoli sugli altri? Perché io sono stata più delicata di lei, non ho citato l’anno in cui è stato adottato quel tetto alla spesa che si rifà ai livelli del 2004. Ha ragione lei, è stato adottato nel 2009, e sa chi era il ministro in quell’anno? Lei. Quindi questo specifico problema l’ha creato lei”.
“Ora voi avete toccato solo un tetto di spesa e avete toccato quello per aumentare la sanità privata” ha chiosato la stessa “servono più risorse, che voi avete tagliato. Non racconti la solita balla del più grande investimento della storia, sono i vostri numeri nero su bianco a smentirla. I tanto sbandierati 3 miliardi in più non bastano nemmeno per fare il rinnovo dei contratti né per stare al passo con i costi rialzati dell’inflazione. E voglio dire che in realtà la spesa sanitaria, che si calcola in tutto il mondo in rapporto con il PIL, sta scendendo secondo i vostri numeri ai livelli precedenti alla pandemia. Si vede che non credete alla sanità territoriale, che avete tagliato anche nel PNRR togliendo a periferie e aree interne. Si vede che non vedete il problema con medici stremati, attese infinite, ospedali che si svuotano, 100 mila posti letto che mancano”.
L’ultimo affondo della leader del Partito Democratico, all’opposizione, è arrivato anche tramite la critica all’ultima riforma delle autonomie approvata dal governo: “Ieri avete dato il colpo di grazia con la riforma di un’autonomia differenziata che spacca il paese creando pazienti di serie A e pazienti di serie B – ha spiegato Schlein – Ecco la sua idea di sanità, lo ammetta, è quella che chi è ricco può saltare la lista d’attesa, andando dal privato, mentre chi è povero sta rinunciando invece a curarsi come hanno fatto 4 milioni di italiani. Questa è una destra letale. Noi ci batteremo per la sanità pubblica“.