L’intervista di Poste a Meloni è un caso: insorgono le opposizioni

La presidente del Consiglio protagonista per venti minuti nel telegiornale della società controllata dal ministero dell’Economia

Pubblicato: 3 Dicembre 2023 11:00

Foto di Giorgio Pirani

Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Un’edizione del TgPoste con un’intervista in esclusiva al presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Nel corso del colloquio a tutto campo con il telegiornale di Poste Italiane, la prima donna Presidente del Consiglio ha tracciato un bilancio del suo primo anno di attività. Anche se a non tutti è piaciuta quest’intervista, con le opposizioni che urlano allo scandalo, accusando l’intervista di non essere altro che uno spot propagandistico e rinominando TgPoste in “TgMeloni”.

L’intervista rilasciata dalla presidente del Consiglio è stata pubblicata da lei stessa su X (precedentemente noto come Twitter).

Cosa ha detto Meloni nell’intervista: dal progetto Polis al PNRR

Nell’intervista condotta da Federica De Sanctis, direttrice della testata, la premier Giorgia Meloni esprime la sua visione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) come un piano che ha causato al governo sia notevoli sfide che significative soddisfazioni. Ricorda le resistenze iniziali alla proposta di rivedere il piano in base alle mutate necessità, sottolineando che molte voci sostenevano la perdita di risorse in caso di modifiche.

Meloni enfatizza il successo nel garantire il pagamento della terza rata e l’approvazione della quarta in poche settimane, concentrando le risorse su obiettivi prioritari. Afferma che l’Italia sarà la prima nazione europea a ricevere tali fondi, sfidando coloro che definiscono impossibile ciò che richiede coraggio.

Il Capo del Governo ha elogiato in maniera inequivocabile il contributo significativo di Poste Italiane al progresso del Paese, manifestando il suo pieno apprezzamento per il ruolo cruciale svolto dall’azienda. Nel corso delle sue dichiarazioni, il Capo del Governo ha dedicato particolare attenzione al progetto Polis, un’iniziativa di spicco realizzata da Poste Italiane, che egli ha descritto come “uno straordinario esempio di come la collaborazione tra tutti i livelli istituzionali, sia pubblici che privati, sia essenziale per concretizzare al meglio le risorse previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)”.

Nel sottolineare l’importanza del partenariato tra settori pubblici e privati, il Capo del Governo ha evidenziato il ruolo fondamentale di Poste Italiane nel tradurre in azioni concrete gli obiettivi del PNRR. Ha esaltato il progetto Polis come un modello esemplare di sinergia tra diverse entità, sottolineando la necessità di lavorare congiuntamente per massimizzare l’impatto positivo delle risorse destinate alla ripresa e alla resilienza.

Made in Italy e parità di genere

Durante l’intervista, si menziona anche Caivano, evidenziando la soddisfazione di Meloni nel ricevere una lettera da una madre che ha potuto portare il figlio al parco, ringraziando le Poste per il contributo al progetto.

“Noi – ha ricordato Meloni – stiamo lavorando con una cadenza e una presenza quotidiana a Caivano. Qualcuno si è lamentato perchè ci sono troppi ministri che vanno lì, ma non sono solo ministri, c’è Poste Italiane, il Genio militare, realtà che si sono messe a disposizione per fare sì che l’Italia perbene dimostri che le cose possono cambiare”.

Il discorso si estende a tematiche come il Made in Italy, la parità di genere e il ruolo di Meloni come prima presidente del Consiglio donna. La premier condivide la sua esperienza di essere stata sottovalutata per gran parte della vita, considerando ciò un vantaggio che le ha permesso di sorprendere. Sottolinea la velocità e la concretezza che ritiene manchino agli uomini e respinge l’idea di essere discriminata o privilegiata sulla base del suo genere. Meloni afferma di aver sempre combattuto e di credere nella competizione paritaria, aggiungendo che l’unico aspetto da affrontare è la conciliazione. Conclude dichiarando di non portare rancori e di aver sempre preso decisioni autonomamente.

Le parole di Riccardo Magi

“Il segretario di Più Europa, Riccardo Magi, critica aspramente l’ampia diffusione di venti minuti di pura propaganda di Giorgia Meloni, trasmessi in ogni ufficio postale d’Italia. Magi annuncia un’interrogazione parlamentare al ministro Giorgetti, sottolineando che i poveri utenti non hanno nemmeno la possibilità di cambiare canale durante questa trasmissione. Descrive la situazione come un vero e proprio scenario orwelliano, evidenziando che TgPoste ha realizzato un’intervista estesa a Meloni, durante la quale la premier esibisce tutta la propaganda del suo governo, comprese affermazioni sul successo nell’ambito dell’immigrazione e dell’economia.

Magi sottolinea che lo Stato italiano, attraverso Cassa depositi e prestiti e il Ministero dell’Economia, detiene la maggioranza delle azioni di Poste. Il segretario di Più Europa solleva il problema, chiedendosi se sia normale mettere a disposizione di Meloni un tale servizio di propaganda da parte di un’azienda sotto controllo pubblico. Pone inoltre l’accento sul fatto che TgPoste è diffuso in ogni ufficio postale, sul sito e sull’app di Poste Italiane, nonché su numerose altre piattaforme utilizzate da milioni di italiani che usufruiscono dei servizi postali.

Magi solleva una domanda cruciale: perché agli altri leader politici, in particolare a quelli di opposizione, non viene offerta la stessa opportunità? Dato che il Ministero dell’Economia e Finanze (Mef) di Giorgetti offre a Giorgia Meloni questa notevole opportunità promozionale, Magi ritiene che sia urgente e doveroso che TgPoste ristabilisca l’equilibrio intervistando tutti gli altri leader politici. Altrimenti, definisce il servizio come un trattamento ad personam che, a suo avviso, deve essere respinto e corretto.”

La furia delle opposizioni

L’autocompiacimento espresso attraverso TeleMeloni suscita reazioni negative da parte dell’opposizione. Il responsabile Cultura del Pd, Sandro Ruotolo, critica l’espansione di TeleMeloni definendola insopportabile e accusando un tentativo di occupare il potere e i mezzi di comunicazione finanziati dai cittadini. Ruotolo vede questo come un segno del tentativo di imporre un modello culturale derivante da un’epoca buia, senza riconoscere molte alternative.

Le reazioni sui social media variano: tra gli estimatori dell’intervista, ci sono coloro che apprezzano l’iniziativa, ma molti altri la definiscono come un “istituto luce” o un “comizio”. Alcuni criticano la mancanza di contraddittorio nell’intervista e ironizzano chiamandola “Tg Meloni” anziché “Tg Poste”.

Stefano Patuanelli del M5S ritiene che la propaganda del governo, incarnata dall’intervista di Giorgia Meloni di 20 minuti su Tg Poste, non abbia limiti. Egli sottolinea la mancanza di contraddittorio e la definisce una nuova frontiera nell’occupazione politica dell’informazione. Patuanelli evidenzia anche l’uso di uno strumento di divulgazione appartenente a un’azienda controllata dallo Stato attraverso Cassa depositi e prestiti e il Ministero dell’Economia e delle Finanze, facendo ipotizzare ironicamente se ci si debba aspettare comizi di Meloni su treni, bus e metropolitane.