“Trump condannato se non fosse stato eletto”, pubblicato il rapporto segreto del Procuratore

Jack Smith accusa Trump di manovre illegali post-elezioni 2020. Prove sufficienti per condanna, ma immunità presidenziale blocca azione legale

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Pubblicato: 14 Gennaio 2025 09:23

Un rapporto esplosivo di oltre 170 pagine, diffuso dopo l’approvazione del Procuratore generale Merrick Garland, getta luce su quello che potrebbe essere uno degli episodi più controversi della politica americana recente. Al centro delle indagini, il neo presidente Donald Trump e le sue presunte manovre per sovvertire i risultati elettorali del 2020. Nonostante l’ostruzionismo dei suoi legali, i media statunitensi hanno portato alla ribalta dettagli che raccontano un intreccio di pressioni, strategie discutibili e accuse di azioni illecite.

Il Procuratore speciale Jack Smith fu nominato da Merrick Garland poco dopo l’annuncio della candidatura di Trump per le presidenziali del 2024. Questo tempismo ha acceso polemiche tra i sostenitori di Trump, che accusano il Dipartimento di Giustizia di voler influenzare il futuro politico dell’ex presidente.

Trump, cosa avrebbe fatto per ribaltare l’esito delle urne

Nel rapporto emergono pressioni su funzionari locali, piani definiti fraudolenti e una continua insistenza sul vicepresidente Mike Pence per modificare l’esito ufficiale delle elezioni. Secondo quanto riportato, quando tutte le vie legali furono esaurite, Trump avrebbe optato per strategie considerate illegali, mettendo in discussione il processo democratico. “Quando fu evidente che le vie legali erano fallite, Trump ricorse a iniziative definite illegali per mantenere la sua posizione”, recita uno dei passaggi del documento.

Quel famoso 6 gennaio e il ruolo dell’ex presidente

Una parte rilevante del documento è dedicata agli eventi del 6 gennaio 2021. L’assalto al Campidoglio viene collegato direttamente alla retorica di Trump, che avrebbe alimentato le tensioni tra i suoi sostenitori. Questo evento è descritto come un momento che ha messo a dura prova l’equilibrio politico degli Stati Uniti.

Dettagli inediti sulla strategia di Trump

Il rapporto redatto dal procuratore speciale Jack Smith, suddiviso in due volumi, entra nei dettagli delle azioni di Trump, che avrebbe voluto sovvertire il risultato elettorale. Il primo volume descrive le pressioni esercitate sui funzionari statali, la creazione di falsi elettori alternativi e gli appelli ai sostenitori per protestare contro i risultati. Smith ha evidenziato che le prove raccolte sarebbero state sufficienti per ottenere una condanna in tribunale, se non fosse stato per la rielezione di Trump.

“Il dipartimento ritiene che la Costituzione vieti di proseguire con incriminazioni e procedimenti penali contro un presidente, indipendentemente dalla gravità delle accuse o dalla solidità delle prove”, scrive Smith. “In effetti, senza la sua elezione e l’imminente ritorno alla presidenza, le prove ammissibili sarebbero state sufficienti per ottenere e sostenere una condanna”.

Le conclusioni del documento di Jack Smith mettono in luce un problema complesso: l’impossibilità di perseguire un presidente in carica, indipendentemente dalla gravità delle accuse. Smith osserva che senza l’elezione di Trump nel 2016 e la sua candidatura successiva, le prove raccolte sarebbero state sufficienti per ottenere una condanna in tribunale.

Il segreto del secondo rapporto

Un secondo volume del rapporto rimane sigillato, poiché contiene dettagli su presunte violazioni relative alla gestione di documenti riservati. Una decisione giudiziaria prevista nei prossimi giorni potrebbe determinarne la pubblicazione o mantenere il sigillo. Intanto, Trump e il suo team legale bollano il rapporto come una mossa politica per destabilizzare la transizione presidenziale.