Meloni stabile nei sondaggi nonostante il calo, la Manovra potrebbe cambiare tutto

Il Governo è in salute durante la profonda crisi che sta interessando i corrispettivi di Francia e Germania, ma il nodo Manovra continua a essere una minaccia

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Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web da 15 anni, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

Pubblicato: 7 Dicembre 2024 08:15

Continua anche questa settimana ad accorciarsi la forbice tra i primi due partiti del nostro Paese: Fratelli d’Italia e Partito Democratico distano sempre meno. Giorgia Meloni continua però a guidare lo schieramento più importante e il centro-destra, nonostante le tensioni che monitoriamo da tempo, continua a essere particolarmente stabile. I piani delle opposizioni – e di alcuni alleati – per far cadere l’Esecutivo appaiono ancora irrealizzabili, visto il consenso di cui godono la premier e la sua maggioranza.

Ma cosa dicono i sondaggi politici questa settimana? Subiscono ancora il colpo delle ultime elezioni regionali, che hanno visto la rimonta del centro-sinistra, che però non riuscirebbe a vincere le politiche se si andasse al voto oggi – a meno che non si concretizzi un Campo Largo in cui includere anche centristi e moderati.

Chi sale e chi scende nei sondaggi politici

La Supermedia di YouTrend e Agi calcola la media ponderata delle intenzioni di voto degli italiani rilevate. Vediamo i dati delle nuove rilevazioni del 6 dicembre 2024, con il confronto con i dati dei precedenti sondaggi politici:

  • Fratelli d’Italia: 28,9% (-0,2);
  • Partito Democratico: 23,2% (+0,4);
  • Movimento 5 Stelle: 11,6% (+0,2);
  • Forza Italia: 9,1% (-0,1);
  • Lega: 8,7% (-0,2);
  • Alleanza Verdi e Sinistra: 6,2% (-0,2);
  • Azione: 2,4% (-0,3);
  • Italia Viva: 2,3% (+0,1);
  • +Europa: 2% (=);
  • Noi Moderati: 1,2% (+0,3).

Gli istituti presi in considerazione sono Emg, Eumetra, Euromedia, Ipsos, Noto, Swg e Tecnè, con i dati raccolti tra il 23 novembre e il 3 dicembre.

Le percentuali delle coalizioni: tutti i confronti

Vediamo quali sono oggi le percentuali raccolte delle varie coalizioni e il confronto con le elezioni europee del 2024 e le politiche per il rinnovo del Parlamento del 2022.

Al 5 dicembre la situazione era questa:

  • Centro-destra: 47,9%;
  • Centro-sinistra: 31,4%;
  • Movimento 5 Stelle: 11,6%;
  • Terzo Polo: 4,7%;
  • Altri: 4,4%.

Alle elezioni europee dell’8 e del 9 giugno 2024, invece:

  • Centro-destra: 46,4%;
  • Centro-sinistra: 32,1%;
  • Movimento 5 Stelle: 9,8%;
  • Terzo Polo: 7,1%;
  • Altri: 4,7%.

Alle elezioni politiche del 25 settembre 2022:

  • Centro-destra: 43,8%;
  • Centro-sinistra: 26,1%;
  • Movimento 5 Stelle: 15,4%;
  • Terzo Polo: 7,8%;
  • Altri: 6,9%.

Italia mai così stabile, ma attenzione alla Manovra

Con 777 giorni dal suo inizio, il governo guidato da Giorgia Meloni è oggi il settimo più longevo della Storia d’Italia. Gode, insomma di un’ottima salute, nonostante le tante critiche e le minacce di una fine anticipata arrivate anche dall’interno – l’ultima guerra intestina si è combattuta per l’abbassamento del canone Rai, che ha diviso la maggioranza.

Il dato è ancora più sensazionale in un periodo in cui è andata in scena la crisi di governo in Francia, alla ricerca di un nuovo premier per sostituire Michel Barnier, sfiduciato da sinistra ed estrema destra, e Germania, dove sono state chiamate le elezioni anticipate dal premier Olaf Scholz.

I due baluardi economici e politici dell’Europa unita cedono sotto le pressioni dell’economia e degli esteri. A creare il malcontento a Parigi è stata una Legge di Bilancio con pesanti tagli ai servizi, mentre a Berlino si è bloccato tutto per la nuova tranche di fondi all’Ucraina.

C’è poco da gioire dei fallimenti altrui, comunque. Da una parte non è escluso che le spaccature politiche dell’asse francotedesco possano innescare un effetto domino sui mercati continentali, trasformandosi in una crisi economica per tutta l’eurozona. Dall’altra bisogna tenere a mente che la Manovra 2025, nonostante la benedizione dell’Ue, non è ancora scritta su pietra e potrebbe causare nuove frizioni tra i partiti italiani.