Si è esaurito il cosiddetto “effetto Cecilia Sala”: il partito della premier Giorgia Meloni smette di registrare crescite nei sondaggi politici: come nella rilevazione della settimana precedente, Fratelli d’Italia resta a qualche passo dalla soglia psicologica del 30% (29,6%). Bonaccia anche sulla rotta del principale partito di opposizione, con il Partito Democratico nuovamente fermo al 23,2%.
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Cosa succede ai partiti politici?
Per chiudere il podio, il terzo partito, il Movimento 5 Stelle guadagna terreno andando all’11,3%. Ma sui pentastellati pesa la difficoltà nel decidere che tipo di partito progressista intendano essere: sotterrato da tempo il giustizialismo giacobino e l’egualitarismo livellante (“uno vale uno”) dei primi tempi, il partito di Conte stenta a collocarsi. Dovrebbe diventare un partito di establishment con il cuore a sinistra come il Pd o un partito con tendenze radicali come Avs e +Europa? Conte, che sa che i voti si prendono al centro, stenta a trovare un’identità per il M5S.
Rispetto alla settimana precedente, guadagnano terreno anche Noi Moderati, puntello dell’alleanza di centro-destra, che cresce del +0,3% fermandosi comunque a una percentuale di gradimento pressoché omeopatica (1,2%) e Italia Viva che con un +0,2% va al 2,4%.
Al di là della retorica, vale sempre la pena ricordare che in Italia il primo partito è pur sempre quello dell’astensionismo che, secondo l’ultima rilevazione Ipsos (20/12/2024), oggi interessa il 43% degli aventi diritto al voto. Segno di una disaffezione alla politica che colpisce oltre quattro elettori su dieci, e soprattutto al Mezzogiorno. I dati che seguono, dunque, devono intendersi al netto dell’astensionismo.
Chi sale e chi scende nei sondaggi
Le percentuali che seguono sono tratte dallaSupermedia Youtrend effettuata per Agi e rispecchiano le intenzioni di voto degli italiani al 23 gennaio 2025. Vediamo i numeri con il confronto con i precedenti sondaggi politici:
- Fratelli d’Italia: 29,6% (=);
- Partito Democratico: 23,2% (=);
- Movimento 5 Stelle: 11,3% (+0,2%);
- Forza Italia: 9,4% (-0,1);
- Lega: 8,5% (=);
- Alleanza Verdi e Sinistra: 6,1% (-0,1%);
- Azione: 2,8% (-0,1%);
- Italia Viva: 2,4% (+0,2%);
- +Europa: 1,9% (-0,1%);
- Noi Moderati: 1,2% (+0,3%).
Il confronto tra le coalizioni
Al 25 gennaio la situazione è la seguente:
- Centro-destra: 48,7%;
- Centro-sinistra: 31,2%;
- Movimento 5 Stelle: 11,3%;
- Terzo Polo: 5,2%;
- Altri: 3,6%.
La situazione alle elezioni europee dell’8 e del 9 giugno 2024:
- Centro-destra: 46,4%;
- Centro-sinistra: 32,1%;
- Movimento 5 Stelle: 9,8%;
- Terzo Polo: 7,1%;
- Altri: 4,7%.
Alle elezioni politiche del 25 settembre 2022:
- Centro-destra: 43,8%;
- Centro-sinistra: 26,1%;
- Movimento 5 Stelle: 15,4%;
- Terzo Polo: 7,8%;
- Altri: 6,9%.
Chi vincerebbe oggi le elezioni?
Se si andasse a votare oggi, il centro-destra a trazione FdI di Giorgia Meloni porterebbe a un risultato fotocopia rispetto a quello registrato alle politiche del 25 settembre 2025. Anzi, l’asse FdI-FI-Lega puntellato da Noi Moderati otterrebbe un risultato ancora maggiore: 48,7% contro il 43,8% di quasi due anni e mezzo fa.
Il centro-sinistra, composto da Pd insieme ad Avs e +Europa, si accomoderebbe nuovamente all’opposizione, con la magra consolazione di avere rafforzato la sua posizione rispetto alle ultime politiche: 31,2% di oggi contro il 26,1% del 2022.
Gli elettori mostrano invece meno fiducia per il M5S di Giuseppe Conte (all’11,3% dal 15,6% del 2022), Avs, +Europa e per i partiti minori.
Se le sinistre si affratellassero con il M5S in un ipotetico campo largo assisteremmo a una raccolta di voti pari al 42,5%, ancora sotto i risultati del centro-destra.
L’ipotesi, del tutto speculativa, di un campo larghissimo che inglobasse sinistre, ex grillini e terzo polo porterebbe a un risultato del 47,7%, ancora sotto all’alleanza di centro-destra che, pur fra scricchiolii, gaffes e qualche mal di pancia, continua a reggere.