Sono tre le novità degne di nota, rispetto alla situazione politica di due settimane fa: il principale partito dell’asse di governo, Fratelli d’Italia, perde terreno cedendo il -0,3%. Dopo l’apice raggiunto con la liberazione di Cecilia Sala, non ha giovato la coda di eventi successivi che hanno imbarazzato l’esecutivo, il caso Abedini, il caso Almasri e gli schiaffi incassati dalla magistratura sui trasbordi dei migranti in Albania
Guardando alle opposizioni, si assiste allo shock del Pd che perde il -0,6% in due settimane nonostante la segretaria Elly Schlein si sia spesa senza sosta fra lavoratori a rischio licenziamento e tour in giro per lo Stivale. Il M5S è l’unico grande partito a crescere (+0,4%).
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Chi sale e chi scende nei sondaggi
Le percentuali che seguono sono tratte dalla Supermedia Youtrend effettuata per Agi e rispecchiano le intenzioni di voto degli italiani al 13 febbraio 2025, a confronto con le rilevazioni delle due settimane precedenti (qui, invece, i numeri dei sondaggi politici relativi della scorsa settimana):
- Fratelli d’Italia: 29,8% (-0,3%);
- Partito Democratico: 23,1% (-0,6%);
- Movimento 5 Stelle: 11,4% (+0,4%);
- Forza Italia: 9,2% (-0,1%);
- Lega: 8,5% (-0,2%);
- Alleanza Verdi e Sinistra: 6,2% (=);
- Azione: 2,7% (=);
- Italia Viva: 2,6% (+0,1%);
- +Europa: 2% (+0,2%);
- Noi Moderati: 1,1% (-0,1%).
Il confronto tra le coalizioni
Al 13 febbraio la situazione è la seguente:
- Centro-destra: 48,6%;
- Centro-sinistra: 31,2%;
- Movimento 5 Stelle: 11,4%;
- Terzo Polo: 5,3%;
- Altri: 3,5%.
La situazione alle elezioni europee dell’8 e del 9 giugno 2024:
- Centro-destra: 46,4%;
- Centro-sinistra: 32,1%;
- Movimento 5 Stelle: 9,8%;
- Terzo Polo: 7,1%;
- Altri: 4,7%.
Alle elezioni politiche del 25 settembre 2022:
- Centro-destra: 43,8%;
- Centro-sinistra: 26,1%;
- Movimento 5 Stelle: 15,4%;
- Terzo Polo: 7,8%;
- Altri: 6,9%.
Chi vincerebbe se si votasse oggi
Con il raffreddarsi dei rapporti fra Lega e FdI, tornare a votare oggi per le elezioni politiche potrebbe portare ad alcune sorprese. Se, in linea teorica, l’attuale asse di governo (FdI-FI-Lega), supportato da Noi Italiani, dovesse ripresentarsi alle elezioni incasserebbe la fiducia del 48,6% degli elettori italiani, una fiducia in crescita del +4,8% rispetto alle politiche del 2022.
Ma c’è un’incognita all’orizzonte: i rapporti tesi fra Giorgia Meloni, che tenta di tenere in riga gli alleati, e Matteo Salvini che scalpita perché in crisi di consenso e sempre pronto ad alzare la posta delle rivendicazioni politiche, incassando un no dopo l’altro. Solo negli ultimi dodici mesi, Salvini è rimasto deluso a vario titolo su una serie di pretese: Quota 41, Quota 41 light, il nuovo condono fiscale “rottamazione quinquies”, terzo mandato e il passaggio dal ministero dei Trasporti a quello degli Interni, solo per citarne qualcuna.
Retroscenisti e tessitori di ipotesi paventano uno scenario in cui Giorgia Meloni sarebbe ben felice di far capire agli alleati chi comanda, facendo cadere il governo per presentarsi a nuove elezioni in primavera, con l’aiuto di un Mattarella disposto ad emanare il decreto per lo scioglimento delle Camere.
Ma se la rottura fra Lega e FdI dovesse essere totale, a cosa si assisterebbe? Ad una coalizione di centrodestra monca capace di mettere insieme i 40,1% dei voti, contro il 31,2% delle sinistre. Ancora abbastanza, dunque per tornare al governo.
Ma se il campo largo (centro-sinistra + M5S) dovesse confermare il suo attuale 41,9%, l’avventura di governo per Giorgia Meloni diventerebbe solo un ricordo.
Se dovessero aderire anche Azione e Italia Viva, la nuova variopinta coalizione di governo otterrebbe il 47,1% dei consensi.