Il Piano Mattei è legge, la Camera approva il decreto: Cabina di regia a Palazzo Chigi

Dopo il Senato, anche la Camera ha approvato il decreto che stabilisce la governance del cosiddetto Piano Mattei. Previste una Cabina di regia e una Struttura di missione a Palazzo Chigi

Foto di Maurizio Perriello

Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

Dopo il Senato, anche la Camera ha approvato il decreto che stabilisce la governance del cosiddetto Piano Mattei con 169 voti a favore, 119 contrari e 3 astenuti. Il provvedimento, che ha l’obiettivo dichiarato di “stabilire un nuovo partenariato tra Italia e Stati del Continente africano”, è stato dunque convertito in legge.

Ora l’iter prevede che il programma venga adottato con un decreto del presidente del Consiglio, dopo il parere delle Commissioni parlamentari che sono chiamate a esprimersi entro 30 giorni. Scaduto questo termine, il decreto sarà in ogni caso approvato in via definitiva.

Dalla Cabina di regia alla durata: cos’è e cosa prevede il Piano Mattei

Come avevamo già spiegato qui, dal punto di vista tecnico il Piano Mattei è un decreto legge composto di sette articoli. Una delle misure più in vista prevede l’istituzione di un’apposita Cabina di regia, che sarà installata a Palazzo Chigi, presieduta dal Presidente del Consiglio e formata dal ministro degli Esteri (vicepresidente), dagli altri ministri, dal presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, da Cassa depositi e prestiti e Sace.

Il coordinatore di tale struttura verrà individuato tra gli appartenenti alla carriera diplomatica: per tutti gli incarichi dirigenziale si potrà attingere anche al personale in pensione, con in cima alla lista in nomi di Luigi Mattiolo, Ettore Francesco Sequi e Giampiero Massolo. Fra i compiti della Cabina di regia figura anche la promozione di “attività di incontro tra i rappresentanti della società civile, imprese e associazioni italiane e africane con lo scopo di agevolare le iniziative di collaborazione territoriale e promozione di attività di sviluppo”.

Il Piano ha durata quadriennale e potrà essere aggiornato anche prima della scadenza. Nella strategia sarà coinvolto anche il Parlamento, al quale entro il 30 giugno di ogni anno, il Governo dovrà sottoporre una relazione.

Gli ambiti di intervento del Piano Mattei

Lanciata da Giorgia Meloni un anno fa durante la sua visita in Algeria, la road map italiana guarda al “coordinamento” delle iniziative “pubbliche e private, anche finanziate o garantite dallo Stato, rivolte ai Paesi del Continente africano” e mira a inserirsi nella “più ampia strategia italiana di tutela e promozione della sicurezza nazionale in tutte le sue dimensioni, inclusa quella economica, energetica, climatica, alimentare e del contrasto ai flussi migratori irregolari“. Il testo definisce ed elenca i vari ambiti di intervento:

  • cooperazione allo sviluppo;
  • promozione delle esportazioni e degli investimenti;
  • istruzione e formazione professionale;
  • ricerca e innovazione;
  • salute;
  • agricoltura e sicurezza alimentare;
  • approvvigionamento e sfruttamento sostenibile delle risorse naturali, incluse quelle idriche ed energetiche
  • tutela dell’ambiente e adattamento ai cambiamenti climatici;
  • ammodernamento e potenziamento delle infrastrutture anche digitali;
  • valorizzazione e sviluppo del partenariato energetico, anche nell’ambito delle fonti rinnovabili;
  • sostegno all’imprenditoria, in particolare a quella giovanile e femminile;
  • promozione dell’occupazione;
  • prevenzione e contrasto dell’immigrazione irregolare.

Le previsioni sui costi

Oltre alla Cabina di regia, a Palazzo Chigi verrà istituita anche una Struttura di missione. I costi per questa iniziativa sono quantificati in 235.077 euro per il 2023 e in 2.820.903 euro per il 2024. Per mettere su e gestire l’intera impalcatura istituzionale del Piano Mattei, lo Stato spenderà circa 2,1 milioni di euro, ai quali vanno aggiunti ulteriori 500mila euro destinati agli esperti esterni. Nel complesso, dunque, gli oneri della struttura di missione sono stimati in 2.643.949,28 euro annui, a decorrere dal 2024 (qui avevamo parlato dell’altro patto sui migranti: l’Italia spenderà di più?).

L’Italia, con l’Ue alle spalle, ha inoltre promesso investimenti per oltre tre miliardi di euro in Africa. Al momento ne sono stati messi a bilancio poco più di tre milioni e non c’è traccia, tra i documenti ufficiali resi disponibili, di previsioni né di intenzioni ulteriori di spesa.