Il secondo anniversario del Governo Meloni coincide con una delle più importanti leggi economiche mai scritte dall’esecutivo, la Manovra finanziaria per il 2025. Gli ultimi 24 mesi sono stati però caratterizzati da diverse iniziative volte a spingere verso la crescita del Paese, che potrebbe rimanere sotto le aspettative almeno nel 2024.
Da quando il Governo Meloni è entrato in carica alla fine del 2022, l’economia italiana ha cominciato una fase di riadattamento dopo la fortissima crescita del periodo immediatamente successivo alla pandemia da Covid-19. Parte di questa spinta è arrivata anche dal Pnrr, sul quale l’esecutivo ha provato a intervenire.
Le misure economiche del Governo Meloni nel 2023
Il Governo Meloni compie due anni: “Finché avremo il sostegno dei cittadini, continueremo a lavorare con determinazione, a testa alta, per realizzare il nostro programma e aiutare l’Italia a crescere, diventare forte, credibile e rispettata. Lo dobbiamo agli italiani, a chi ci ha scelto e a chi, pur non avendo votato per noi, spera che facciamo bene il nostro compito. Al lavoro, senza sosta, senza paura” ha commentato la presidente del Consiglio a riguardo.
Durante questo periodo l’esecutivo ha approvato una serie di riforme economiche che avevano tre obiettivi principali:
- Gestire la crescita economica successiva alla pandemia continuando il trend stabilito dopo la fine dei lockdown;
- Definire e rispettare i nuovi vincoli di spesa e di bilancio europei;
- Amministrare l’applicazione del Pnrr per non perdere i fondi dell’Unione europea.
Le prime misure economiche, quelle contenute nella legge di bilancio per il 2023, furono però in buona parte obbligate dalla formazione tardiva del Governo e quindi per lo più già definite dalla nota di aggiornamento al Def stilata dall’esecutivo di Mario Draghi, che aveva preceduto quello di Giorgia Meloni. Unica norma distintiva fu l’abolizione del Reddito di Cittadinanza.
Le prime vere misure cominciarono ad arrivare soltanto a febbraio. Un tema centrale fin dal primo momento fu la riduzione delle spese dello Stato, in particolare quelle dovute al Superbonus 110%. Su spinta del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, il Governo approvò un decreto per porre un limite all’utilizzo di questo strumento. Furono limitati i casi di applicazione e soprattutto la possibilità di compravendita dei crediti fiscali, anche al fine di limitare le truffe.
Sempre a febbraio il Governo Meloni ottenne la riforma della governance del Pnrr e la parziale rimodulazione delle sue spese. La gestione dei fondi europei fu centralizzata maggiormente per controllare meglio la loro applicazione ed evitare ritardi che avrebbero potuto causare problemi con l’Unione europea.
Il 2023 è anche l’anno dell’approvazione da parte del Parlamento della Delega Fiscale. Essendo una legge delega, questa misura non ha introdotto nuove norme, ma ha dato al Governo la possibilità di riformare il fisco entro due anni senza più passaggi parlamentari.
Il 2024 del Governo Meloni
Nel 2024 entrarono in vigore le norme approvate con la legge di bilancio che il Parlamento votò in uno degli ultimi giorni disponibili, il 30 dicembre 2023. Molte le novità decise dal Governo:
- Il taglio del cuneo fiscale per i redditi medi
- La riforma delle aliquote Irpef
- Le misure assistenziali e per la natalità tra cui la carta Dedicata a Te
- Gli incentivi all’assunzione con le deduzioni superiori al 100%
- Il finanziamento della costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina.
A questo seguì un ulteriore taglio al Superbonus. Il Governo ha anche concluso la vendita della compagnia aerea Ita a Lufthansa, concludendo quindi definitivamente la storia di Alitalia.
Molti interventi anche in politica migratoria, soprattuto per quanto riguarda il tentativo di intensificare i respingimenti. Molto discussa la creazione dei centri per il rimpatrio in Albania, al centro dello scontro con la magistratura e del nuovo Decreto Immigrazione che ha ridefinito quali siano i Paesi sicuri.
L’anno si concluderà con l’approvazione della Manovra finanziaria per il 2025, che ha già iniziato a prendere forma dopo l’approvazione da parte del Consiglio dei ministri ma che dovrà affrontare il passaggio parlamentare prima di diventare ufficiale.