Giulio Andreotti: quante volte è stato Presidente del Consiglio

La storia politica di Giulio Andreotti: ha il record governi guidati ed è stato anche il Premier decaduto più rapidamente della storia della Repubblica

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Parlare di Giulio Andreotti vuol dire fare riferimento a una delle figure politiche più influenti della storia moderna italiana. Tra i principali esponenti della Democrazia Cristiana, ha caratterizzato in maniera evidente il mondo della politica italiana nell’ultimo trentennio del secolo scorso. Proviamo in questa sede a gettare luce su quello che è stato il suo percorso alla guida del Paese, offrendo un sunto di quell’esperienza che ha contribuito a plasmare l’Italia del tempo e, in parte, d’oggi.

Giulio Andreotti: Presidente del Consiglio

A evidenziare l’importanza politica di Giulio Andreotti basta il numero di volte cha ricoperto l’incarico di Premier. Eletto per ben sette volte, il che rappresenta il maggior numero di incarichi nella storia della Repubblica italiana. Nello specifico è stato Presidente del Consiglio per un totale di 2652 giorni, ovvero 7 anni, tre mesi e una settimana.

La sua carriera politica vanta numeri incredibili. È stato infatti ministro per un totale di 34 volte, tenendo conto anche degli incarichi ad interim ricoperti. L’area nella quale è stato maggiormente impegnato è di certo il ministero della Difesa, considerando gli otto impegni. Sono cinque, invece, quelli presso il ministero degli Affari Esteri e, completando almeno un terzetto di questa particolare analisi, quattro quelli presso il ministero del bilancio e della programmazione economica.

Nonostante sia stato Premier per ben sette volte, non è il politico con il maggior numero di giorni alla guida del Paese. Il record è detenuto da Silvio Berlusconi, quattro volte Presidente del Consiglio, giunto a quota con 3339.

Cos’è il compromesso storico

Per quanto possa sembrare incredibile, dal 1972 al 1973 Giulio Andreotti è stato eletto per due volte Premier. Scelto alla guida di due differenti esecutivi, dopo aver ottenuto il record del governo più breve della storia della Repubblica italiana. Non avendo ricevuto la fiducia, è stato costretto a un passo indietro, nel ’72, dopo appena nove giorni. Ecco elencati tutti i suoi incarichi da Premier:

  • 17 febbraio 1972 – 26 giugno 1972;
  • 26 giugno 1972 – 7 luglio 1973;
  • 29 luglio 1976 – 11 marzo 1978;
  • 11 marzo 1978 – 20 marzo 1979;
  • 20 marzo 1979 – 4 agosto 1979;
  • 22 luglio 1989 – 12 aprile 1991;
  • 12 aprile 1991 – 24 aprile 1992

Al di là dei numeri e delle tante ipotesi, voci e polemiche che ruotano intorno alla figura di Giulio Andreotti, vale la pena analizzare un processo politico che lo ha visto tra i protagonisti: il compromesso storico. Per spiegare di cosa si tratta occorre tornare indietro fino al 1976, quando il governo di Aldo Moro perse la fiducia dei socialisti in Parlamento. Furono necessarie elezioni anticipate, che videro una crescita evidente del Partito Comunista Italiano di Enrico Berlinguer.

La maggioranza restò della Democrazia Cristiana, ma il vantaggio fu minimo. Tutto ciò diede la forza necessaria al PCI di avanzare verso il compromesso storico, appoggiato da Aldo Moro e Amintone Fanfani. Nello specifico una sorprendente coalizione tra PCI e DC, al fine di superare la difficile situazione del tempo vissuta dall’Italia, colpita dalla crisi e dal terrorismo.

Una scelta di certo non popolare, quella di Berlinguer, che vide tanti contrari nel suo partito. Un accordo che ancora oggi fa sentire il suo peso, quantomeno nella cultura politica più che nella memoria popolare. In esso possiamo rivedere, ad esempio, compromessi più recenti, di fatto contemporanei, vissuti in condizioni di crisi come quella della pandemia di Covid-19, ad esempio.