Ue lancia l’allerta: “Pericolo di guerra, prepariamo i civili”

La tensione si tocca con mano il giorno dell'apertura del Consiglio Europeo che si terrà il 21 e il 22 marzo a Bruxelles. La guerra in Ucraina al centro del dibattito

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

La tensione è alle stelle a Bruxelles mentre l’Europa si prepara a un futuro incerto. La bozza del documento che chiuderà il Consiglio Europeo rivela un salto di qualità senza precedenti: un programma d’emergenza per fronteggiare un possibile attacco bellico.

Preoccupazioni per la guerra in Ucraina

I leader dei 27 Stati membri dell’Unione Europea si riuniscono oggi e domani per affrontare una crisi senza precedenti in materia di sicurezza e difesa. Tradizionalmente dedicato ai temi economici, questo incontro si concentra invece sulla crescente minaccia di conflitto, con particolare attenzione all’escalation delle tensioni nell’Europa orientale.

Il testo sottolinea la necessità di sviluppare un piano per una preparazione militare-civile coordinata e rafforzata, insieme a una gestione strategica delle crisi, considerando l’evoluzione del panorama delle minacce. Ciò che rende questa situazione ancora più tangibile è il fatto che questo appello è inserito nella sezione “militare” del documento. È un chiaro segnale che l’Unione Europea riconosce la crescente minaccia di un conflitto armato.

Il conflitto in Ucraina è il principale catalizzatore di questa crescente preoccupazione. L’Ue dedicherà una considerevole parte del summit europeo all’Ucraina e al potenziamento della sua capacità di difesa. È un momento cruciale, tanto che si sta discutendo apertamente di un nuovo debito pubblico per finanziare il settore militare, un passo senza precedenti dopo il Recovery Fund.

Non tutti gli Stati membri sono concordi su questa strategia. Paesi come l’Italia sollevano perplessità, richiamando la competenza nazionale della Difesa. Ma il semplice fatto che l’Ue stia considerando seriamente questo passo evidenzia quanto la tensione sia alle stelle e quanto le minacce russe siano reali e tangibili.

I piani per finanziare la difesa

Il finanziamento della difesa rimane una questione spinosa. Una proposta presentata riguarda l’utilizzo dei proventi dei beni russi congelati in Europa per irrobustire l’European Peace Facility, il fondo utilizzato per sostenere l’Ucraina con armi e risorse. In questo caso, ci sono ostacoli da superare, come il veto minacciato dall’Ungheria di Orbán e le resistenze dei Paesi neutrali come Malta, Austria e Irlanda.

La Russia sarà al centro del dibattito in Consiglio, dove si discuteranno anche le contromisure per le elusioni delle sanzioni economiche contro Mosca. Per questo motivo si sta valutando l’imposizione di dazi sui prodotti agricoli russi, un’ipotesi che potrebbe influenzare direttamente l’Italia, specialmente per le importazioni di grano.

Queste misure, se attuate, dovrebbero essere parte di un pacchetto più ampio di agevolazioni per gli agricoltori, già predisposto in risposta alle recenti proteste del settore.

Von der Leyen: verso una risposta univoca e coordinata

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha incaricato l’ex presidente della Finlandia, Sauli Niinisto, di redigere un rapporto su come migliorare la preparazione e la prontezza d’intervento della difesa dell’Ue. Questo avviene in un contesto in cui la necessità di una risposta coordinata e robusta alle crescenti minacce è diventata urgente. Von der Leyen ha sottolineato che non c’è più spazio per le illusioni e che l’Unione europea deve svegliarsi di fronte alle ambizioni espansionistiche di Putin, che non si limitano all’Ucraina.

Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, aveva già detto qualche giorno fa delle parole molto forti, cioè che se vogliamo la pace, dobbiamo prepararci alla guerra.