Ursula von der Leyen agli Stati Ue: “Produrre più armi, la pace non è permanente”

In risposta alla minaccia russa, la presidente della Commissione europea fa il punto sul piano quinquennale di Difesa dell'Ue: servono più armi ed entro il 2035 metà delle forniture belliche dovranno essere fabbricate in Europa

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Ursula von der Leyen costringe i membri dell’Europa unita a una doccia di realismo: “La pace non è permanente“, ha affermato la presidente della Commissione europea durante la seduta plenaria a Strasburgo, e dunque gli Stati nei prossimi 5 anni dovranno aumentare gli investimenti in armi, “dando priorità agli appalti congiunti”, proprio come avvenuto a suo tempo per l’emergenza vaccini o per il gas naturale. Von der Leyen ha puntualizzato che una guerra in seno all’Europa “non è imminente”, ma non è neppure “impossibile”.

Von der Leyen invita l’Europa ad armarsi

I progressi messi in campo nel settore della Difesa “dimostrano che l’Europa ha iniziato a comprendere l’urgenza e la portata della sfida che ci aspetta. Ma c’è molto altro da fare. E dobbiamo muoverci velocemente”, ha spiegato von der Leyen. “La minaccia di guerra potrebbe non essere imminente, ma non è impossibile.

I rischi di una guerra non dovrebbero essere esagerati, ma bisogna prepararsi. E tutto ciò inizia con l’urgente necessità di ricostruire, rifornire e modernizzare le forze armate degli Stati membri. L’Europa dovrebbe sforzarsi di sviluppare e produrre la prossima generazione di capacità operative vincenti. E di garantire che disponga della quantità sufficiente di materiale bellico e della superiorità tecnologica di cui potremmo aver bisogno in futuro. Il che significa potenziare la nostra capacità industriale della difesa nei prossimi cinque anni”, ha chiarito von der Leyen.

La minaccia per l’Europa è Vladimir Putin

Ursula von der Leyen ha citato espressamente chi rappresenta una minaccia per la pace in Europa: Vladimir Putin. Quella vissuta negli ultimi anni, ha dichiarato la presidente della Commissione, non è stata altro che “un’illusione” di pace permanente che adesso è “andata in frantumi”. Pensare, aggiunge, “che la prosperità economica possa essere più importante per Putin che distruggere un’Ucraina libera e democratica è un’illusione.

L’illusione che l’Europa da sola stesse facendo abbastanza in materia di sicurezza, che sia economica o militare, convenzionale o informatica. Se ci guardiamo intorno, è chiaro che non c’è più spazio per altre illusioni. Vladimir Putin ha utilizzato il dividendo della pace per preparare la sua guerra. Di conseguenza, il mondo è pericoloso come lo è stato per generazioni. La brutale guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina è giunta al suo terzo anno ed è più radicata e intensa che mai”, ha aggiunto.

La Russia ha potuto mantenere il suo impegno bellico in Ucraina anche grazie alle forniture belliche della Corea del Nord e dell’Iran. Per fronteggiare questo asse, l’Europa dovrà aumentare i suoi sforzi nei prossimi anni secondo il nuovo piano europeo per la Difesa.

Il piano di Difesa europea

Il nuovo piano europeo per la Difesa sarà presentato dalla Commissione entro alcune settimane. L’Europa unita punta a fare in modo che gli Stati membri acquistino dotazioni e tecnologie belliche made in Ue almeno nella misura del 50% entro il 2035. Per centrare l’obiettivo è necessario spingere la produzione delle industrie belliche del Vecchio Continente tramite fondi ad hoc che sono già stati individuati.

Si punta a “spendere di più, spendere meglio, spendere in modo europeo”. L’Ue opererà dando incentivi alle aziende che dovranno fare investimenti per riconvertire le catene di produzione, facilitando gli accordi di off-take o accordi di acquisto anticipato. Si prevede di dare alle aziende “ordini stabili e prevedibili nel lungo periodo”. Verrà aumentato il sostegno al ramp-up industriale, quella fase in cui la produzione raggiunge gli standard previsti.

Una delle ipotesi è quella di finanziare il piano con i ricavi ottenuti dagli asset russi congelati.

Proposta della Francia: inviare soldati in Ucraina

La richiesta di Ursula von der Leyen arriva a meno di 48 ore dall’ipotesi del presidente francese Emmanuel Macron di un possibile invio di truppe di terra in Ucraina. L’ipotesi è stata subito respinta da Europa, Usa e Nato, ma il fatto che sia arrivata da un Paese che è membro permanente del Consiglio di Sicurezza Onu ha infranto un tabu.

In risposta alla proposta francese, il Cremlino ha parlato di “guerra inevitabile” in caso truppe di stati terzi dovessero poggiare gli stivali sul suolo ucraino.