Trump punta a Groenlandia e Panama e non esclude l’azione militare, perché le vuole

Per prendere Groenlandia e Panama Donald Trump non esclude nulla, neppure l'utilizzo della forza o della coercizione economica

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 7 Gennaio 2025 20:09

Donald Trump alza il tiro: il presidente eletto non esclude l’uso della forza militare o della coercizione economica per portare la Groenlandia e Panama sotto il controllo degli Usa.

La dichiarazione spericolata arriva, fra l’altro, in contemporanea alla visita di Donald Trump Jr in Groenlandia per un viaggio dichiarato “turistico”, ma che ha il sapore di un’avanscoperta o di una provocazione.

Trump considera sia la Groenlandia che Panama strategici per la “sicurezza” economica degli Stati Uniti e ha ribadito che l’integrazione negli Usa porterebbe enormi benefici ai territori.

La risposta di Trump

Rispondendo alla domanda di un giornalista a Mar-a-Lago (Florida) in merito all’eventuale utilizzo “della forza militare o della coercizione economica”, il presidente eletto ha parlato in questi termini: “Non posso dare assicurazioni su nessuna delle due questioni”. “Ma posso dire questo: ne abbiamo bisogno per la sicurezza economica. Il Canale di Panama è stato costruito per i nostri militari. Non ho intenzione di impegnarmi su questo adesso… potrebbe darsi che dovrò fare qualcosa”, ha aggiunto Trump.

Trump, dunque, oltre a terremotare le politiche monetarie mondiali e l’economia nel suo complesso, minaccia di scatenare uno tsunami geopolitico.

Perché la Groenlandia

La Groenlandia ha una popolazione di appena 57.000 abitanti, praticamente come Cerignola o come Molfetta. È un territorio autonomo, ma dipende economicamente dalla Danimarca. L’interesse trumpiano per la Groenlandia si spiega per quanto c’è nel sottosuolo, ovvero petrolio, gas naturale e minerali.

Il primo ministro groenlandese, il 37enne Mute Egede, ha ribadito che la Groenlandia “non è in vendita”. Il tutto nell’imbarazzo delle autorità locali, che hanno accolto la visita di Trump Jr come privata e non hanno espresso reazioni ufficiali. Egede ha recentemente spinto per una piena indipendenza dalla Danimarca, denunciando una forma di nuovo “colonialismo”.

Per Donald Trump si tratta di un ritorno alle vecchie abitudini: il presidente eletto aveva già espresso interesse per l’acquisto della Groenlandia durante il suo primo mandato, ricevendo un netto rifiuto da parte della Danimarca. Ma recentemente, Trump ha definito il controllo della Groenlandia una “necessità assoluta” per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Da qui l’idea di non escludere a priori l’intervento militare.

Perché Panama

Riguardo a Panama, Trump ha citato l’ex presidente Jimmy Carter, da poco scomparso. Carter era una “brava persona”, ma “dare via il Canale di Panama fu un grosso errore”, ha detto. “Credo sia per questo che perse le elezioni, ancora di più che per gli ostaggi”, ha aggiunto Trump riferendosi alla crisi degli ostaggi americani a Teheran che si prolungò dal 1979 al 1981.

Il canale di Panama è un’importante via d’acqua che collega Atlantico e Pacifico, consentendo alle navi di passare da un oceano all’altro evitando di circumnavigare la punta estrema del Sud America, risparmiando così 7.000 miglia nautiche, pari a circa 13.000 km.

Il canale è lungo 51 miglia (82 km) e attraversa il centro di Panama. Oltre il 40% dei beni di consumo scambiati in un anno tra il nord-est asiatico e la costa orientale degli Stati Uniti sono stati trasportati attraverso il canale. Chi controlla il Canale di Panama controlla il traffico delle merci. Per questo Trump vuole entrarne in possesso. Furono gli americani, a suo tempo, a realizzare la monumentale infrastruttura. Nel corso del secolo scorso, le relazioni fra Usa e Panama si fecero sempre più tese, con tanto di rottura delle relazioni diplomatiche e sanzioni.