Commissione Europea al voto, von der Leyen confermata presidente con larga maggioranza

Giornata di voto a Strasburgo, con il Parlamento europeo che ha votato favorevolmente per la riconferma di Ursula von der Leyen come presidente della Commissione

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Pubblicato: 18 Luglio 2024 14:27Aggiornato: 18 Luglio 2024 14:46

La Commissione Europea conferma Ursula von der Leyen come presidente. Con 401 voti a favore, 284 contrari e 15 astenuti, infatti, la politica tedesca è stata riconfermata come presidente della Commissione raccogliendo l’appoggio per il bis. Un secondo mandato, dopo quello dal 2019 a oggi, frutto di una larga maggioranza cercata e ottenuta dalla 65enne che prima del voto aveva ribadito le promesse in Plenaria in vista delle nuove politiche da adottare in Europa.

Parlamento al voto, bis di von der Leyen

La nuova Commissione parte da un leader già ben noto. Ursula von der Leyen, già presidente dal 2019 quando prese il posto di Juncker, è infatti stata riconfermata al termine della sessione di voto. La politica 65enne negli ultimi giorni aveva trattato con i vari gruppi in Parlamento per cercare di trovare i voti necessari alla riconferma.

La presidente ha potuto contare sull’appoggio di Popolari, Socialisti e Liberali e nel finale anche sui Verdi. Rebus, invece, sulla scelta dei Conservatori e non solo.

L’obiettivo di von der Leyen, per ritenersi soddisfatta del voto con la riconferma, era raggiungere almeno i 380 voti per migliorare la performance di cinque anni fa. Ma soprattutto per cercare di portare dalla sua una maggioranza quanto più solida possibile che vuole accontentare tutti.

Obiettivo che è stato largamente raggiunto con 401 voti a favore, 284 contrari e 15 astenuti. Un risultato, tra l’altro, ampiamente migliore rispetto al 2019 quando i favorevoli erano stati “solo” 383, mentre i contrari 327.

Il discorso di von der Leyen

Prima del voto la 65enne ha pronunciato il suo discorso di candidatura alla presidenza della Commissione alla Plenaria dell’Eurocamera sottolineando la necessità di una scelta per una “Europa forte”. “Le scelte definiscono il destino e in un mondo pieno di avversità il destino dipende da ciò che faremo ora. L’Europa è davanti ad una scelta decisiva che definirà la nostra posizione nel mondo nel prossimo quinquennio. L’Europa non può controllare dittatori e demagoghi nel mondo ma può scegliere di tutelare la nostra democrazia”, ha detto.

“Non lascerò che la polarizzazione estrema della nostra società venga accettata e non accetterò che gli estremismi o le demagogie distruggano il nostro stile di vita europeo”, ha detto ancora von der Leyen. Ha poi sottolineato che si impegnerà a mantenere la rotta sul Green Deal europeo e che intende lanciare un piano per l’industria pulita nei primi 100 giorni del mandato: “Questo preparerà la strada verso l’obiettivo di riduzione delle emissioni del 90% per il 2040, che proporremo di inserire nella nostra legge europea sul clima”.

Poi una promessa: “Nominerò un commissario per il Mediterraneo che si concentri su investimenti e partenariati, stabilità economica, creazione di posti di lavoro, energia, sicurezza, migrazione e altre aree di interesse reciproco, nel rispetto dei nostri valori e principi”.

L’attacco a Orban

Durante il suo discorso, Ursula von der Leyen ha anche dedicato un chiaro attacco al primo ministro ungherese Viktor Orban, accusato di essersi recato a Mosca per una missione di pace che “è stata solo una missione dell’acquiescenza, dell’appeasement, una politica di eccessive concessioni”.

“Solo due giorni dopo i jet di Putin hanno colpito un ospedale pediatrico. Era un messaggio del Cremlino per raggelare noi tutti. Nessuno vuole la pace più dell’Ucraina e l’Ue sosterrà l’Ucraina finché sarà necessario” ha detto.

Parole che hanno diviso il Parlamento, tra chi ha applaudito e chi ha invece fischiato la 65enne. Le urla solo state sommerse da un lunghissimo applauso dell’Aula dopo la netta bocciatura del viaggio russo dell’ungherese.

La posizione di Meloni, Tajani e Salvini

A decidere di votare favorevolmente al bis di Ursula von der Leyen è Forza Italia. Antonio Tajani, vicepremier e leader del partito, ha infatti svelato di essere rimasto convinto dal discorso della candidata presidente, confermando che il voto sarà positivo.

Diversa, invece, la situazione di Lega e Fratelli d’Italia. Chiaro e deciso, infatti, è stato il no del Carroccio. Matteo Salvini, infatti, ha annunciato che i deputati leghisti a Strasburgo voteranno contro la rielezione di von der Leyen. “Nulla di personale, ma fare bene il presidente della Commissione europea è un’altra cosa” ha detto il capo delegazione del partito a Strasburgo.

Il partito di Giorgia Meloni, invece, ha tenuto tutti sulle spine senza svelare apertamente né il no né il sì al bis di von der Leyen, con la tedesca e la premier che si sono sentite telefonicamente al fotofinish prima dell’avvio del voto. Ma alla fine FdI ha votato contro, come evidenziato anche dalla reazione degli eurodeputati all’annuncio della rielezione, con i delegati che sono rimasti seduti mentre il resto dei colleghi applaudivano.

E Carlo Fidanza, capo delegazione di FdI, in un punto stampa ha confermato: “L’ufficializzazione del voto favorevole dei Verdi ha reso impossibile il nostro sostegno a von der Leyen. Le scelte fatte in questi giorni, la piattaforma politica, la ricerca di un consenso a sinistra fino ai Verdi hanno reso impossibile il nostro sostegno a riconferma della presidente”.

Le polemiche per l’eurodeputata rumena espulsa

Ma nella giornata di voto non sono mancate le polemiche. Durante il dibatto in Aula al Parlamento europeo, infatti, l’eurodeputata Diana Iovanovici Sosoaca del partito di estrema destra ha interrotto la seduta e ha gridato contro l’intervento della presidente di Renew Europe Valérie Hayer contro il banco della presidenza dell’Eurocamera.

Roberta Metsola, neo presidentessa del Parlamento, ha chiesto di farla uscire dall’Aula dopo tre interruzioni. La deputata rumena ha quindi indossato una museruola e mostrato una icona sacra.

Com’è andata l’economia con von der Leyen?

I primi cinque anni di mandato di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione Europea sono stati segnati da diversi alti e bassi. Troppo di destra per i gruppi di sinistra e troppo di sinistra per quelli di destra, le Sue decisioni hanno creato contrasti all’interno dell’Europa.

Da perfetta sconosciuta a Bruxelles, il primo grande passo è stato quello del Green Deal, il Patto per l’ambiente destinato a stravolgere l’economia europea e spingere la transizione climatica. Una manovra che ha scatenato un terremoto, diventando nel giro di poco terreno rovente e misura da abbattere quanto prima.

Ma è stata anche la presidente della Commissione che ha dovuto affrontare una pandemia, con doppia valenza per l’Europa. Dal punto di vista sanitario si ricorda lo scandalo Pfizergate, con von Der Leyen coinvolta per presunte trattativa personale con i vertici della multinazionale. Dal punto di vista economico, invece, la risposta è stata il Recovery Fund, noto come Next Generation Eu, fondo di recupero da 750 miliardi di euro per riavviare le attività in stand-by, modernizzare le infrastrutture e accelerare la transizione verde.

Altri pilastri sono stati gli investimenti nella Difesa dopo lo scoppio della guerra in Ucraina e la riforma delle norme sull’immigrazione e l’asilo.