In ambito geopolitico il mondo ha assistito a un evento che potrebbe cambiare nettamente gli equilibri della guerra tra Russia e Ucraina. Un attacco mirato nel cuore del Paese guidato da Putin, il tutto in una sala da concerto. A riportare il tutto per primo è Baza, con al seguito poi numerosi media russi. L’edificio è stato rapidamente evacuato, al fine di evitare ulteriori vittime, che sono in numero considerevole.
Attacco a Mosca
Un’esplosione è stata registrata presso il Crocus City Hall di Mosca. Era in corso il concerto della band rock Picnic e la sala era colma. Si tratta della più grande sala da concerto della città, dove quattro uomini armati si sono introdotti e hanno aperto il fuoco sui civili.
Avrebbero inoltre lanciato una bomba incendiaria, lasciando propagare le fiamme. Centinaia le persone presenti. Un piano organizzato e ben congegnato che, proprio per il livello di pianificazione, è difficilmente collegabile ai missili balistici lasciati partire dalla Russia contro l’oblast di Odessa. Ciò ha provocato incendi e danni contro alcune infrastrutture, senza provocare feriti.
Il ministero degli Esteri russo ha rapidamente commentato quanto avvenuto: “Un sanguinoso attacco terroristico”. L’attentato è stato rivendicato dall’Isis. Secondo i servizi di sicurezza russi, i terroristi avevano “contatti” in Ucraina. Nell’auto usata per la fuga sono stati trovati passaporti del Tagikistan.
Le autorità russe hanno fatto sapere che sono 11 in tutto gli arrestati: tra loro ci sarebbero i 4 coinvolti direttamente nell’attacco terroristico al Crocus City Hall. Il bilancio delle vittime intanto è salito a 137 morti. Il ministro degli Esteri italiano ha rassicurato che non c’è “nessuna segnalazione di italiani coinvolti”.
Il presidente russo Vladimir Putin ha detto pubblicamente che “identificheremo coloro che sono dietro a questo atto terroristico e pagheranno”.
La reazione degli Stati Uniti
Il tutto è accaduto subito dopo le criticate elezioni russe, che hanno visto Putin trionfare nuovamente con un plebiscito. Un attacco che colpisce non soltanto Mosca ma, in generale, l’opinione pubblica internazionale. Non è il primo attacco devastante di questa guerra ma, di certo, sarà uno dei più memorabili.
Un evento da libri di storia, per la metodologia e il chiaro intento di colpire dei civili. Il mondo osserva da lontano e trema, ben consapevole che la Russia sarà chiamata a una risposta poderosa. Putin ha scommesso fin troppo in questo conflitto e chi lo sostiene si attende ora una dimostrazione di forza.
Sarà importante comprendere quella che sarà la reazione dei Paesi indirettamente coinvolti, considerando il supporto garantito all’Ucraina di Zelensky fino a oggi. I primi commenti sono già giunti, su differenti fronti. Maria Zakharova, portavoce del ministero russo degli Esteri, punta il dito in direzione della comunità internazionale, chiedendo di condannare apertamente l’attacco terroristico consumatosi. È quanto riporta Ria Novosti.
Gli Stati Uniti hanno rapidamente chiarito la propria posizione, che di fatto sembra gelare in un sol colpo il rapporto con Kiev. Il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale, John Kirby, si è così espresso: “Non incoraggiamo l’Ucraina a colpire internamente la Russia, né la aiutammo a farlo“.
Ursula von der Leyen mirava a preparare il popolo europeo a un conflitto di più ampio respiro e, dopo quanto accaduto, è facile comprendere come il tema tornerà necessariamente in auge. Probabilmente insieme a quello di un esercito europeo, citato proprio quest’oggi da Romano Prodi: “Se l’Europa avesse avuto un esercito, la Russia non avrebbe attaccato l’Ucraina”.
Matrice ucraina tutta da provare
Naturalmente lo sguardo è rivolto su Zelensky e il governo di Kiev. Come spiegato da John Kirby, però, “non c’è alcun segno, per il momento, che indichi il coinvolgimento dell’Ucraina o di cittadini ucraini nella sparatoria a Mosca”.
Intanto gli Stati Uniti sono stati citati direttamente da Maria Zakharova, che non comprende in che modo gli americani possano sottolineare la non colpevolezza ucraina: “Se gli Stati Uniti hanno o avevano dati affidabili al riguardo, questi dati devono essere immediatamente condivisi con la parte russa. E se non ha informazioni, la Casa Bianca non ha il diritto di pronunciare assoluzioni nei confronti di nessuno”.
In maniera necessariamente rapida, l’altro fronte del conflitto ha fatto sentire la propria voce. Si è espresso il portavoce dell’intelligence militare ucraina, Andriy Yusov che, parlando con Ukrainska Pravda, ha definito quanto accaduto una “provocazione deliberata da parte del regime di Putin. Il tiranno del Cremlino ha iniziato la sua carriera con ciò e intende finirla con gli stessi crimini contro i suoi stessi cittadini”.
E l’Italia? In questo clima di tensione estrema, Tajani si comporta come per qualunque attacco terroristico passato. Al momento si rassicura sull’assenza di italiani coinvolti nella sparatoria a Mosca. Si prosegue con il monitoraggio degli eventi e, di fatto, nessun commento sul fronte politico è stato emesso in maniera ufficiale: “La Farnesina e l’ambasciata d’Italia in Russia monitorano la situazione a Mosca a seguito dell’attentato al Crocus City”, scrive il ministero degli Esteri.
La condanna internazionale
Allo stato attuale lo scacchiere politico è in enorme fermento. Ogni parola è misurata con attenzione, dal momento che reazioni a caldo spropositate potrebbero dar adito a mosse dall’effetto domino devastante.
Riecheggiano le parole di Antonio Guterres, segretario generale dell’Onu, che ha condannato fortemente gli attacchi russi prima citati, ribadendo come “gli attacchi contro i civili e le infrastrutture civili violano il diritto umanitario internazionale. Sono inaccettabili e devo finire immediatamente”.
La presidenza ucraina fa ovviamente un passo indietro e si dice totalmente estranea all’attentato, mentre il ministero degli Esteri tedesco pretende un immediato chiarimento sulla matrice dell’attacco, giudicando orribili quelle immagini. Come detto, questo attacco può davvero cambiare le sorti della guerra. Nessuna nuova alleanza per Putin, certo, ma da oggi, pur dichiarandosi innocente, sarà difficile rimuovere l’ombra che aleggia sulle stanze del governo di Kiev.
Quale sarà la mossa di Mosca lo chiarisce intanto Dmitry Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo: “Se fosse accertato il coinvolgimento di terroristi del regime di Kiev, saranno trovati e uccisi senza pietà. Compresi i leader dello Stato colpevole di tali atrocità”. Il tutto attraverso il suo canale Telegram, social sul quale rimbalzano numerose notizie, come quella relativa alla presunta fuga dei quattro attentatori (c’è chi presume la presenza di un quinto).