Il ricco patrimonio di Bernie Sanders

Com'è riuscito Bernie Sanders ad accumulare la sua grande ricchezza, in contrasto con la sua lunga battaglia nei confronti dei milionari americani

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Bernie Sanders è un celebre politico americano, che vanta una lunga carriera di successo alle spalle. Una figura particolarmente esposta pubblicamente, in corsa alle primarie del Partito Democratico in due differenti occasioni, e promotore di azioni a sostegno dei diritti delle minoranze etniche, degli omosessuali e dei disoccupati. Oppostosi alla pena di morte e alla guerra in Iraq, ha spesso fatto sentire la propria voce in pieno dissenso con quella maggioritaria, evidenziando inoltre uno sguardo molto critico nei confronti dei super milionari e miliardari che rappresentano l’1% del mondo.

Quanto è ricco Bernie Sanders

Una delle critiche che spesso viene mossa a Bernie Sanders è quella di esprimersi in netto contrasto con i ricchi e potenti, richiedendo più tasse per loro e richiamando l’attenzione alla loro responsabilità sociale nei confronti di chi ha meno. Al tempo stesso, però, è a sua volta un milionario, anche se ben distante dai livelli di qualsiasi cantante o sportivo di successo.

Nel corso della sua carriera si stima il raggiungimento di un patrimonio di 2.5 milioni di dollari. Una fortuna suddivisa tra investimenti finanziari e settore immobiliare. A questo traguardo ha poi ovviamente contribuito anche lo stipendio percepito dallo stato e, in seguito, la pensione garantitagli. Per non parlare dei profitti derivanti dai libri pubblicati. Com’è diventato così ricco, quindi? Ecco la sua risposta al New York Times alcuni anni fa: “Ho scritto un best seller. Se dovessi riuscire a scriverne uno, diventeresti anche tu un milionario”.

Tasse extra per i ricchi

Come detto, nonostante sia a sua volta un multimilionario, Bernie Sanders ha uno sguardo molto critico nei confronti dei ricchi. È solito però puntare il dito principalmente in direzione dei miliardari, ovvero di chi ha davvero tanti di quei soldi da non sapere cosa farne.

Secondo la sua personale visione, i governi dovrebbero intervenire e porre un limite ai loro guadagni, consentendogli una soglia massima di 999 milioni di dollari, oltre i quali dovrebbe scattare una vera e propria confisca.

Il governo americano, ha spiegato, dovrebbe sottrarre loro la totalità dei guadagni oltre i 999 milioni di dollari. Non esisterebbero più miliardari, dunque, per il bene della nazione: “Credo la gente possa farcela a vivere con 999 milioni di dollari. Si sopravvive bene”.

Il suo è un attacco al sistema, ha spiegato, che non riesce a prendersi cura della maggioranza della popolazione, mentre pochissimi hanno la chance di vantare tutto ciò. Per quanto assurdo nei modi e poco realistico, il progetto di Bernie Sanders non è così lontano da quanto ipotizzato da molti esponenti della sinistra nel mondo, anche in Italia. I ricchissimi devono farsi carico degli altri, al fine di garantire un giovamento generalizzato per la società.

Non semplicemente un’uscita accalorata durante un programma, anzi, per il democratico questo è un topic cruciale. Lo ha infatti delineato anche nel suo libro It’s OK to be angry about capitalism. In queste pagine sottolinea come un decimo dell’1% della popolazione USA possegga il 90% della ricchezza della nazione. Un’opzione più realistica? Imposte extra per i ricchissimi, compresa una tassazione del 45% sui valori immobiliari tra i 3.5 e i 10 milioni di dollari.