Codice degli appalti approvato in Cdm, cosa cambia: tutte le novità

Per il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini si tratta dell'iniziativa "più importante" dall'insediamento del Governo

Foto di QuiFinanza

QuiFinanza

Redazione

QuiFinanza, il canale verticale di Italiaonline dedicato al mondo dell’economia e della finanza: il sito di riferimento e di approfondimento per risparmiatori, professionisti e PMI.

Il Governo non nasconde la grande soddisfazione per l’approvazione in Consiglio dei ministri del nuovo codice degli appalti. Il provvedimento è considerato dal ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini “l’iniziativa più importante da 55 giorni a questa parte da quando abbiamo giurato” mentre la stessa premier Meloni lo definisce “un volano per la crescita e l’ammodernamento infrastrutturale”. Una visione in contrasto con quella di Anac, dei sindacati e dell’opposizione, ma anche dell’associazione antimafia Libera che sottolinea il rischio di infiltrazioni delle associazioni criminali attratte dagli oltre 100 milioni previsti per gli appalti pubblici nel Pnrr.

Codice degli appalti approvato in Cdm: cosa cambia

Uno dei nodi principali stabilite nel Decreto legislativo sul codice degli appalti, primo passo verso la riforma fondamentale per ricevere le risorse del NextEu, è l’intervento per limitare la “paura della firma” dei dirigenti pubblici nell’approvare atti amministrativi che potrebbero violare la legge.

“Allo scopo di fugare la cosiddetta ‘paura della firma’ – si legge nel testo varato dal Cdm – è stabilito che, ai fini della responsabilità amministrativa, non costituisce ‘colpa grave’ la violazione o l’omissione determinata dal riferimento a indirizzi giurisprudenziali prevalenti o a pareri delle autorità competenti”.

Il Decreto legislativo verrà adesso adottato in attuazione della legge 78 del 21 giugno 2022 approvata dalla scorsa legislatura, che delegava il Governo Draghi alla riforma del codice in materia di contratti pubblici.

“È stato un passaggio importante” ha dichiarato il ministro competente Matteo Salvini, spiegando che “questo nuovo codice dovrà tagliare burocrazia, sprechi, dovrà offrire più lavoro, viene incontro alle Pmi, permetterà di aprire cantieri in tempi più veloci. E creerà posti di lavoro”.

Tra i principi cardine alla base del nuovo codice degli appalti il Governo elenca in sintesi quello del “risultato: massima tempestività e miglior rapporto tra qualità e prezzo”, legalità, concorrenza e trasparenza, oltre al “principio della fiducia” nella pubblica amministrazione e negli operatori economici.

Ma il vero motore indicato dal Governo per riformare il sistema degli appalti sarà rappresentato da una maggiore digitalizzazione attraverso il ricorso di strumenti quali:

  • Banca dati nazionale dei contratti pubblici;
  • Fascicolo virtuale dell’operatore economico;
  • Piattaforme di approvvigionamento digitale;
  • Procedure automatizzate del ciclo di vita dei contratti pubblici;
  • Digitalizzazione integrale per l’accesso civico;
  • Diritto per tutti i cittadini di richiedere la documentazione di gara.

Codice degli appalti approvato in Cdm: cosa cambia

Tra le novità più contestate del testo da sindacati e opposizioni, c’è quella dei cosiddetti “subappalti a cascata” previsti attraverso la previsione di criteri di valutazione discrezionale da parte della stazione appaltante, da esercitarsi caso per caso (qui avevamo parlato del piano del Governo Meloni sul codice degli appalti).

“È la migliore battaglia alla corruzione e al malaffare che ci possa essere – ha detto convinto Matteo Salvini – più breve l’iter meno uffici devi girare più rapido è l’appalto più difficile per il corrotto incontrare il corruttore. Si aiutano i piccoli comuni, si dimezzano le garanzie chieste alle imprese”.

Rispetto all’allarme espresso negli scorsi giorni dalla Autorità anticorruzione sulla semplificazione drastica del codice, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, ha spiegato che l’Anac “ha un ruolo all’interno del codice appalti coerente con la sua funzione, erano previste delle prerogative che poi sono state eliminate nel testo varato dal Cdm. Questa non è l’ultima parola”, durante l’iter parlamentare “tutti quelli che hanno titolo di formulare proposte migliorative” potranno farlo.

Mantovano ha sottolineato che c’è stata “assoluta concordanza” tra Consiglio di Stato e governo nella stesura del codice appalti, “tutti questi conflitti non li vedo” ma “saremo lieti di leggere” i rilevi dell’Anac “una volta che ci invieranno le loro considerazioni”.