Con una nuova circolare (n. 3499 del 26-09-2022), l’Inps ha fornito ulteriori chiarimenti e istruzioni sullo sconto relativo alla quota dei contributi previdenziali che – di fatto – aumenterà gli importi delle pensioni quest’anno. L’esonero introdotto dalla legge di bilancio 2022, per i periodi di paga dal 1° luglio 2022 al 31 dicembre 2022 non riguarda infatti solo i rapporti di lavoro dipendente, ma è riconosciuto anche ai pensionati.
Pensioni, come funziona l’esonero contributivo 2022
L’esonero Inps è riconosciuto sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore ed è pari a 0,8 punti percentuali.
Come previsto dalla legge di Bilancio 2022, l’esonero in trattazione è riconosciuto esclusivamente sulla quota dei contributi IVS a carico dei lavoratori, a condizione che la retribuzione imponibile, parametrata su base mensile per tredici mensilità, non ecceda l’importo mensile di 2.692 euro, maggiorato, per la competenza del mese di dicembre, del rateo di tredicesima. Ne deriva che nelle ipotesi in cui sia stato superato il massimale annuo della base contributiva e pensionabile, ai fini della valutazione del tetto mensile deve essere considerata sia la quota di retribuzione imponibile ai fini IVS, sia la quota di retribuzione non imponibile ai fini IVS per il superamento del massimale.
Pensioni, cosa cambia con il decreto aiuti bis
La normativa, introdotta tra fine 2021 e valida per tutto il 2022, è stata però modificata dal decreto-legge n. 115 del 9 agosto 2022, il c.d. decreto Aiuti-bis con pdf scaricabile, che all’articolo 20, comma 1, ha stabilito che: “Per i periodi di paga dal 1° luglio 2022 al 31 dicembre 2022, compresa la tredicesima o i relativi ratei erogati nei predetti periodi, l’esonero sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore, è incrementato di 1,2 punti percentuali. Tenuto conto dell’eccezionalità della misura di cui al primo periodo, resta ferma l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche”.
Si tratta di un altro intervento straordinario, che si va ad aggiungere ai bonus 200 euro e 150 euro e che, come per altre iniziative, riguarda i pensionati che non superano determinate soglie reddituali, ovvero i più provati dalla crisi.
Pertanto, la riduzione della quota contributiva a carico dei lavoratori pari a 0,8 punti percentuali è stata innalzata a 2 punti percentuali, per i periodi di paga dal 1° luglio 2022 al 31 dicembre 2022, compresa la tredicesima mensilità, laddove erogata integralmente in tale periodo, ovvero, limitatamente ai ratei della stessa erogati nei predetti periodi di paga.
Pensioni: come aumentano grazie alla riduzione della quota contributiva
Il calcolo dei contributi previdenziali viene effettuato applicando determinate aliquote alla retribuzione lorda, sempre nel rispetto di determinati minimali di retribuzione imponibile previsti dalla legge.
Le aliquote delle contribuzioni ai fini pensionistici ( IVS ) sono in genere pari al 33%, con la seguente modulazione:
- 23,81% a carico del datore di lavoro;
- 9,19% a carico del lavoratore.
Anche se, talvolta, le contribuzioni di finanziamento delle assicurazioni assistenziali (malattia, maternità, etc.), nonché delle altre assicurazioni previdenziali, si attestano in misura diversa a seconda del settore produttivo di appartenenza dell’azienda, in tutti i casi si tratta di versamenti che vanno fatti alle relative casse previdenziali (l’Inps nel caso dei pensionati) e che incidono sull’assegno. L’importo lordo, infatti, è diverso dal netto che poi il pensionato riceve. Ridurre la quota di contributi a suo carico, quindi, aumenta in maniera proporzionale la pensione.