Non solo “Opzione Uomo” e “Quota 41”, pare che tra le nuove proposte del governo Meloni ci sia al vaglio anche il pensionamento anticipato prima dei 60 anni. Oltre all’estensione di Opzione Donna anche ai lavoratori, quindi, la nuova riforma auspicata dall’Esecutivo potrebbe riconoscere l’uscita dal lavoro già a 58/59 anni, ma ad alcune condizioni. Obiettivo: evitare il ritorno alla legge Fornero.
Ma, se dovesse passare la proposta, come cambierebbe il pensionamento anticipato?
Dopo Opzione Donna arriva Opzione Uomo
Come già anticipato, una delle idee del nuovo governo pare sia quella di ampliare i beneficiari di Opzione Donna, estendendo appunto la stessa ai lavoratori uomini. Nasce così l’idea di “Opzione Uomo”, una sorta di pensione anticipata che permetterebbe l’uscita dal lavoro già a 58/59 anni di età.
Oggi possono accedere alla pensione anticipata tramite Opzione Donna le lavoratrici che:
- abbiano maturato, entro il 31 dicembre, un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni ed un’età anagrafica pari o superiore a 58 anni (per le lavoratrici dipendenti) e a 59 anni (per le lavoratrici autonome);
- ai fini del conseguimento della pensione, abbiano cessato ogni tipo di rapporto di lavoro dipendente (non è invece richiesta la cessazione dell’attività svolta in qualità di lavoratrice autonoma).
A tal proposito, ai fini del perfezionamento del requisito contributivo è valutabile la contribuzione a qualsiasi titolo versata o accreditata in favore dell’assicurata, fermo restando il contestuale perfezionamento del requisito di 35 anni di contribuzione al netto dei periodi di malattia, disoccupazione e/o prestazioni equivalenti, ove richiesto dalla gestione a carico della quale è liquidato il trattamento pensionistico.
Questi requisiti, salvo modifiche in fase di approvazione della riforma pensionistica, dovrebbero quindi essere così estesi anche agli uomini. Tuttavia, l’accesso alla nuova pensione anticipata implicherebbe un decurtamento fino al 30% dell’importo della pensione.
In pensione prima di 60 anni: come funziona Quota 41
L’entrata in vigore della cd. Quota 41, di cui tanto si parla in questi giorni, si andrebbe ad aggiungere alla pensione anticipata tramite Opzione Uomo. Di fatto, al raggiungimento di almeno 41 anni di contributi, il contribuente avrebbe la possibilità di chiedere la pensione prima del previsto (ovvero prima della cd. pensione di vecchiaia, qui i requisiti).
Tuttavia, questa proposta fortemente sostenuta dalla Lega, deve prima fare i conti con le risorse – economiche e finanziarie – che ad oggi mancano. Per questo motivo, i sostenitori di Quota 41 hanno proposto l’introduzione di una soglia di età minima (che di fatto però renderebbe questo anticipo molto simile alle già esistenti Quota 100, Quota 101 e Quota 102, qui i requisiti che attualmente riconoscono il pensionamento anticipato).
Per le stesse ragioni, l’approvazione di Quota 41 potrebbe escludere l’entrata in vigore di Opzione Uomo (o viceversa). I nodi da sciogliere sono ancora tanti e, tra polemiche e accuse, Giorgia Meloni continua a mantenere il profilo basso sulle questione più calde della agenda politica del nuovo esecutivo. Dopo quel “Non sono ricattabile”, in risposta agli attacchi – più o meno diretti – di Silvio Berlusconi, la nuova premier in carica ha continuato infatti ad apparire poco in tv, a rilasciare poche e celeri dichiarazioni e a prendere decisioni lontano dagli organi di stampa.