La riforma delle pensioni che una parte del Governo promette fin dalla campagna elettorale potrebbe rivelarsi molto diversa da quanto gli italiani si potevano aspettare. Nel nuovo Piano strutturale di bilancio presentato dal ministro Giancarlo Giorgetti infatti, non è indicato per il prossimo futuro un taglio dell’età pensionabile.
Al contrario il Governo si impegna ad adeguare i requisiti per andare in pensione all’età media della popolazione, sempre più alta anche a causa della crisi delle nascite. In generale, sarà necessario che gli italiani vadano in pensione più tardi per rispettare gli impegni presi. L’unico dubbio è come raggiungere questo obiettivo.
Riforma delle pensioni: i nuovi piani del Governo
Il Governo ha approvato il nuovo Piano strutturale di bilancio, un progetto di rientro dal debito a medio termine per tornare a rispettare il prima possibile le regole imposte dall’Unione europea per la stabilità finanziaria del Paesi membri. Tra i propositi dell’esecutivo per risolvere i problemi finanziari dell’Italia c’è quello di posticipare l’età a cui gli italiani vanno in pensione.
Nonostante più di 10 anni fa la legge Fornero abbia alzato sensibilmente questa soglia rispetto al passato e abbia introdotto un meccanismo di adeguamento all’età media, in Italia si va ancora in pensione molto presto rispetto al resto d’Europa. Il problema sta non solo nelle leggi molto generose del passato, ma anche nell’età media stessa, molto più alta nel nostro Paese rispetto a quella di altri membri dell’Ue.
Non è detto però che l’esecutivo possa aumentare l’età pensionabile. Ci sono infatti altri metodi per ritardare la pensione dei lavoratori senza cambiare in senso più conservativo la legge Fornero. Ad esempio, si ipotizza l’introduzione di bonus per chi decide di rimanere al lavoro dopo i 67 anni. Un intervento di questo tipo è già stato attuato nella pubblica amministrazione, dove è stato rimosso l’obbligo di lasciare il lavoro a 67 anni.
Cosa ha promesso il Governo all’Ue sul Psb
Il Governo ha dovuto presentare all’Unione europea il Piano strutturale di bilancio. Si tratta di un nuovo strumento previsto dalle regole sul patto di stabilità approvate nei mesi scorsi e che serve ai Paesi che non rispettano i parametri di debito e deficit dettati dall’Ue per chiarire come intendono tornare in linea con le indicazioni di Bruxelles.
Le regole europee sono molto specifiche:
- Il rapporto tra debito e Pil non deve superare il 60% (quello dell’Italia è al 134,8%);
- Il rapporto tra deficit (la differenza tra entrate e spese dello Stato) e Pil non deve superare il 3% (quello dell’Italia è al 7,4%, il più alto dell’Ue).
Il piano presentato dall’Italia può prendersi un massimo di quattro anni più altri tre per tornare, se non in questi parametri, in una direzione che porti nel lungo termine i conti dello Stato verso la sostenibilità. La spesa per le pensioni è la più significativa del bilancio dell’Italia. Ogni anno il nostro Paese spende 322 miliardi, una cifra che è in aumento. Nel 2040, se le leggi non dovessero cambiare, le stime calcolano che la spesa pensionistica italiana raggiungerà il 17% del Pil, per poi cominciare a calare per ragioni demografiche.